Gessica Notaro: "Gli uomini violenti andrebbero presi a calci"

Cronaca

"Basta con le buone maniere. Dobbiamo fargli paura", dice la modella riminese sfregiata con l'acido dall'ex nel 2017. "Questi individui devono sentire il fiato sul collo. Lo stesso che fanno sentire sulle loro vittime"

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"Il vero problema è che fino a quando queste cose non capitano a te e le senti solo al telegiornale ti sembrano lontane. C’è una tendenza a sminuire il problema e pensare: “A me non capiterà mai'". A dirlo è Gessica Notaro, modella riminese che nel 2017 fu sfregiata al volto con un'aggressione con l'acido dal suo ex fidanzato Edson Tavares, condannato a 15 anni di carcere. Notaro, in un'intervista rilasciata a Libero, ha parlato dell'ondata di reazioni provocate dal femminicidio di Giulia Cecchettin, e ha detto la sua su cosa si può fare per prevenire la violenza di genere. "Non funziona il sistema che dovrebbe proteggere le vittime", dice Notaro. Il vero problema sta proprio qui, intervenire al momento giusto per salvare due vite, quella dell’aggressore e quella dell’aggredito". Continua Notaro: "Prendiamo il caso di Giulia Cecchettin. Se qualcuno fosse stato in grado di comprendere il suo grido di allarme fosse intervenuto in modo efficace si sarebbero potute salvare sia la vita di Giulia che quella di Turetta che ormai è rovinata". E ricorda che anche la sua richiesta di aiuto, prima dell'aggressione che le cambiò la vita, fu inutile: "Non solo (Tavares) era stato denunciato da me, anche dai miei colleghi di lavoro, il mio capo, l’avevamo denunciato tutti più volte".

"L'educazione di massa? Un'utopia"

Notaro parla anche del patriarcato, di cui si sta parlando molto all'interno del dibattito che ha portato migliaia di donne e uomini nelle piazze a manifestare contro la violenza di genere: "Negli ultimi giorni va di moda utilizzare la parola. Non è sempre quello il problema, è uno dei problemi", sostiene la modella. "Non credo sia un problema culturale, di educazione delle masse. Negli ultimi anni se ne parla moltissimo, io stessa ne ho parlato tanto nelle scuole. Per cinque anni sono stata dalle elementari alle università a parlarne. I ragazzi devono sapere come comportarsi con le donne". Ma secondo Notaro l’educazione collettiva di massa sarebbe "utopia". "Basta con le buone maniere. Dobbiamo fargli paura", dice. "Questi individui devono sentire il fiato sul collo. Lo stesso che fanno sentire sulle loro vittime. Per la giornata contro la violenza sulle donne, spiega, "ho detto la verità, ovvero che i potenziali aggressori andrebbero gonfiati e presi a randellate".

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