L'ipotesi iniziale degli inquirenti era abbandono di minore. Il nuovo reato contestato deriva da fatto di non avere aiutato il piccolo. Altre due persone sono state sentite dai carabinieri, ed è stato effettuato un sopralluogo lungo il percorso che il picccolo di 5 anni avrebbe presumibilmente compiuto dopo essersi allontanato da un camping in frazione Latte di Ventimiglia nella serata di venerdì scorso. Ritrovato ieri, è stato dimesso dall'ospedale dove era stato ricoverato per accertamenti medici
Cambia il quadro investigativo sul caso del piccolo Allen, il bimbo di 5 anni scomparso per oltre 36 ore nei boschi alle spalle della frazione Latte, a Ventimiglia, e ritrovato ieri mattina dai volontari della Protezione civile. L’uomo che aveva dichiarato di averlo visto poco dopo l’allontanamento dal campeggio è ora ufficialmente indagato per omissione di soccorso. La Procura ha modificato l’ipotesi iniziale – abbandono di minore – alla luce della relazione trasmessa dalle forze dell’ordine, ritenendo che il testimone non abbia fatto quanto necessario per aiutare il bambino in evidente stato di difficoltà.
L'uomo indagato: "Mi diceva 'papà papà', poi è scappato"
Secondo il suo racconto, il piccolo Allen – affetto da disturbi dello spettro autistico – si era avvicinato alla sua abitazione, e lui lo aveva accompagnato per un tratto di strada fino a un bivio. "Mi tirava, diceva 'papà, papà'… ma non parlava bene. L’ho lasciato lì e poi è scappato", ha spiegato agli inquirenti, sostenendo di aver pensato inizialmente di fare “una cosa positiva”. Ma proprio la scelta di non prestare ulteriore assistenza al minore, né di trattenerlo o allertare subito i soccorsi con precisione, ha portato ora all’accusa formale. Oltre all’uomo ora indagato, altre due persone sono state sentite dai carabinieri, ed è stato effettuato un sopralluogo lungo il percorso che Allen avrebbe presumibilmente compiuto.
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Allen dimesso dall'ospedale dopo gli accertamenti psicofici
Nel frattempo, Allen è stato dimesso dall’ospedale, dove era stato portato dopo il ritrovamento per accertamenti psicofisici. Il piccolo è stato trovato ieri mattina da tre volontari della Protezione civile, sotto un pilone in una zona impervia, a circa tre chilometri e mezzo dal camping dove si trovava con i genitori e la sorella. Il bambino era scomparso l’11 luglio, poche ore dopo l’arrivo della famiglia. Da quel momento, la macchina dei soccorsi si è mobilitata con grande partecipazione: oltre 300 persone hanno partecipato alle ricerche, tra carabinieri, polizia, Guardia di Finanza, volontari, unità cinofile, sommozzatori, elicotteri e droni. Le immagini di una telecamera lo avevano ripreso mentre si allontanava, sparendo dietro una pianta di eucalipto. Per ore si è lavorato senza sosta, con i genitori che lanciavano appelli a bordo delle auto delle forze dell’ordine, megafono alla mano. Un grande sforzo collettivo che si è concluso nel migliore dei modi, ma che ora apre interrogativi sulle responsabilità di chi, pur avendo visto il bimbo, non ha fatto abbastanza per metterlo in salvo.