Omicidio Giogiò, condannato a 20 anni di carcere il 17enne imputato nel processo a Napoli
CronacaGiovanbattista Cutolo è il giovane musicista ucciso la notte del 31 agosto scorso a Napoli. Accolta la richiesta del pm della Procura dei Minori, che aveva chiesto 20 anni di reclusione per il ragazzo accusato dell’assassinio, mentre l’avvocato dell’imputato aveva chiesto al giudice la messa in prova per il 17enne e ha annunciato che "presenteremo appello". "Giustizia è fatta, abbiamo scritto una pagina di storia", ha commentato la madre del 24enne. Momenti di tensione fuori dal tribunale
Il 17enne che ha ucciso Giovanbattista Cutolo è stato condannato a 20 anni di carcere. Lo ha deciso il gup del Tribunale dei Minorenni di Napoli Umberto Lucarelli, dopo l'udienza preliminare del processo per l’omicidio del 24enne, conosciuto da tutti come Giogiò. Il giovane musicista è stato ucciso la notte del 31 agosto del 2023 nel capoluogo campano, da un minorenne che gli ha sparato un colpo di pistola in piazza Municipio durante una lite scoppiata per uno scooter parcheggiato male. Il gup ha accolto la richiesta del pm della Procura dei Minori Francesco Regine, che al termine della sua requisitoria aveva chiesto 20 anni di carcere per il 17enne imputato: è il massimo della pena considerato il rito abbreviato. "Giustizia è fatta, abbiamo scritto una pagina di storia", ha commentato la madre di Cutolo. Il legale del 17enne ha invece anticipato che "presenteremo appello". Momenti di tensione si sono registrati fuori dal tribunale, subito dopo la sentenza: alcuni parenti del minorenne hanno urlato frasi offensive e hanno minacciato gli amici del ragazzo ucciso, che da stamattina hanno organizzato un sit in per chiedere giustizia. Gli amici hanno risposto intonando cori per Giogiò, protetti da un cordone di forze dell'ordine.
L’avvocato del 17enne aveva chiesto la messa in prova
Nel corso del processo al Tribunale dei Minori di Napoli, l’avvocato dell’imputato aveva chiesto al giudice la messa in prova per il 17enne. La richiesta era stata fatta dal legale Davide Piccirillo. Il pm del Tribunale si era opposto alla richiesta, che poi non è stata accolta dal giudice. Il minore, che ha scelto il rito abbreviato ed è arrivato in aula accompagnato dai familiari e dal suo legale, ha confessato di aver sparato ma di non averlo fatto con l'intenzione di uccidere. "Il ragazzo ha mostrato segni di ravvedimento, ha fatto ritrovare l'arma, ha fornito informazioni su coloro che erano con lui quel giorno e ha rivolto le sue scuse alla famiglia. Ci aspettavamo una pena meno dura", ha detto l'avvocato Piccirillo dopo la sentenza. "Attendiamo di conoscere le motivazioni, poi presenteremo appello", ha aggiunto.
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I genitori di Giogiò: "Giustizia è fatta, scritta pagina di storia"
In aula era presente anche Daniela Di Maggio, la madre del 24enne ucciso. "Giustizia è fatta. Vent'anni, l'ergastolo per i minori. Grazie giustizia, abbiamo scritto una pagina di storia", ha commentato dopo la sentenza. "La sentenza di 20 anni è un segnale potente per tutta la società civile - ha aggiunto -. Quando c'è un'indignazione vera e le coscienze si scuotono vuol dire che tutti si muovono intorno a un obiettivo. Tutta Napoli e tutta Italia voleva questa sentenza e soprattutto mi aspetto che adesso i minori non escano più in strada con i coltelli, con i tirapugni e con le pistole, sentendosi non più impuniti. Perché vent'anni sono tanti. È giusto che questa sentenza così importante scriva una pagina di storia, la chiamerei la rivoluzione di Giogiò perché adesso aiuterà gli altri. Questa è la cosa che più mi interessa".
Il sit in prima dell'udienza
Prima dell'udienza, la donna aveva preso parte alla manifestazione davanti al tribunale. “Vogliamo la giustizia, se non ci sarà faremo la rivoluzione civile”, aveva urlato al megafono. Con lei, all’esterno dell’edificio, una cinquantina di persone con cartelli e foto di Giogiò. "Il giudice – aveva detto ancora Daniela Di Maggio – sia nei panni della mamma, del papà e della sorella, pensi a questo prima della sentenza. Altro che rito abbreviato. Hanno ucciso mio figlio come se fosse il peggiore dei camorristi”. “Spero – aveva aggiunto al megafono il padre del ragazzo, Franco Cutolo – in una pena esemplare, ho fiducia nel giudice. Ci vogliono interventi seri del governo in generale sui minori, ma prima delle nuove politiche sociali ci vogliono misure subito. Il primo problema sono le armi, troppe in mano ai minori". I manifestanti hanno anche appeso un grande striscione all'ingresso del tribunale con la scritta "Vogliamo giustizia per Giogiò” e molti hanno portato strumenti musicali. Giovanbattista Cutolo era un musicista di talento e faceva parte dell'Orchestra Scarlatti junior. Un omaggio al ragazzo ucciso era arrivato anche sul palco dell’ultimo Festival di Sanremo.
La mamma del 24enne: l’imputato mi guardava con sfida
All’uscita dal tribunale, prima della sentenza, Daniela Di Maggio aveva parlato del 17enne imputato: “Ma quale pentimento? Mi sfidava pure in aula, col doppio taglio, tutto tirato a lustro, sta benissimo, mentre una comunità intera, io, mio marito, mia figlia, gli amici di Giogiò e i miei parenti stiamo tutti uccisi”. Poi aveva aggiunto: “Il pubblico ministero ha fatto un'arringa meravigliosa. Dalla ricostruzione delle telecamere e di tutte le testimonianze di chi era presente si è visto che ha estratto la pistola contro Giogiò, che non c'entrava niente, e ha sparato. Prima due colpi, poi ha rincorso Giogiò e ne ha sparato il terzo mortale, perché aveva il gusto di uccidere".