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Save the Children, oltre 23 milioni di rifugiati ospitati in Paesi a basso o medio reddito

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19 giu 2023 - 10:07 20 foto

Milioni di bambini rifugiati sono concentrati in Stati con elevata povertà di apprendimento e sistemi educativi in difficoltà. Gli interessi sul debito di queste nazioni potrebbero garantire per 5 anni l’istruzione di milioni di bambini fuggiti da guerra, fame e crisi climatica. Nel 2021 i sistemi scolastici hanno ricevuto solo il 3,1% dei fondi umanitari globali, sufficienti appena a coprire il 22% delle richieste di sostegno. È quanto afferma l'associazione nel nuovo rapporto “Il Prezzo della Speranza”

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Secondo Save the Children, oltre 23 milioni e 800mila rifugiati o persone bisognose di protezione internazionale, sono ospitati da 14 paesi a basso medio reddito. Si tratta di Paesi già schiacciati da 23 miliardi di dollari di interessi sul debito che potrebbero invece garantire per 5 anni l’istruzione di milioni di bambini fuggiti da guerra, fame e crisi climatica  

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Milioni di bambini rifugiati sono concentrati in Paesi con elevata povertà di apprendimento e sistemi educativi in difficoltà, mentre nel 2021 l'istruzione ha ricevuto solo il 3,1% dei fondi umanitari globali sufficienti appena a coprire il 22% degli appelli di sostegno all'istruzione

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Save the Children chiede a donatori e istituzioni multilaterali di mobilitare i fondi necessari a colmare il deficit di finanziamento per l'istruzione dei rifugiati e per il rafforzamento dei sistemi educativi nei Paesi a basso e medio reddito, perché tutti i bambini abbiano accesso all’istruzione nei Paesi in cui si trovano. Chiede inoltre ai donatori e ai partner internazionali per lo sviluppo di operare una tempestiva riduzione del debito per i Paesi i cui oneri minacciano la loro capacità di investire adeguatamente nell'istruzione

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Le risorse economiche destinate agli interessi sul debito estero dai 14 Paesi a basso e medio reddito che ospitano circa la metà dei rifugiati del mondo, sarebbero sufficienti a garantire per quasi cinque anni l'istruzione di milioni di bambini rifugiati che sono invece spesso privati dell’opportunità più importante per costruire il loro futuro

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Nel 2020, la spesa per gli interessi sul debito di Turchia, Giordania, Colombia, Pakistan, Uganda, Federazione Russa, Sudan, Perù, Bangladesh, Etiopia, Iran (Repubblica Islamica), Ciad, Ecuador e Repubblica Democratica del Congo ha raggiunto complessivamente 23 miliardi di dollari, e 4 di questi Paesi hanno speso di più per il debito che per l’istruzione

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Questo l’allarme lanciato da Save the Children, l’Organizzazione internazionale che da oltre 100 anni lotta per salvare i bambini e le bambine e garantire loro un futuro, con il nuovo rapporto “Il Prezzo della Speranza” diffuso oggi, alla vigilia della Giornata Mondiale del Rifugiato

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Gli oneri del debito minacciano la capacità di questi Paesi di finanziare adeguatamente l'istruzione dei bambini rifugiati, una situazione destinata a peggiorare con l'aumento del numero di persone costrette a fuggire da violenze, conflitti, fame o emergenze climatiche, e con le prospettive economiche negative di alcuni dei Paesi più poveri tra quelli che li ospitano. Le più grandi crisi umanitarie durano sempre più a lungo, in media nove anni ad oggi, e le stime sul protrarsi delle situazioni che riguardano i rifugiati arrivano a 26 anni

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L'istruzione è una delle aree umanitarie meno finanziate, e nel 2021 ha ricevuto solo il 3,1% dei fondi umanitari globali, sufficienti appena per il 22% degli appelli di sostegno economico all'istruzione

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In tutto il mondo, i bambini rifugiati sono concentrati in modo sproporzionato nei Paesi a basso e medio reddito, dove la povertà di apprendimento è già elevata e i sistemi educativi faticano a soddisfare le esigenze degli studenti. Il 70% dei bambini sotto i 10 anni che già vivono in questi paesi non sono in grado di leggere e comprendere un testo semplice, percentuale che sale 89% nei paesi dell’Africa Sub-Sahariana, che si stima ospitino 1/3 della popolazione rifugiata nel mondo

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Più della metà di tutti i Paesi a basso reddito a livello globale sono attualmente in difficoltà o ad alto rischio di indebitamento, il che significa che i sistemi educativi già in difficoltà rischiano di peggiorare per un gran numero di bambini rifugiati. Siamo davanti al pericolo reale e presente che una generazione di bambini rifugiati venga privata dell'istruzione necessaria per ricostruire il proprio futuro, sottolinea Save the Children

