Eccidio di Forno, 80 anni fa la strage nazifascista: il ricordo del paese

Cronaca
Silvia Donnini

Silvia Donnini

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Il 13 giugno 1944 le truppe tedesche accompagnate dai fascisti della X Mas attaccarono Forno, frazione di Massa alle pendici delle Alpi Apuane, uccidendo 68 persone. Oggi, in occasione dell'ottantesimo anniversario del massacro, la memoria dei caduti continua a vivere grazie al progetto "Via XIII Giugno", un'iniziativa che attraverso esposizioni, racconti, installazioni e musica, diffonde il ricordo delle vittime e le testimonianze dei sopravvissuti

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È il 13 giugno 1944. I reparti dell'esercito tedesco accompagnati dai militari fascisti della X Mas raggiungono Forno, un piccolo paese di montagna in provincia di Massa e Carrara, incastonato tra le Alpi Apuane e attraversato dal fiume Frigido. Le truppe nazifasciste rastrellano il centro abitato, casa per casa. Uccidono i partigiani che tentano di resistere armati, ferendo a morte anche un bambino di 9 anni, e raggruppano donne, minori e anziani nel cimitero del paese. Tutti i giovani uomini invece vengono condotti nella caserma dei carabinieri locale. Sessanta di loro, sospettati di essere partigiani a causa della delazione di una spia, vengono radunati a piccoli gruppi davanti alla chiesa fornese di Sant'Anna, affacciata sul fiume. Qui, lungo la sponda del Frigido, vengono fucilati uno a uno in quello che sarà per sempre ricordato come l'eccidio di Forno. Oggi, a distanza di 80 anni dalla strage nazifascista che ha lasciato un solco profondo nella storia del paese, la memoria dei caduti continua a vivere grazie all'attività del gruppo Fanti Valenti che, dal 2021, porta avanti il progetto Via XIII Giugno. Un'iniziativa che, attraverso esposizioni, racconti, installazioni e musica, diffonde il ricordo delle vittime e le testimonianze dei sopravvissuti.

La prima commemorazione dell'eccidio a Forno, 13 giugno 1945

La strage

Il massacro del 13 giugno, giorno in cui a Forno si celebra la festa di Sant'Antonio, patrono del paese, fu commesso da una colonna nazifascista formata dagli uomini della 135° Festungs-Brigadestab tedesca (la Brigata da fortezza), guidati dal colonnello Kurt Almers. Ad accompagnarli anche alcuni membri della Kriegsmarine, la Marina militare tedesca, e i militi della compagnia “O” della X Mas, al comando del tenente Umberto Bertozzi. Dopo la strage compiuta davanti alla chiesa fornese, i nazifascisti incendiarono una casa e la caserma dei carabinieri, all'interno della quale morirono due persone rimaste intrappolate. Infine, deportarono altri 51 prigionieri nei campi di concentramento in Germania. Nell'eccidio morirono 68 persone.

June 4, 1944. Rome, Italy, American soldiers driving down Via del Corso. (Photo by Archivio Cicconi/Getty Images)

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I caduti

A due passi dalla chiesa di Sant'Anna, teatro dell'eccidio, sorge oggi un monumento dedicato alle 68 vittime. Tra i nomi incisi sulla targa in marmo bianco c'è quello di Michele Ricci. Nato il 18 novembre 1924, all'epoca aveva solo 19 anni. Come raccontato dalla sorella e dai parenti più stretti, il giorno della rappresaglia si nascose nella propria casa, dove viveva insieme ai genitori e a una delle tre sorelle. Durante il rastrellamento, riconobbe da lontano la voce di un vecchio amico con cui aveva frequentato la scuola qualche anno prima e decise di raggiungerlo. Questi, che nel frattempo si era unito alle truppe fasciste, lo catturò. Michele Ricci fu fucilato dai nazifascisti sulla sponda del fiume Frigido il 13 giugno 1944. Suo fratello, Mario, venne invece deportato in Germania.

Tra i caduti anche Ugo Tonarelli Domenichini, nato il 6 maggio 1924. Diplomatosi come maestro elementare, aveva spiccate doti musicali e, già all'età di 15 anni, aveva firmato un contratto con la casa editrice Ricordi. Il 13 giugno fu catturato e ucciso davanti alla chiesa di Sant'Anna. Alla fine della guerra, la Ricordi provò a ricontattarlo per proseguire la collaborazione artistica.

Il monumento ai caduti a Forno. Accanto, Michele Ricci (in alto) e Ugo Tonarelli Domenichini

Le testimonianze

Alle fucilazioni da parte delle truppe nazifasciste sopravvissero quattro persone. Tra queste, Franco Del Sarto che, un attimo prima degli spari, si gettò dal muretto su cui era stato schierato insieme ai compaesani. Venne colpito alla gamba ma riuscì a salvarsi nascondendosi tra i corpi esanimi dei compagni.

Tra le testimonianze dell'eccidio, anche quella di Eugenia Manfredi che, morta nel 2022 all'età di 87 anni, ricordava molto bene quel lontano 13 giugno. All'epoca aveva solo 9 anni, ma un particolare dettaglio si era insinuato nella sua mente e non l'aveva più abbandonata: “Il rimbombo degli scarponi dei nazisti sul selciato”. Anche a distanza di molti anni, Eugenia diceva di sentirlo risuonare nelle sue orecchie. Come lei, anche Anna Alberti, che allora aveva 9 anni, ricorda ancora oggi il momento in cui i tedeschi entrarono nella sua casa e buttarono via il suo vestito e le scarpette da cerimonia: quel giorno infatti i bambini di Forno avrebbero dovuto, in occasione della festa patronale, ricevere la prima comunione.

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Un'iniziativa del progetto "Via XIII Giugno" a Forno

Il progetto “Via XIII Giugno”

Giunto quest'anno alla sua quarta edizione, Via XIII Giugno è un progetto per la memoria nato nel 2021 da un'idea di alcuni abitanti di Forno, cresciuti da sempre con i racconti legati all'eccidio del 1944. Al centro dell'iniziativa, inaugurata lo scorso 8 giugno e in programma fino a oggi, 13 giugno, c'è la volontà di tenere vivo il ricordo di chi, quel giorno, morì nella strage nazifascista. “L'obiettivo è quello di dare un volto ai nomi scritti sul monumento di Sant'Anna”, spiega Alice Manfredi, ideatrice, insieme ad altri abitanti del paese, di Via XIII Giugno. “Abbiamo raccolto varie testimonianze, alcune delle quali riportate anche nei libri. Siamo riusciti poi a metterci in contatto con i parenti lontani di alcune vittime dell'eccidio, che oltre a consegnarci le loro fotografie, ci hanno anche raccontato nel dettaglio le loro storie”, ha aggiunto. 

Un'iniziativa del progetto "Via XIII Giugno" a Forno

L'iniziativa ripercorre le vite e i racconti di coloro che hanno vissuto in prima persona quella giornata, attraverso un percorso espositivo e multimediale allestito nei vicoli e nelle piazze del paese, fatto di immagini, testimonianze, documenti, installazioni, musica e persino profumi. Con un ricco calendario di eventi, tra concerti, escursioni, spettacoli teatrali, letture e proiezioni, il progetto vedrà protagonista l'itinerario della mostra dedicata ai caduti e oggi, alle 17.30 in piazza San Vittorio, l'incontro “Storia della Resistenza in Apuania, Massa 1943-1945” di Andrea Marchetti e a cura di Anpi Massa.

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