Strage di Marzabotto, Mattarella: "Da nazismo e fascismo macerie materiali e morali"

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Il capo dello Stato alle celebrazioni per l'80esimo anniversario della strage nazista: "Siamo qui per chinare insieme il capo davanti a tante vite crudelmente spezzate, per riempire con i sentimenti più intensi di solidarietà quelle voragini che la disumana ferocia nazifascista ha aperto in queste terre. Può accadere di nuovo se dimentichiamo". Presente anche Frank-Walter Steinmeier, il primo presidente tedesco sul posto dopo più di vent'anni, che ha detto: "A nome del mio Paese vi chiedo perdono"

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"Siamo qui per chinare insieme il capo davanti a tante vite crudelmente spezzate, per riempire con i sentimenti più intensi di solidarietà quelle voragini che la disumana ferocia nazifascista ha aperto in queste terre. Siamo qui per ricordare, perché la memoria richiama responsabilità. Nella Seconda guerra mondiale si toccò il fondo dell'abisso. La barbarie, la cancellazione di ogni dignità umana. Il nazismo e il fascismo hanno lasciato macerie materiali e morali". A dirlo è il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, a Marzabotto per le celebrazioni dell'80esimo anniversario della strage nazista insieme al suo omologo tedesco, Frank-Walter Steinmeier, con il quale ha deposto una corona tra i ruderi della chiesetta di San Martino a Monte Sole, in memoria dei caduti. Poi l'incontro con alcuni sopravvissuti: "Grazie per essere venuti qui oggi e per aver onorato i nostri cari che non ci sono piu", ha detto una donna salutando i presidenti. "Grazie della vostra generosità e per la vostra accoglienza", ha replicato Steinmeier. Sono trascorsi oltre vent'anni da quando un altro capo dello Stato si è recato ufficialmente nei luoghi della strage nazifascista insieme a un presidente tedesco: era il 2002, qualche giorno prima del 25 aprile,e  Johannes Rau decise di salire a Monte Sole insieme a Carlo Azeglio Ciampi.

Mattarella ringrazia Steinmeier

"Presidente Steinmeier, desidero ringraziarti. La Repubblica italiana ti ringrazia per essere qui, insieme ai nostri concittadini, ai familiari delle vittime, per condividere un anniversario così carico di significato storico e civile - ha detto Mattarella rivolgendosi al presidente tedesco - Conosciamo la tua sensibilità: la presenza a Civitella Val di Chiana nel 2014, quando era ministro degli Esteri. E, da Presidente, l'omaggio al Mausoleo dei caduti delle Fosse Ardeatine, nel maggio del 2017. La commemorazione anni dopo delle stragi nel Comune toscano di Fivizzano, con un discorso toccante che contribuì a trasformare quel doloroso giorno di ricordo in un prezioso seme di riconciliazione, nel segno di una civiltà più umana. Permettimi di considerare l'evento di oggi come un segno ulteriore". "Sui pendii di Monte Sole vennero uccisi anche sacerdoti. Don Ubaldo Marchioni era all'altare di Casaglia di Caprara. Non si trattava soltanto di disprezzo verso la religione - ha proseguito il capo dello Stato - Era 'la negazione radicale di ogni umanità', come scrisse Giuseppe Dossetti, capo partigiano, Costituente, dirigente politico di primo piano, che lasciò la politica attiva per fondare, proprio a Casaglia, la sua comunità di monaci, per riposare poi, a pochi passi dalla chiesa distrutta, in quel piccolo cimitero divenuto anch'esso teatro di sterminio".

Mattarella: "Marzabotto simbolo della strategia dell'annientamento"

"Quasi ottocento le vittime, uccise tra il 29 settembre e il 5 ottobre 1944 nei Comuni di Marzabotto, Monzuno e Grizzane Morandi. Quasi duecento i bambini - ha ricordato Mattarella - Marzabotto e Monte Sole sono simbolo tra i più sconvolgenti della strategia di annientamento che accompagnò la volontà di dominio, il mito razziale, la sopraffazione nazionalista, insomma quell'impasto ideologico che sospinse il nazismo - e i loro complici, tra cui il regime fascista - a perseguire il catastrofico progetto di conquistare l'Europa e svuotarla della sua storia". "In queste terre, tra i fiumi Setta e Reno, si compì l'eccidio di civili più grande e spietato tra quelli perpetrati nel nostro Paese durante la guerra - ha aggiunto - Queste terre hanno conosciuto il terrorismo delle SS e dei brigatisti neri fascisti. Non c'erano ragioni militari che potessero giustificare tanta crudeltà"

Mattarella: "I nostri nonni trasformarono il dolore in forza generatrice"

"Italia, Germania ed Europa sono state capaci di risorgere da quell'inferno, costruendo libertà, pace, democrazia, diritti, comunità, una nuova sicurezza - ha detto ancora Mattarella - I nostri genitori, i nostri nonni non si abbandonarono alla rassegnazione. Furono capaci di trasformare il dolore più indicibile e inspiegabile in una forza generatrice. In una nuova epoca. In un sistema che, benché imperfetto, intendeva guardare al rispetto della dignità di ogni persona. Non è stato facile ricostruire un continente dalle macerie materiali e morali cui nazismo e fascismo l'avevano condannato. Ha richiesto coraggio e sacrificio".