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"Alcuni dei Paesi più poveri ospitano il maggior numero di rifugiati, e le loro prospettive economiche sono desolanti. Spesso i loro sistemi educativi sono sottofinanziati e non riescono a soddisfare le esigenze dei bambini più emarginati", ha dichiarato Hollie Warren, Responsabile Educazione di Save the Children. "L'alleggerimento del debito è cruciale per rendere disponibili i fondi necessari per garantire l'accesso all'istruzione a tutti i bambini rifugiati. Ma più aspettiamo, più la situazione peggiorerà per loro"

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Sulla scia della pandemia Covid del 2020, molti Paesi hanno dato priorità alla spesa per la salute e la protezione sociale rispetto all'educazione. I bilanci dell'istruzione nei Paesi che dipendono dagli aiuti allo sviluppo si trovano ora ad affrontare un'ulteriore compressione, poiché i donatori stanno dirottando sempre aiuti verso l'attenuazione delle conseguenze della guerra in Ucraina e di altre crisi, compresa la spesa per l'accoglienza dei rifugiati nei loro Paesi, a scapito del sostegno ai Paesi ospitanti a basso reddito

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A livello globale, i bambini rifugiati perdono in media tre o quattro anni di scuola a causa dello sfollamento forzato, e, nonostante i progressi nel numero di studenti rifugiati iscritti a scuola, il continuo aumento degli spostamenti dovuti a conflitti, crisi alimentare e cambiamenti climatici fa sì che circa la metà dei bambini rifugiati rimanga fuori dalla scuola

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"Le mie sorelle vanno a scuola, ma io non ho potuto andarci a causa delle tasse scolastiche, e mia madre non ha i soldi per questo o per il materiale scolastico e l'uniforme", ha detto Sebastian, che ha 16 anni e vive in Colombia dopo che la sua famiglia è fuggita dal Venezuela alla ricerca di una vita migliore, e che Save the Children sta aiutando, insieme ad altri bambini sfollati come lui, a recuperare il deficit scolastico e ad acquisire le competenze necessarie per costruire un futuro brillante

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“Non vado a scuola da 4 anni, da quando ho lasciato il Venezuela e sono arrivato in Colombia. Andare a scuola è importante perché posso farmi degli amici e condividere la vita con loro, avere un insegnante da cui poter imparare e tutto questo mi aiuterà nel mio futuro ad andare avanti. Le mie speranze per il futuro sono: prima tornare a scuola e poi andare all'università. Il mio consiglio per tutti è di non perdere mai la fiducia. Ogni momento ha un inizio e una fine, e ogni ragazzo e ragazza potrà tornare a scuola e realizzare i propri sogni", ha spiegato

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L'integrazione dei bambini rifugiati nei sistemi educativi nazionali è il modo più efficace e sostenibile per soddisfare il loro bisogno di un'istruzione adeguata, di qualità e riconosciuta. Molti governi ospitanti hanno messo in atto le politiche necessarie per far sì che ciò avvenga. Tuttavia, senza un adeguato sostegno internazionale, i sistemi educativi, a cui mancano le risorse e sono già in affanno, non sono in grado di gestire un grande afflusso di studenti rifugiati e di rispondere alle loro specifiche esigenze

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"In questo momento, nel mondo, ci sono più bambini che sono stati costretti a sfollare che in qualsiasi altro momento della storia moderna – ha proseguito Warren – I Paesi ospitanti stanno rispondendo a questa crisi con generosità, aprendo i loro confini e i loro sistemi educativi a bambini estremamente vulnerabili ed emarginati che altrimenti non avrebbero nessun altro posto dove andare o dove imparare”

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“Tuttavia, la comunità internazionale sta rispondendo all’emergenza dei rifugiati con crescente ostilità, anche riducendo i fondi per gli aiuti, lasciando che alcuni dei Paesi più poveri del mondo si assumano la responsabilità e il costo dell'istruzione dei bambini rifugiati stessi. Questi bambini hanno passato l'inferno fuggendo da conflitti, fame o crisi climatiche, e ora hanno urgente bisogno di stabilità e speranza per un futuro più luminoso" ha aggiunto Warren

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Save the Children chiede ai donatori e alla comunità internazionale di mobilitare i fondi necessari per far a fronte al costo annuale di 4,85 miliardi di dollari per fornire istruzione ai rifugiati e rafforzare i sistemi educativi nei Paesi a basso e medio reddito. L'Organizzazione, chiede inoltre che tutti i bambini rifugiati abbiano accesso ai sistemi educativi nazionali dei Paesi in cui risiedono o, dove non sia possibile, almeno all'istruzione non formale accreditata

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Un'ulteriore richiesta fondamentale sollevata, riguarda i donatori e i partner internazionali per lo sviluppo, perché operino una tempestiva riduzione del debito per i Paesi i cui oneri minacciano la loro capacità di investire adeguatamente nell'istruzione. I meccanismi di riduzione del debito dovrebbero essere trasparenti, includere tutti i creditori, compreso il settore privato, e rispondere ai timori di declassamento del rating del credito per le nazioni debitrici che chiedono la riduzione

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