Processo a Ciro Grillo, la sentenza a settembre: il pm replica agli avvocati della difesa
CronacaIl processo di primo grado viene celebrato nel tribunale di Tempio Pausania, ed è a carico di Ciro Grillo, Edoardo Capitta, Vittorio Lauria e Francesco Corsiglia: i quattro giovani sono accusati di violenza sessuale di gruppo nei confronti di una studentessa italo norvegese e di una sua amica. La Procura chiede la condanna di tutti gli imputati a nove anni di reclusione, con le attenuanti generiche e con le conseguenze accessorie
La sentenza del processo di primo grado celebrato nel tribunale di Tempio Pausania, a carico di Ciro Grillo, Edoardo Capitta, Vittorio Lauria e Francesco Corsiglia, i quattro giovani accusati di violenza sessuale di gruppo nei confronti di una studentessa italo norvegese e di una sua amica, slitta a settembre. Dopo l'ultima arringa del difensore di Capitta, l'avvocato Mariano Mameli, durata quattro ore, la seduta si è chiusa con la fissazione delle prossime udienze. Ci saranno le repliche del procuratore Gregorio Capasso, dei legali delle parti civili e per ultimo del pool di avvocati delle difese. Il processo è già durato più di tre anni (la prima udienza tecnica si svolse il 16 marzo 2022) e arriva a conclusione a sei anni dai fatti accaduti nella villetta di proprietà della famiglia Grillo a Porto Cervo.
L'arringa dell'avvocato difensore di Capitta
L’avvocato Mariano Mameli, che difende Edoardo Capitta, è stato il settimo legale a prendere la parole del pool che assiste i quattro genovesi accusati di stupro di gruppo su una 19enne nell’appartamento in Costa Smeralda del fondatore del Movimento 5 Stelle Beppe Grillo, fra il 16 e il 17 luglio 2019. I ragazzi sono inoltre accusati di violenza su una seconda giovane, immortalata scattando foto oscene mentre dormiva. Mameli si è scagliato contro l'accusa sottolineando che la ragazza non è mai stata sentita in incidente probatorio. "Lei stessa - ha detto l'avvocato - ha ammesso di essere stata condizionata da questa inchiesta iper-mediatizzata. Perché la ragazza che era l'unico teste diretto di quanto accaduto quella sera non è stata sentita per prima?". Secondo la tesi del legale, la sua testimonianza non sarebbe stata "genuina e alcune distonie si sono evidenziate subito, fino dalla visita alla clinica Mangiagalli contestuale alla denuncia".
Avvocato Mameli: "Fu tutto consensuale"
Mameli parla poi di "un processo che ha avuto dimensione mediatica così critica persino da mettere in rischio le persone che ne sono coinvolte". Fa ovviamente riferimento al suo assistito: "Edoardo Capitta, che allena in maniera amatoriale una squadra di una parrocchia di Genova, più volte dagli spalti è stato chiamato stupratore". L'avvocato ha poi voluto sottolineare che "quello che accadde in quella casa nella notte tra il 16 e il 17 luglio del 2019 è stato fatto consensualmente, nessuno ha estorto strumentalmente il consenso di nessuno. Questa è stata la conclusione definitiva che abbiamo rappresentato al tribunale oggi. Noi siamo convinti che nessuno dei ragazzi usò mezzi violenti o coartò la volontà di nessuno".
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La replica del pm
Il discorso del legale Mameli è finito intorno alle 14 e il presidente del collegio Marco Contu ha chiesto al procuratore capo Gregorio Capasso se intendesse replicare. Il pm, che per tutti e quattro gli imputati ha chiesto nove anni di carcere, ha risposto di voler parlare ancora. E a quel punto il collegio ha deciso di rinviare a settembre le udienze stabilendo le date in calendario dell' 1, del 2, e del 3 del mese, anche se non è detto che servano tutti e tre i giorni.