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Mattarella: "Può accadere di nuovo se dimentichiamo"

"Perché? Perché tutto questo? Si può, si deve dimenticare? Continuiamo a chiedercelo percorrendo questi luoghi, sostando dinanzi ai memoriali. Le domande penetrano le nostre coscienze, senza riuscire a fornire una risposta esaustiva, definitiva, segnalando, piuttosto, una irrisolta inquietudine. 'È accaduto, quindi può di nuovo accadere', ci ammonì Primo Levi. Può accadere se dimentichiamo", ha detto ancora Mattarella. Poi ha aggiunto: "Ma, oggi, i conflitti in atto, i luoghi della sofferenza dove il diritto umanitario internazionale non trova applicazione, ci richiamano bruscamente alla responsabilità di non essere né ciechi, né addormentati, né immemori. Non dobbiamo mai dimenticare, anche se fatichiamo a comprendere. O forse, per citare ancora Levi: 'quanto è avvenuto non si può comprendere, anzi, non si deve comprendere, perché comprendere è quasi giustificare'". E ancora: "Sbagliamo se pensiamo che il razzismo, l'antisemitismo, il nazionalismo aggressivo, la volontà di supremazia, siano di un passato che non ci appartiene. Quanto accade ai confini della nostra Unione Europea suona monito severo. I fantasmi dell'orrore non hanno lasciato la storia. Ecco la ragione del pellegrinaggio laico a questi luoghi, fonti della nostra odierna convivenza civile, perenne richiamo alle follie degli uomini. Ecco le ragioni per cui i Presidenti Einaudi, Pertini, Scalfaro nel cinquantesimo anniversario della strage, Ciampi insieme al presidente tedesco Rau, vollero salire quassù. Per ribadire solennemente: mai più".

Mattarella: "Marzabotto e Monte Sole fondamenta dell'intera Europa"

"Marzabotto e Monte Sole sono pietre angolari della Repubblica italiana. A ottant'anni da quei tragici giorni oggi avvertiamo più nitidamente che Marzabotto e Monte Sole sono simbolo e fondamenta dell'intera Europa, prova del nostro destino comune che, insieme, nei giorni scorsi, a Berlino come a Bonn e Colonia, abbiamo confermato di volere scegliere", ha proseguito il presidente della Repubblica. Scegliamo il destino "di un'Europa che non rinuncia, e anzi vuole sviluppare i suoi valori, la sua civiltà, il suo diritto, fondato sul primato della persona. Così contribuiremo a un'Europa di pace, fondata sui valori che qui vennero negati con immane spargimento di sangue - ha aggiunto . Quell'Europa dei popoli e non della volontà di potenza e di supremazia di ogni Stato. Quella dell'Unione Europea, grande spazio di libertà nel mondo. A questa Europa contribuiscono insieme tedeschi e italiani. In questa giornata, alla presenza del Presidente Steinmeier, possiamo affermare, con le parole pronunciate dal Presidente Rau nel 2002, che Marzabotto è divenuto luogo che non separa più tedeschi e italiani ma li unisce".

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Steinmeier: "È duro per un presidente tedesco venire a Marzabotto"

"Signore e Signori, è un cammino difficile venire come Presidente Federale tedesco in questo luogo dell'orrore e parlare a Voi. Ma sono profondamente grato per il Vostro invito, stimate cittadine e stimati cittadini di Marzabotto e dei comuni limitrofi. E ringrazio Lei, caro Presidente Sergio Mattarella, per la possibilità di percorrere anche oggi assieme questo cammino, di essere venuti assieme qui dopo la Sua visita di Stato in Germania", ha detto Steinmeier. "Avere Voi tutti, avere Lei, un convinto europeista, al mio fianco, caro Presidente Mattarella, mi infonde speranza. I nostri due Paesi sanno che la democrazia, anche dopo essere stata conquistata, non è mai scontata. Sappiamo che la libertà e la democrazia vanno protette e difese, che un nazionalismo eccessivo porta alla guerra".

