In Evidenza
Altre sezioni
altro

Per continuare la fruizione del contenuto ruota il dispositivo in posizione verticale

Cyberbullismo e Gen Z, il 65% ha subito violenza: spicca revenge porn

Cronaca

Claudia Torrisi

Terre des Hommes

I dati, presentati davanti a una platea di ragazzi delle scuole medie e dei licei milanesi, emergono da un sondaggio dell'Osservatorio InDifesa di Terre des Hommes per il 2024. Bullismo, violenza online e psicologica portano i giovani di età compresa tra i 14 e i 24 anni a vivere con ansia la vita in società e, nel 45% dei casi, a isolarsi per paura o vergogna. A parlare ai giovani anche Daniel Zaccaro, oggi educatore ma con un passato da bullo: migliorare si può, "tu vali più delle tue azioni"

Il tuo browser non supporta HTML5

Condividi:

Che effetto ha il cyberbullismo sui ragazzi? Violenza online, perdita della privacy e, specialmente tra le ragazze, revenge porn: le paure principali della Generazione Z - quella che adesso ha tra i 14 e i 24 anni - hanno avuto spazio nel sondaggio dell’Osservatorio indifesa per il 2024, realizzato in occasione del Safer internet day che ricorre il 6 febbraio. Il 65% degli intervistati (su un campione di 4115 adolescenti di tutta Italia) ha dichiarato di essere stato vittima di violenza. Un dato importante che diventa ancor più preoccupante se si pensa che ormai, a dilagare tra le forme di bullismo, c’è quello online. 

Ansia sociale e rischio isolamento

Ogni forma di violenza va a minare in primo luogo l’autostima dei giovani. L’aspetto fisico e le fragilità emotive sono i motivi principali di attacco: il 75% degli intervistati ha dichiarato di aver perso la fiducia in se stesso e pian piano anche negli altri. Un fenomeno che molto spesso, nel 47% dei casi, si trasforma in ansia sociale che porta all’isolamento. Durante la presentazione dei dati, un evento di Terre des Hommes Italia e Polizia Postale Lombardia, dalle domande dei ragazzi presenti è emersa la paura di cadere nella trappola e la conseguente vergogna di confessarlo ai genitori. “Esserci come sentinelle è fondamentale”, ha affermato Federica Giannotta, responsabile Advocacy e Programmi di Terre des Hommes. I ragazzi - ha spiegato - non devono isolarsi o sentirsi incompresi. Devono potersi rivolgere a qualcuno che li possa aiutare e la ricerca dell’Osservatorio ha anche questo scopo: ascoltare la voce dei giovani e trasmetterla a livello istituzionale, in Italia come in Europa.

leggi anche

Contro il bullismo la Francia sperimenta corsi d’empatia a scuola

Terre des Hommes

Il 45% dei giovani dichiara di essere vittima di revenge porn

Quello virtuale, però, è un mondo più complesso. Difficile da comprendere a fondo e ancor più difficile da controllare. “Spesso - ha spiegato Marco Domizi della polizia postale - nascoste dietro a un profilo falso su internet, ci sono intere organizzazioni criminali”. Uno dei risvolti più preoccupanti del cyberbullismo riguarda la sfera sessuale: il revenge porn colpisce quasi la metà dei giovani, ma anche  sexting, digitalizzazione dell’intimità, invio di immagini e video sessualmente espliciti. Troppo spesso gli adolescenti, in particolar modo le ragazze, non sanno a cosa vanno incontro compiendo azioni che vengono sottovalutate ma che rischiano di diventare pesanti e ingestibili in autonomia. “La legge del 2017 contro il cyberbullismo ha inserito in ogni scuola un referente. In ogni istituto ci dovrebbero essere eventi di sensibilizzazione”, ha concluso Domizi.

leggi anche

Caso Tiziana Cantone, archiviato fascicolo con ipotesi omicidio

Terre des Hommes

Daniel Zaccaro: “Valgo più di quello che ho fatto”

Ascoltare i giovani, esserci, parlare con loro. E’ questa adesso la missione di uno dei relatori intervenuti all’evento di Terre des Hommes davanti a tante classi delle medie e dei licei milanesi. Daniel Zaccaro ha un passato turbolento: piccoli furti, una rapina in banca e tre anni in carcere. Un passato dal quale però ha avuto la fortuna e la forza di uscire grazie ad alcune persone che, come dice lui, lo hanno saputo ascoltare e alle quali lui si è voluto affidare. “Mi sono circondato di persone che mi hanno aiutato, che sono diventate affascinanti ai miei occhi al punto che anche io sono voluto diventare come loro”. Daniel ora si è laureato ed è un educatore. Si mette davanti ai giovani non con la presunzione di avere ogni risposta in tasca ma con l’umiltà di chi semplicemente vuole esserci per loro, per aiutarli a superare situazioni complesse. “Fallimento è una parola delicata”, ha detto Daniel rispondendo alle domande dei ragazzi in sala. “La vita non è mai un fallimento: diventa un fallimento se la vivi solo come una performance. Ma siccome la vita è un dono non puoi essere un fallito. Puoi fallire un progetto, un'azione, ma non puoi fallire tu. Tu vali più delle tue azioni”.