Live In Roma, vicequestore Polizia Franconieri: “Violenza di genere riguarda tutti”

Cronaca

“Basta” è la campagna di Sky TG24 contro i femminicidi. Ospiti sul palco di Live In Roma Pamela Franconieri, vicequestore aggiunto Polizia di Stato, e Marco Sancandi, orfano di femminicidio. “La violenza di questo tipo bisogna imparare a riconoscerla. Non è un fatto privato, è un fatto che riguarda tutti", dice Franconieri. "Il femminicidio è il caso estremo - aggiunge Sancandi - Ma bisogna guardare le dinamiche interne delle famiglie, dalle più piccole alle più grosse”

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“Basta” femminicidi. La campagna di Sky TG24 contro i femminicidi arriva sul palco di Live in Roma, l’evento che porta la tv fuori dai suoi studi, e lo fa con le interviste al vicequestore aggiunto Polizia di Stato Pamela Franconieri e con Marco Sancandi, orfano di femminicidio. Basta non solo ai femminicidi ma a tutto un sistema di violenza di genere che conta migliaia di donne che subiscono anche stalking, revenge porn, violenze psicologiche. Ma dietro a queste storie ci sono anche le storie di familiari e amici ma anche figli. Marco Sancandi racconta la sua storia che risale a ormai quasi 40 anni fa. “Avevo 23 anni, avevo iniziato un nuovo percorso di lavoro a Torino e in un giorno la mia vita è cambiata completamente. Con una telefonata ho saputo che la mia famiglia era stata distrutta. Sono subito partito per Parigi dove i miei abitavano e mi sono reso conto del disastro accaduto. Questo è un racconto molto veloce ma che una persona si trascina per tutta la vita con delle sensazioni che di volta in volta vengono a galla. C’è tanto da ricostruire dopo. Io ho avuto amici che mi hanno aiutato a seguire un lunghissimo percorso psicologico ma la situazione si protrae per tutta la vita. Non riesco più ad avere fiducia in nessuno: aspetto sempre la prossima telefonata con la prossima brutta notizia”. LIVE IN ROMA 2024 - LA DIRETTA

Sancandi: "Facevo fatica a farmi chiamare papà da mio figlio"

La domanda di una ragazza dal pubblico interroga Sancandi su come un evento traumatico del genere possa modificare i progetti di vita di un giovane, ad esempio per quanto riguarda il desiderio di mettere al mondo un figlio. “Sicuramente la domanda è impegnativa emozionalmente parlando. Anche io mi sono costruito una famiglia, ho un figlio che adesso è grande. Tutto è andato bene nell’accoglienza di questo figlio fino a quando mi sono reso conto che mi avrebbe chiamato papà. E io mi sono ritrovato nella stessa posizione di mio padre che all’epoca volevo assolutamente eliminare dalla mia vita. Sono andato subito ad approfondire con lo psicoterapeuta e sono poi riuscito ad accettare il fatto che io potessi creare un rapporto con mio figlio senza che io mi vedessi per forza come uno specchio di mio padre. Altra cosa difficile è fare il ‘coming out’: a un certo punto ho dovuto raccontare questa cosa a mio figlio: dovevo capire come dirglielo, come evitare che lo venisse a sapere da altri. Anche questo fa parte dell’eredità quando si vive questo tipo di dramma”.

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Franconieri: "Vittime non devono sentirsi giudicate"

La vicequestore della Polizia Pamela Franconieri ha a che fare con quello che accade quotidianamente per quanto riguarda la violenza di genere nel nostro Paese. Cosa è cambiato? “Ci siamo attrezzati dal punto di vista legislativo e operativo. Come forze dell’ordine cerchiamo di avere un approccio più empatico rispetto alle vittime di violenza di genere perché è un lavoro complesso. Le vittime si affidano a perfetti sconosciuti e noi dobbiamo avere la capacità di farli sentire protetti, rispettati e aiutati a uscire dalla violenza. Lavoriamo ogni giorno per migliorare il nostro approccio”.

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Franconieri: "Violenza non è mai un fatto privato"

Spazio per un’altra domanda di una ragazza dell’ultimo anno di liceo: queste terribili situazioni sembrano sempre così lontane da noi, come fare a renderci conto che invece non sono così lontane come crediamo? “Questo è un tema importantissimo che riguarda la comprensione del fenomeno”, risponde la vicequestore Franconieri. “La violenza di questo tipo bisogna imparare a riconoscerla. Non è un fatto privato, è un fatto che riguarda tutti. La violenza nelle relazioni tra le persone non ha diritto di esistere e quando sentite queste tragedie dovete pensare che non sono tragedie isolate, ma sono vite che si spezzano, famiglie devastate, tragedie che possono riguardare tutti. La violenza di genere è talmente trasversale che può colpire tutti. Bisogna fare attenzione, riconoscere la violenza e allontanarsi per tempo. Riconoscere i segnali”. Risponde anche Marco Sancandi: “Il femminicidio rappresenta una situazione estrema in cui una persona decide della vita di un’altra. Ma bisogna pensare anche a tutto quello che si vive in famiglia: serve capire cosa c’è nel nucleo familiare, bisogna cogliere i segnali. Ricordo che mia madre era sempre depressa, che mio padre era sempre psicologicamente violento. Bisogna guardare le dinamiche interne, dalle più piccole alle più grosse”.

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