Giulia Cecchettin, dalla scoperta del corpo al fermo di Filippo Turetta in Germania
La prima ipotesi era che i due ex fidanzati fossero insieme, seppur in allontanamento. Poi è cambiato completamente lo scenario con il rinvenimento del cadavere vicino al lago di Barcis e il successivo fermo in Germania del 22enne, in attesa di estradizione. L'autopsia dovrà chiarire le esatte cause della morte della giovane
- Con il ritrovamento del corpo di Giulia Cecchettin nella zona del lago di Barcis, in provincia di Pordenone, l'indagine sugli ex fidanzati scomparsi ha subìto una svolta, che ha condotto al successivo fermo di Filippo Turetta in Germania, vicino a Lipsia, con l'accusa di omicidio aggravato. Il 22enne è stato arrestato a bordo della sua auto con cui era in fuga. Ora un giudice tedesco dovrà valutare il Mae, il mandato di arresto europeo, e decidere sulla consegna del giovane alle autorità italiane. Ma ripercorriamo le indagini
- Come inizialmente aveva spiegato il procuratore capo di Venezia Bruno Cherchi ad Antenna Tre Veneto, prima del ritrovamento del cadavere di Giulia tutte le attività "erano dirette alla ricerca" dei due ex fidanzati, "perché si pensava e si sperava che i ragazzi fossero insieme e fossero vivi, seppur con un certo coartamento (costrizione, ndr) nel trasferimento e nella fuga"
- Le telecamere di sicurezza di una ditta di Fossò, in provincia di Venezia, hanno registrato il momento in cui Filippo ha aggredito Giulia. Sul luogo del fatto sono stati ritrovati anche sangue e alcuni capelli, insieme a un coltello spezzato e a nastro adesivo. "Dobbiamo accertare se e a cosa sia servito il nastro - ha detto il procuratore Cherchi -. Potrebbe essere del tutto non collegabile alle nostre indagini". È quindi "necessario che si facciano gli accertamenti con il Dna per vedere la compatibilità", ha aggiunto
- A distanza di sette giorni dalla scomparsa, sabato 18 novembre il cadavere di Giulia è stato ritrovato nella zona del lago di Barcis (in foto), in provincia di Pordenone. In attesa dell'autopsia sul corpo, dall'ispezione cadaverica esterna è emerso che la ragazza sarebbe stata uccisa da svariate coltellate che l'hanno colpita alla testa e al collo. Presenterebbe inoltre ferite da difesa alle mani e alle braccia. Il corpo, nonostante quasi un settimana nel bosco, era integro
- Giulia è stata lanciata in una scarpata dopo essere stata scaricata dall'auto di Filippo. In quel momento, secondo gli investigatori, la ragazza era già deceduta. Come appreso dall'Ansa, le coltellate alla testa e al collo erano svariate e molto profonde, inferte con grande violenza: appare dunque improbabile, per chi indaga, che la ragazza fosse ancora viva quando l'ex fidanzato ha scaricato il corpo nel canalone, a centinaia di chilometri dal luogo dell'aggressione
- "Sarà disposta un'autopsia per accertare esattamente le cause della morte", ha sottolineato il procuratore capo di Venezia. Secondo Il Gazzettino, l'incarico verrà probabilmente dato a entrambi i medici legali che hanno eseguito le fasi del recupero del corpo di Giulia. L'esame dovrà anche chiarire l'arco temporale del crimine
- La fuga di Filippo è partita da Fossò, il luogo dell'aggressione a Giulia. Prima del suo fermo, l'ultimo avvistamento dell'auto con cui stava scappando risaliva a domenica 12 novembre: la vettura era stata localizzata in Austria, immortalata dai sistemi di controllo stradale di Lienz, nel Tirolo orientale, e in Carinzia. Poi la svolta: Filippo viene riconosciuto e bloccato in Bassa Sassonia, nel sud della Germania, sull'autostrada A9 all'altezza della cittadina di Bad Dürrenberg
- Al momento del fermo in autostrada, Filippo era a circa 150 chilometri da Lipsia. Si trovata a lato della strada, a bordo dell'auto con le luci spente, mentre la legge tedesca prevede che le luci siano sempre accese. I poliziotti tedeschi si sono quindi fermati per un controllo e hanno riconosciuto il giovane e la targa, che era stata segnalata dall'Interpol
- Nello specifico, prima del fermo in Germania, l'auto di Filippo era stata ripresa dalle telecamere della ditta di Fossò e in quella stessa notte in altri punti: a Zero Branco, ad Aviano (in via Monte Cavallo che conduce a Piancavallo), ad Arcola e all'uscita delle gallerie del Vajont. Poi in val Zoldana, a Forno di Zoldo, domenica 12 novembre alle ore 7:22. Due ore dopo, alle 9:07, un'altra immagine dell'auto a Ospitale, nella zona di Cortina d'Ampezzo. I successivi rilevamenti sono stati in Austria a Lienz e nella zona di Villach
- Filippo è stato preso in custodia dalle autorità locali: per la sua estradizione in Italia serve attendere i tempi tecnici. Un giudice tedesco dovrà infatti valutare il Mae, ossia il mandato di arresto europeo. Se il ragazzo fermato acconsentirà al ritorno nel nostro Paese, la decisione potrà essere presa in 10 giorni. In caso contrario, i tempi si allungheranno fino a un massimo di 60 giorni dall'arresto
- In attesa della decisione sull'estradizione, Turetta ha diritto ad avere un legale, un interprete e il gratuito patrocinio. Esaurito l'iter, verrà poi consegnato alle autorità italiane attraverso lo Scip, il Servizio per la cooperazione internazionale di polizia, che opera presso la Direzione centrale della Polizia criminale. Gli agenti andranno a prendere il 22enne in Germania e poi lo porteranno in Italia, in genere con un volo diretto all'aeroporto di Fiumicino, dove verrà eseguito l'ordine di custodia cautelare in carcere