Liliana Segre querela l'ex ambasciatrice Elena Basile per le frasi sui bambini israeliani

Cronaca
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A darne notizia è l’avvocato Luciano Belli Paci, figlio della senatrice a vita. "Eventuali risarcimenti verranno integralmente devoluti in beneficenza”, hanno sottolineato i legali che hanno anche dato mandato all'avvocatessa Daniela De Pasquale di procedere in sede civile per far rimuovere i "messaggi diffamatori" 

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La senatrice a vita Liliana Segre ha querelato Elena Basile, l'ex diplomatica che sui suoi social e sul suo canale youtube aveva accusato Segre, sopravvissuta all'Olocausto, di essere "tormentata solo dal pensiero dei bambini ebrei". A darne notizia è l’avvocato Luciano Belli Paci, figlio di Segre, che ha spiegato come oggi il legale della senatrice, Vincenzo Saponara, abbia depositato la querela già preannunciata nelle scorse settimane. Oltre a procedere in sede penale, Belli Paci ha anche dato mandato all'avvocatessa Daniela De Pasquale di procedere in sede civile per far rimuovere i "messaggi diffamatori" e ottenere un eventuale risarcimento dei danni che ha causato da devolvere "integralmente" in beneficenza.   

Querela già preannunciata

“A seguito dell’avvio di un procedimento in sede penale verranno assunte tutte le opportune iniziative in sede civile per la rimozione dei messaggi diffamatori e per ottenere il risarcimento dei danni che ne sono derivati. La senatrice desidera precisare fin d’ora che eventuali risarcimenti verranno integralmente devoluti in beneficenza”, hanno sottolineato i legali. “La querela - ha sottolineato Belli Paci - che, preannunciata a seguito del noto video nel quale Elena Basile accusava la senatrice di avere a cuore solo i bambini ebrei e non quelli palestinesi, ha richiesto un accurato lavoro preparatorio per monitorare l’ampiezza della propagazione del messaggio diffamatorio. Il video in questione prima è stato diffuso tramite i social network direttamente riferibili a Basile (pagina Facebook, account Instagram e canale YouTube), dopo di che ha avuto migliaia di visualizzazioni e innumerevoli condivisioni sui più disparati social network, è stato ripreso da tutti i principali organi di informazione ed è stato persino tradotto in lingua araba, con un numero enorme di visualizzazioni anche in tale versione”. 

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Il figlio della senatrice ha ricordato poi le affermazioni fatte da Basile “in data 30 gennaio 2024 al Giornale d’Italia (testata online)” dove “la querelata ha ribadito le proprie accuse con toni perfino più offensivi nei confronti di Liliana Segre”.  “La diffusione a macchia d’olio delle infamanti accuse inventate da Basile, e a maggior ragione la propagazione del video tradotto in lingua araba, ha avuto l’effetto di una gigantesca istigazione all’odio in un contesto che è già di elevatissima tensione per il drammatico conflitto in corso in Medio Oriente, esponendo la senatrice Segre, che vive sotto scorta dal 2019, a nuovi rischi per possibili ritorsioni”, ha aggiunto il figlio di Liliana Segre.

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Eventuale risarcimento in beneficenza

“Basile - ha spiegato Belli Paci - pur avendo riconosciuto nel suo anomalo messaggio di scuse a mezzo stampa (articolo su ilfattoquotidiano.it del 7.2.2024) di avere completamente distorto il pensiero di Liliana Segre e di avere fatto un ‘paragone inappropriato’ non ha rimosso il suo video dalle varie piattaforme, non ha provveduto a pubblicare un video di rettifica, non si è in alcun modo adoperata per arrestare la proliferazione del suo messaggio diffamatorio. La stessa Basile, inoltre, ha continuato a sostenere di essere stata tratta in inganno da ‘una certa stampa’, che avrebbe riportato le dichiarazioni di Liliana Segre in maniera distorta. Tesi che non trova alcun riscontro nella realtà, giacché le dichiarazioni rese dalla senatrice in diverse sedi in merito ai fatti del 7 ottobre e al conflitto armato scaturitone sono state riportate correttamente dalle testate giornalistiche”. E ha concluso: “Oltre a procedere in sede penale, la senatrice Segre ha dato mandato all’avvocatessa Daniela De Pasquale, dello Studio Ughi e Nunziante di Milano, specializzata nella tutela della proprietà intellettuale e del diritto all’immagine, di assumere tutte le opportune iniziative in sede civile per la rimozione dei messaggi diffamatori e per ottenere il risarcimento dei danni che ne sono derivati. La senatrice desidera precisare fin d’ora che eventuali risarcimenti verranno integralmente devoluti in beneficenza”. 

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