Steinmeier: "A nome del mio Paese vi chiedo perdono"

"Le parole in questo luogo si fanno piccole. Non bastano per descrivere quanto accadde qui a Monte Sole ottanta anni fa. Così tanta crudeltà. Così tanta sofferenza. Così tanto dolore. Così tante persone la cui vita venne qui annientata- Siamo qui oggi uniti nel dolore, ma anche in profonda amicizia. Fivizzano, Marzabotto, le Fosse Ardeatine, Sant'Anna di Stazzema, Civitella, in tutte queste località le truppe naziste perpetrarono crimini disumani in Italia, accecate dall'odio e dal fanatismo - ha detto poi il presidente tedesco Steinmeier - Questi luoghi ne rappresentano tanti altri meno noti, che soprattutto in Germania sono quasi sconosciuti. Anche per questo sono qui oggi. Cari ospiti, oggi sono qui davanti a Voi come Presidente Federale tedesco e provo solo dolore e vergogna. Mi inchino dinnanzi ai morti. A nome del mio Paese oggi Vi chiedo perdono". "Cari familiari, cari discendenti, che io possa parlare qui oggi è possibile solo perché Voi tutti avete concesso a noi tedeschi la riconciliazione - ha aggiunto - Che preziosissimo dono! Questa riconciliazione la vivete molto concretamente qui a Marzabotto e nei comuni limitrofi. Nella Vostra Scuola di Pace, in stretto scambio con giovani tedeschi, nel gemellaggio con Brema-Vegesack e nella sua Scuola Internazionale di Pace".

Steinmeir: "A Marzabotto 5 giorni d'inferno e nessuna umanità" 

"In quei giorni d'autunno del 1944, gli uomini delle SS uccisero come se fossero assetati di sangue. Rinchiusero le persone nelle case e vi gettarono dentro bombe a mano. Diedero fuoco a stalle, case, chiese, cappelle - ha ricordato Steinmeier - Non dimostrarono nessuna pietà, nessuna umanità, neppure per donne, sacerdoti, uomini anziani. E neanche per i bambini, così tanti bambini. Cinque giorni durò il massacro. Furono cinque giorni d'inferno". "Signor Presidente, caro Sergio, Cari ospiti, fu bestiale la furia scatenata qui dalle truppe tedesche appartenenti alla sedicesima Divisione corazzata granatieri delle SS 'Reichsführer-SS'. Con l'appoggio della Wehrmacht volevano vendicarsi per la resistenza dei partigiani della Stella Rossa. Ma volevano molto di più della vendetta. Erano spinti dalla volontà di sterminio. Alla ritirata dei tedeschi i morti erano 771. Tra cui oltre 300 donne e oltre 200 bambini, perfino neonati. A Marzabotto si consumò il più efferato di tutti i crimini commessi dalle truppe tedesche in Italia durante la seconda guerra mondiale".

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Steinmeier: "Preoccupa recrudescenza estrema destra tedesca"

"Ricordare: in questa giornata di commemorazione vorrei rammentarlo molto consapevolmente a tutti i tedeschi. Vorrei rammentarlo molto consapevolmente anche perché viviamo un momento in cui anche nel mio Paese assistiamo a una recrudescenza delle forze nazionaliste e di estrema destra. Forze che intendono indebolire o minare la democrazia - proprio nel mio Paese. Questo mi preoccupa. Ma mi dà anche determinazione", ha osservato Steinmeier. "Ricordare perché quanto accaduto non ritorni - ha aggiunto - questo è il lascito di Primo Levi. Questa è la responsabilità dinnanzi alla nostra storia, soprattutto per noi tedeschi. E questa responsabilità non può essere archiviata". E ancora: "Caro Signor Ekkehard Bohne, caro Signor Gunnar Sgolik, stimata Signora Patrizia Zanasi, stimato Professore Carlo Gentile, Voi, la gente qui a Monte Sole, Voi tutti Vi adoperate per salvaguardare la memoria. Ed è particolarmente importante il fatto che Voi la tramandiate ai giovani, e di questo Vi ringrazio. Ed è ancora più importante che i giovani conoscano il passato, poiché sono solo pochi i testimoni rimasti. Anche per questo mi sta a cuore il Fondo italo-tedesco per il futuro, che trasmette la memoria alle giovani generazioni".

L’eccidio

Vittime di rastrellamenti, stanate in un territorio relativamente ampio, fatto di piccoli borghi, parrocchie, osterie, empori: molte rimasero sepolte per mesi e solo dopo la fine della guerra si fecero i conti con l'orrore: la strage di Marzabotto, perpetrata dalle truppe naziste guidate dal maggiore Walter Reder tra il 29 settembre e il 5 ottobre 1944, causò la morte di 770 civili tra cui donne, bambini e anziani nei territori tra i comuni di Marzabotto, Grizzana Morandi e Monzuno, nell'Appennino bolognese. La strage di Monte Sole, spesso chiamata la strage di Marzabotto, viene oggi ricordata come l'eccidio più efferato e di più vaste proporzioni contro la popolazione civile che si sia avuto nell'Europa Occidentale durante la seconda guerra mondiale. Terribili storie che si iscrivono in un fase delicata del conflitto quando, nell'autunno del '44, le truppe alleate stavano risalendo la penisola minacciando di sfondare la Linea Gotica, ovvero le difese nazifasciste sull'appennino tosco-emiliano. La storia, un massacro pianificato ricorda fucilazioni, case incendiate, violenze atroci, anziani decapitati, donne stuprate e uccise, bambini gettati vivi tra le fiamme. La vittima più giovane, Valter Cardi, era un neonato di soli quattordici giorni.

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