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Chiara Ferragni indagata per truffa aggravata anche per bambola Trudi e uova di Pasqua

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L’imprenditrice, considerato anche il caso del pandoro Pink Christmas, risponde di tre episodi con i legali rappresentanti delle società produttrici. Gli avvocati dell'influencer: "Certi della sua innocenza". Solo pochi giorni fa Ferragni aveva rotto il silenzio sul caso Balocco ribadendo che risponderà "esclusivamente alle autorità competenti a cui conferma la propria fiducia ed è a loro disposizione per chiarire quanto accaduto". Meloni: "Giovedì in Cdm una norma sulla trasparenza della beneficenza"

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Chiara Ferragni è stata iscritta nel registro degli indagati di Milano, con l'ipotesi di truffa aggravata, non solo per la vicenda del pandoro Pink Christmas della Balocco ma anche per quelle delle uova di Pasqua della Dolci Preziosi e per la bambola Trudi. "Una volta che il Procuratore Generale presso la Cassazione avrà individuato il Pubblico Ministero territorialmente competente, chiariremo al designato magistrato ogni aspetto delle tre vicende" essendo "totalmente certi della assoluta innocenza di Chiara e che detta innocenza emergerà dalle indagini che verranno condotte", hanno fatto sapere in una nota gli avvocati di Chiara Ferragni, Giuseppe Iannaccone e Marcello Bana. "Siamo fiduciosi del futuro confronto con l'autorità giudiziaria - proseguono i legali - e auspichiamo che il clima mediatico che ha caratterizzato sino ad oggi la vicenda si rassereni". Solo pochi giorni fa l'imprenditrice aveva rotto il silenzio sul caso Balocco con una nota: "In seguito a continue sollecitazioni ricevute da vari organi di informazione Chiara Ferragni, anche in qualità di Amministratore Delegato di TBS Crew Srl e di Fenice Srl, ribadisce che risponderà esclusivamente alle autorità competenti a cui conferma la propria fiducia ed è a loro disposizione per chiarire quanto accaduto".

Tre episodi al vaglio e il nodo competenza per Balocco

La notizia emerge dall'atto con cui la Procura milanese giovedì scorso ha sollevato davanti al pg della Cassazione, che dovrà decidere a breve, il conflitto tra uffici del pm sulla competenza ad indagare per il caso del dolce natalizio della casa dolciaria in provincia di Cuneo. Tra i parametri per stabilire a chi spetta indagare sul caso Balocco ci sono il luogo dove si sono realizzati il presunto ingiusto profitto e il danno - che in questo caso è diffuso in tutta Italia - e come paletto residuale anche quale delle due Procure ha iscritto per prima gli indagati, ossia Chiara Ferragni e Alessandra Balocco. In provincia di Cuneo ha sede la Balocco, mentre a Milano le società dell'influencer. L’imprenditrice risponde quindi al momento di tre episodi con i legali rappresentanti delle società produttrici. Da quanto si è saputo, al momento non è ancora arrivato sul tavolo dei pm milanesi l'esposto annunciato da Codacons nei giorni scorsi e relativo alla campagna del 2020 per raccogliere fondi contro il Covid attraverso una "capsule collection" a edizione limitata realizzata insieme a Oreo.

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Le uova di Pasqua

"Rispetto all'inchiesta della Procura milanese su Chiara Ferragni, la Cerealitalia I.D. SpA ribadisce che, ad oggi, non è stata ricevuta alcuna comunicazione ufficiale in merito al coinvolgimento della stessa. L'atteggiamento della società rimane comunque quello della massima collaborazione con le istituzioni, come sempre fatto", afferma in una nota la società barese Cerealitalia, proprietaria del marchio Dolci Preziosi. La sponsorizzazione delle uova di Pasqua, secondo le prime ricostruzioni, sarebbe avvenuta con lo stesso schema del pandoro. Cerealitalia a dicembre aveva spiegato che Ferragni ha percepito un cachet di 500mila euro nel 2021 e 700mila euro nel 2022 a fronte di una donazione di 36mila euro all'associazione "I bambini delle Fate". In questo caso, però, le uova con la griffe avrebbero avuto lo stesso prezzo di quelle normali e non sono state vendute, come è accaduto per il pandoro, a un prezzo di superiore rispetto a quello di mercato. Il 18 gennaio poi Cerealitalia aveva fatto sapere di aver "fornito ai funzionari dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato tutta la documentazione utile, relativa alle uova di Pasqua 'Dolci Preziosi - Chiara Ferragni' 2021 - 2022".

