Save the Children, rapporto su disparità accesso: 2 giovani su 5 vivono in città
I 10 milioni e 493 mila bambini e adolescenti (da 0 a 19 anni) che vivono in Italia fanno i conti con una disparità nell'accesso agli spazi abitativi, scolastici e pubblici adeguati alla crescita e al loro benessere fisico e socio-emozionale. Tra le famiglie con almeno un figlio minore c'è chi vive in case danneggiate (9,2%), con umidità (13,7%) o scarsa illuminazione (5,4%), afferma il rapporto dell'associazione
- Se è vero che con il crollo della natalità in Italia ci sono sempre meno bambini, i 10 milioni e 493 mila bambini e adolescenti tra 0 e 19 anni che vivono Italia fanno i conti, afferma il rapporto di Save the children, con una evidente disparità nell'accesso agli spazi abitativi, scolastici e pubblici adeguati alla crescita e al loro benessere educativo, fisico e socio-emozionale
- Disuguaglianze profonde, che possono fare la differenza in positivo o in negativo sul futuro di bambini e ragazzi che crescono in regioni diverse, ma anche in due diversi quartieri di una stessa grande città
- Tra gli 0-19enni che vivono in Italia, ben 3 milioni e 785 mila, quasi 2 su 5, si concentrano infatti nelle 14 città metropolitane, costituite dal Comune principale e dal suo hinterland, dove vive anche il 13,7% dei contribuenti con reddito inferiore ai 15 mila euro annui
- In città metropolitane del Sud Italia quali Catania, Palermo e Messina più della metà dei contribuenti ha un reddito inferiore ai 15 mila euro annui. La concentrazione di cittadini con redditi bassi è tuttavia elevata anche nel Centro e Nord Italia (per esempio, Roma 38,8%, Venezia 36,9%)
- Le condizioni abitative inadeguate riguardano un numero significativo di minori in tutto il Paese, dove 2 su 5 vivono in un'abitazione sovraffollata e tra le famiglie con almeno un figlio minore c'è chi vive in case danneggiate (9,2%), con umidità (13,7%) o scarsa illuminazione (5,4%)
- Tra i quasi 13 mila minori che sono senza casa o fissa dimora, 2 su 3 si concentrano nelle città metropolitane, dove si registra anche il 45% di tutti i provvedimenti di sfratto. Le città metropolitane si distinguono in negativo anche rispetto alla scuola, dove la percentuale di edifici scolastici senza certificato di agibilità raggiunge il 70% (62,8% la media in Italia)
- Anche la presenza di uno spazio collettivo, mensa, palestra, aule tecniche o informatiche nelle città metropolitane risulta inferiore alla media del Paese, già segnata da pesanti carenze: manca una palestra in 3 scuole su 5, uno spazio sociale comune in più di una su tre, e aule tecniche e informatiche sono un sogno per almeno la metà degli studenti minorenni di ogni ordine e grado
- In 8 città metropolitane, inoltre, l'accesso al tempo pieno nella scuola primaria è significativamente inferiore alla media nazionale pari al 38%, con le punte in negativo di Palermo (6,5%), Catania (9,5%) e Reggio Calabria (13,7%), mentre in quella secondaria di I grado le città sotto la media (13,3%) sono 9, con Bari, Bologna, Venezia, Roma e Napoli che non superano il 5%
- Anche gli spazi di verde pubblico fruibile dove trascorrere tempo all'aria aperta risultano in media inferiori nelle grandi città, con 16 metri quadrati teoricamente a disposizione di ogni bambino, contro i 19,5 della media nazionale
- In generale, in Italia, per ogni bambino esistono 12 metri quadrati di aree sportive, 1,4 di parchi urbani, 1,05 di aree sociali/ricreative attrezzate, 0,59 di arredo urbano e solo 0,4 di giardino/orto botanico a scuola. Tuttavia, non sempre questi spazi sono concretamente accessibili a bambini e bambine
- Inoltre, per il 30,7% delle famiglie la carenza di mezzi pubblici è un limite concreto nella possibilità di raggiungere altri quartieri. Il rapporto di Save the Children approfondisce poi alcuni elementi di svantaggio all'interno delle città metropolitane
- Questa nuova analisi, sviluppata in collaborazione con Openpolis, prende in considerazione in modo combinato due fattori primari quali il livello di istruzione dai 9 anni in su e quello di occupazione tra i 15-64enni, in una scala che va da 2 (minor svantaggio) a 8 (maggior svantaggio), e disegna mappe cittadine segnate da forti disuguaglianze tra i quartieri