In Evidenza
Altre sezioni
altro

Per continuare la fruizione del contenuto ruota il dispositivo in posizione verticale

Inchiesta Liguria, nelle intercettazioni le pressioni per favorire Spinelli

Cronaca

Diletta Giuffrida

Dalle 654 pagine di ordinanza di custodia cautelare firmata dalla gip di Genova, Paola Faggioni, emerge il clima di "pressioni", "assoggettamento" e di "imposizioni dall’alto" che si respirava nella gestione degli affari che rientravano nella sfera di competenza della Regione, sotto la guida di Giovanni Toti

Il tuo browser non supporta HTML5

Condividi:

C’è un episodio in particolare che emerge dalle 654 pagine di ordinanza di custodia cautelare firmata dalla giudice per le indagini preliminari di Genova Paola Faggioni, a mettere in luce il clima di "pressioni",  "assoggettamento" e di "imposizioni dall’alto" – come scrive lo stesso gip – che si respirava nella gestione degli affari che rientravano nella sfera di competenza della Regione Liguria sotto la guida del Presidente Giovanni Toti (ora ai domiciliari). Tra le tante pratiche risolte - secondo la Procura di Genova - grazie a quello che nelle carte viene definito "un meccanismo corruttivo perfettamente collaudato"” c’è anche la pratica del rinnovo per trent’anni della concessione del Terminal Rinfuse (scaduta il 31 dicembre 2020) alla Terminal Rinfuse S.r.l., controllata al 55% dalla Spinelli S.r.l., pendente davanti al Comitato di Gestione dell’Autorità del Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale, che sarà poi approvata il 2 dicembre 2021.

 

I rapporti tra Spinelli e Toti

Il terreno per portare a casa il rinnovo della concessione in favore della società di Aldo Spinelli, noto imprenditore della logistica genovese ai domiciliari per corruzione, e del figlio Roberto si inizia a preparare già a settembre 2021 in uno dei tanti incontri che si tengono a bordo dello Yacht di Spinelli con il presidente Toti, e nelle tante telefonate intercettate in quei giorni dagli investigatori. "La richiesta di agevolare la positiva trattazione della pratica, verrà avanzata dall’imprenditore sia al presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, sia direttamente al presidente dell’Autorità di Sistema Portuale Paolo Emilio Signorini […] Particolarmente significativo è il fatto che, circa un’ora dopo la conversazione telefonica citata, il Presidente della Regione effettuava una chiamata alla referente della propria segreteria politica e delegata a operare sul conto corrente del ‘Comitato Giovanni Toti – Liguria’ dal contenuto della quale si evinceva chiaramente che era stato predisposto un versamento da parte di Spinelli in favore del comitato Toti" scrive il gip.

I contatti con Signorini

In quei giorni di settembre 2021 i contatti tra Spinelli, Toti e Signorini (ndr l’unico in carcere) sono numerosi e costanti in vista del Comitato di Gestione convocato il 29 settembre 2021, e che avrebbe dovuto dare il via libera al rinnovo della concessione per Spinelli. Dall’ordinanza: "Nel corso della serata del 1 settembre Giovanni Toti telefona nuovamente a Paolo Emilio Signorini e torna a caldeggiare l’esito favorevole e celere della pratica auspicata da Spinelli, cioè il rinnovo della concessione relativa al Terminal Rinfuse, palesando il fatto che dalla rapida e positiva conclusione di tale iter amministrativo egli stesso (ndr Signorini) avrebbe potuto trarne vantaggio". Nelle intercettazioni lo stesso Signorini tranquillizza Toti: "E' proprio un fatto burocratico di tempi minimi, delle pubblicazioni di queste cose, lui è apprensivo ma stai tranquillo".

