Mattarella ad Ampezzo per 80 anni Carnia libera: "Fascismo complice di ferocia nazista"

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Il presidente della Repubblica ha preso parte alla commemorazione per l'ottantesimo anniversario della Carnia zona libera e dell'Alto Friuli. Dopo aver deposto una corona di fiori davanti al monumento ai caduti, il Capo dello Stato ha tenuto il suo discorso davanti a una folla di persone. "Oggi la Repubblica, qui, in Friuli, riconosce in queste popolazioni, in Carnia, le radici della nostra Costituzione, che alimentano la nostra vita democratica", ha detto Mattarella

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Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha preso parte questa mattina ad Ampezzo alla commemorazione degli 80 anni della Carnia zona libera e dell'Alto Friuli. Ad accoglierlo, oltre a una folla di persone, anche il governatore del Fvg, Massimiliano Fedriga, il sindaco di Ampezzo, Michele Benedetti, e il picchetto d'onore della Brigata alpina Julia, ottavo reggimento alpini. "Qui ad Ampezzo la Repubblica rende onore a quanti hanno contribuito alla causa della libertà animando le esperienze delle zone libere partigiane", ha detto Mattarella nel suo discorso, dopo aver deposto una corona di fiori davanti al monumento ai caduti.

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Il presidente Mattarella alla cerimonia della Carnia libera

Circondato da una folla di persone, tra bambini che sventolavano il tricolore e abitanti in abiti tradizionali ampezzani, il presidente della Repubblica ha tenuto il suo discorso nella piazza principale della città, dove era stata appositamente montata una tensostruttura. "Il fascismo, con il regime della Repubblica sociale italiana, era complice della ferocia nazista", ha detto Mattarella durante le celebrazioni. "Caratteristica del movimento partigiano era proprio la sollecitazione all'iniziativa e alla partecipazione dal basso, dopo due decenni di subalternità e passività popolare, frutto dell'applicazione del precetto fascista 'credere, obbedire, combattere'”, ha proseguito il Capo dello Stato aggiungendo che “la scelta politica di dare vita alle Repubbliche partigiane esprimeva una fase di maturità dell'esperienza della Resistenza, oltre che corrispondere a una valutazione sull'andamento della guerra, con la anticipazione della futura esperienza democratica. La storiografia resistenziale ha definito la Carnia 'laboratorio di democrazia'". 

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Mattarella: "L'Italia orgogliosa del percorso compiuto dalla Liberazione”

La prima carica dello Stato ha proseguito il suo discorso ad Ampezzo, spiegando che "il Regno d'Italia, con l'ambigua dichiarazione dell'8 settembre 1943 e sino al cambio di fronte operato con la dichiarazione di guerra a Berlino del 13 ottobre successivo, aveva permesso l'invasione della penisola da parte delle truppe germaniche". Poi ha aggiunto: "Si era manifestato, così, l'intento annessionistico da parte del Terzo Reich dei territori e delle popolazioni dell'arco alpino che andavano dall'Alto Adige alla provincia di Lubiana, sottratti alla presunta autorità del governo collaborazionista di Salò e sottoposte in realtà all'autorità militare tedesca". Infine, il presidente della Repubblica ha sottolineato che "l'Italia è orgogliosa del percorso compiuto in questi quasi 80 anni dalla Liberazione".   

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Mattarella: “In Carnia le radici della nostra Costituzione”

Durante la cerimonia per l'ottantesimo anniversario della zona libera della Carnia e dell'Alto Friuli, il Capo dello Stato ha rimarcato che "oggi la Repubblica, qui, in Friuli, riconosce in queste popolazioni, in Carnia, radici della nostra Costituzione, che alimentano la nostra vita democratica". Poi ha proseguito: "Vi è una serie di ricordi di queste esperienze" delle Repubbliche partigiane. "Da Montefiorino all'Ossola, dall'Alto Monferrato alla Valsesia, alla Carnia, venne offerto l'esempio di genti che non si contentavano di attendere l'arrivo delle truppe alleate ma intendevano sfidare a viso aperto il nazifascismo, dimostrando che questo non controllava né città né territori, mettendo a nudo quello che era: truppa di occupazione. Ecco perché la battaglia della Resistenza era una battaglia per l'indipendenza, oltre che per la libertà", ha ricordato Mattarella.

Mattarella: "La Repubblica rende oggi onore a quanti hanno contribuito alla causa della libertà"

"Il 1944 fu un anno carico di orrore, in Italia e in Europa. Il progressivo ritiro delle truppe naziste lasciava dietro di sé una drammatica scia di stragi. Ne sono testimonianza i villaggi dei nostri Appennini e delle nostre Alpi violati e incendiati, da Sant'Anna di Stazzema a Marzabotto, da Civitella Val di Chiana a Fivizzano. A Boves, alla Carnia”, ha ricordato ancora il capo dello Stato nel suo discorso. “L'offensiva alleata martellava le città con bombardamenti dagli esiti spesso tragici, come quello che portò, a Milano, alla morte di 184 bambini, nella Scuola elementare Francesco Crispi di Gorla. Da Fossoli partivano i trasporti degli ebrei verso i campi di sterminio di Bergen Belsen e Auschwitz". In uno dei passaggi più applauditi del suo intervento, Mattarella ha poi aggiunto: "Contemporaneamente prendeva forza il movimento di Resistenza al fascismo che, con il regime della Repubblica sociale italiana, era complice della ferocia nazista. Si affacciavano i primi embrioni di partecipazione politica e di aspirazioni democratiche. Ad Ampezzo, la Repubblica rende oggi onore a quanti hanno contribuito alla causa della libertà, animando l'esperienza delle 'zone libere', delle 'Repubbliche partigiane'. Una causa esemplarmente raffigurata qui dalla Medaglia d'oro Paola Del Din".  

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