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Vittorio Emanuele di Savoia e la morte di Dirk Hamer, dall’arresto all’assoluzione

Cronaca

Il 18 agosto 1978 Vittorio Emanuele venne accusato di omicidio per aver sparato a Dirk Hamer, 19 anni, nell'isola di Cavallo in Corsica. L'ipotesi d'accusa di omicidio volontario, sulla base della quale fu in seguito arrestato, cadde nel novembre del 1991 quando fu prosciolto dalla Camera d'accusa parigina e condannato a 6 mesi con la condizionale per porto abusivo d'arma da fuoco, "fuori dalla propria abitazione”

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Vittorio Emanuele di Savoia, scomparso a 86 anni sabato 3 febbraio, è stato spesso al centro di vicende giudiziarie, che lo hanno praticamente visto uscire spesso indenne da ogni accusa. Ma il caso che sicuramente ha fatto più discutere, e che di recente è stato al centro di una docuserie su Netflix, è quello della morte del 19enne Dirk Hamer, 19enne tedesco ucciso in una sparatoria nel 1978 sull'isola di Cavallo, in Corsica.

La vicenda del 1978

La notte del 18 agosto 1978 Vittorio Emanuele, dal suo yacht ormeggiato sull'isola di Cavallo, esplode due colpi di carabina dopo aver subito il furto di un gommone. Secondo l'accusa, uno dei proiettili raggiunge alla coscia il giovane studente tedesco, che dorme in una barca vicina, dopo averne perforato la carlinga: Hamer morirà a dicembre dopo una lunga agonia. 

L'arresto e la difesa di Vittorio Emanuele

Vittorio Emanuele viene arrestato ma la difesa sostiene che alla sparatoria avrebbero partecipato altre persone, fuggite subito dopo e mai identificate dalla gendarmeria francese: dubbi anche sul calibro e il rivestimento dei proiettili, risultati diversi da quelli dell'arma del principe. Tornato in libertà, nel novembre del 1991 viene prosciolto dalla Camera d'accusa parigina dall'accusa di omicidio volontario e condannato a 6 mesi con la condizionale solo per porto abusivo di armi da fuoco "fuori dalla propria abitazione".

Dirk Hamer (a sinistra) e Vittorio Emanuele nel 1978 - ©Getty

Il caso rispunta nel 2006

Il verdetto, pur tra le polemiche, sembra scrivere la parola fine al caso e invece nel 2006, nell'ambito dell'inchiesta su “Vallettopoli” (da cui uscirà assolto), Vittorio Emanuele viene intercettato nel carcere di Potenza mentre si vanta di aver sparato due colpi la notte di Cavallo senza patirne conseguenze ("li ho fregati"): per i difensori però la conversazione è stata alterata eliminando i 'non' in modo di far apparire positive le affermazioni negative. 

Rigettato il diritto all'oblio

L'anno dopo Vittorio Emanuele rivendica il diritto all'oblio contestando al quotidiano “Repubblica” un articolo che ricostruisce il suo caso ma la Cassazione, nell'agosto 2017, confermerà l'assoluzione dell'ex direttore del quotidiano, Ezio Mauro, e del giornalista Maurizio Crosetti dall'accusa di averlo diffamato.