 

La posizione contraria di alcuni membri del comitato di gestione

Nonostante le rassicurazioni arrivate a Spinelli da Toti e Signorini, al Comitato di Gestione dell’Autorità del Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale le cose non vanno esattamente secondo le loro aspettative. Almeno non subito. Non si era forse considerato che qualcuno avrebbe potuto mettersi di traverso e ostacolare l’accordo, frutto di corruzione secondo i magistrati, che avrebbe dovuto portare al rinnovo della concessione per Spinelli in tempi brevi come fosse una mera formalità. Invece è esattamente ciò che accade e che emerge da alcune conversazioni tra Giorgio Carozzi, rappresentante per il Comune di Genova all’interno del comitato di Gestione dell’Autorità del Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale, Andrea La Mattina, membro di rappresentanza della Regione Liguria e Cristoforo Canavese detto "Rino", membro di rappresentanza del Comune di Savona. Indugi che porteranno Spinelli a chiedere un immediato intervento di Toti "per raddrizzarli".

 

 

approfondimento

Inchiesta in Liguria, Toti si avvale della facoltà di non rispondere

Le pressioni su chi prova a resistere

In una conversazione del 30 settembre 2021 La Mattina, che nella votazione si era astenuto, spiegava la sua posizione al suo interlocutore: "Signorini si è incazzato come una pantera, ha detto ‘Questo lo trovo stupefacente, ne parlerò con i vostri mandanti' precisando poi "Io non accetto di essere minacciato da nessuno, se vuole venire il Presidente, che lui ha detto ‘ne parlerò con Toti’ … se vuole venire Giovanni Toti al mio posto, domani mattina gli lascio il posto". I giorni passano ma la situazione non si sblocca mentre aumentano le pressioni su chi fa resistenza alla proroga della concessione trentennale per il Terminal Rinfuse. In una conversazione del 7 ottobre 2021 con La Mattina, Carozzi si esprimeva in modo molto esplicito: "E’ probabile anche che me ne vada da lì, perché siete una banda di … bèlin…Meno male che…La realtà è che secondo me per uscirne vivi noi tre senza dare l’impressione che abbiamo preso la stecca, parliamoci chiaro, come ha preso il tuo … quello che … quello che …, che… il Presidente (ndr Signorini) definisce ‘mandante’ […] Io gli ho detto a Bucci che non me la sento, piuttosto mi dimetto. E’ troppo sputtanante. Usciamo da lì e ci prendono tutti per il culo. Dicono: Bèlin, guarda quelli! Quanto avete preso? Trent’anni a un terminal rinfuse? Ma nemmeno fosse… cioè, non esiste".

Qualche giorno dopo, è il 13 ottobre 2021, anche Rino Canavese, "in linea con il suo orientamento che aveva già manifestato – scrive il gip - rappresenta a La Mattina di essere preoccupato per via di alcune pressioni ricevute, specificando di non sentirsela di dare un voto favorevole alla società di Spinelli". Intercettato si esprimeva così: "Io sono molto, come dire… molto preoccupato per quella delibera … nel senso che non ci sta, è fasulla… anch’io ho avuto pressioni però, diciamo, non me la sento di votarla".

E ancora Giorgio Carozzi, sempre parlando con La Mattina, ribadendo l’incoerenza di concedere una proroga trentennale per il Terminal Rinfuse, se non in un’ottica di interesse privato di Spinelli, diceva: "Io gli voglio bene ad Aldo (Spinelli ndr), gli voglio tantissimo bene però questa cosa qui non è nell’interesse di Genova è solo nel suo interesse, piuttosto io mi dimetto ma non sto lì a difendere gli interessi di privati, scusami…".

Col passare dei giorni l’opacità della situazione diventa sempre più esplicita nelle conversazioni intercettate. Ancora Giorgio Carozzi, parlando questa volta con un giornalista definisce la delibera "una delibera truffa" esplicitando la propria convinzione di una procedura amministrativa falsata da corruzione. E’ il 16 ottobre: "Han preso talmente in tanti la stecca che facevano di tutto per farla passare, che è una cosa allucinante da ogni punto di vista. Signorini ha spinto fino all’ultimo… Signorini ha spinto perché … eeeeh … su indicazione di Toti".

 

approfondimento

Inchiesta corruzione Liguria, i regali di Vianello a Signorini