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La bambola Trudi

E nel mirino è finita anche la vendita della bambola Trudi, una limited edition creata dopo il matrimonio con Fedez e venduta tramite il sito e-commerce "The Blonde Salad". "Tutti i profitti andranno a Stomp out bullying, un’organizzazione no profit per combattere contro il cyberbullismo, un argomento molto vicino al mio cuore", aveva detto Ferragni.

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Meloni: "In Cdm norma sulla trasparenza della beneficenza"

Intanto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, a Quarta Repubblica, ha fatto sapere che "arriva al Consiglio dei ministri di giovedì" una norma che "stiamo facendo, per cui nelle attività commerciali con anche uno scopo benefico, sulla confezione di quello che vendi devi specificare a chi vanno le risorse, per cosa vanno e quanta parte viene effettivamente destinato a scopo benefico". La premier ha spiegato che la vicenda del pandoro di Chiara Ferragni "ha fatto vedere che c'è un buco in termini di trasparenza nella normativa delle attività commerciali che hanno anche uno scopo benefico. Voluto o non voluto, adesso vi si può incappare". Poi ha aggiunto: "Non sono pentita" delle dichiarazioni sul caso del pandoro, "mi è dispiaciuto che sia stato letto come uno scontro. Figuramoci se c'era voglia e interesse a uno scontro con Chiara Ferragni. Stavo dicendo una cosa in positivo, verso le persone che producono un'eccellenza che noi vediamo attraverso gli influencer e diamo più peso a chi la indossa rispetto a chi la produce". "Poi - ha continuato Meloni - ho fatto un passaggio perché era di cronaca la vicenda del pandoro, ma è la sinistra che si è sbracciata per difendere e ha creato un caso politico, manco avessi attaccato Che Guevara".

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Codacons: "Accolti i nostri esposti per indagini su Ferragni"

Con la decisione di "allargare le indagini nei confronti di Chiara Ferragni anche ai casi delle uova di Pasqua 'Dolci Preziosi' e della bambola Trudi", la magistratura "ha accolto in pieno gli esposti presentati dal Codacons successivamente allo scoppio dello scandalo sul pandoro Balocco". Lo scrive l'associazione dei consumatori in una nota. Codacons spiega che "aveva depositato un esposto a 104 Procure della Repubblica di tutta Italia chiedendo alla magistratura di accendere un faro anche su altre operazioni di beneficenza dell'influencer, a partire proprio dalle uova di Pasqua". E aveva evidenziato "come si trattasse di una sponsorizzazione commerciale che avrebbe fruttato in due anni la stratosferica cifra di 1,2 milioni di euro all'influencer, a fronte di una donazione 'elemosina' di appena 36mila euro in favore del progetto benefico 'I Bambini delle Fate', per giunta eseguita dalla società Dolci Preziosi e non dalla Ferragni, senza alcuna correlazione fra le vendite delle uova e l'entità della donazione - spiega il Codacons - La Procura ha accolto le nostre tesi estendendo le indagini per truffa aggravata, ma non basta: nell'esclusivo interesse dei consumatori chiediamo di accendere un faro su tutte le iniziative di beneficenza avviate nel corso degli ultimi anni non solo da Chiara Ferragni, ma anche dai principali influencer operanti in Italia, per capire la commissione tra rapporti commerciali e solidarietà". In tal senso, aggiunge l'associazione, "abbiamo avviato una task force per realizzare un monitoraggio sui profili social più seguiti nel nostro Paese allo scopo di cercare collegamenti tra vendite di merci e beneficenza".

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