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Non solo esami, una nuova università proposta dagli studenti de La Sapienza

Cronaca

Federica De Lillis

L’associazione studentesca ‘Minerva’ lancia la sua prima campagna con l’obiettivo di arrivare in Parlamento

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“Vogliamo portare avanti un modello inedito, dove andando la mattina all’università l’unico scopo non sia andare a lezione e tornare a casa. Vogliamo spazi che non siano solo luoghi di studio ma aree in cui fare laboratori, tirocini, in cui dare vita a progetti creativi” racconta Gianluca Gagliano, 24 anni, studente di Medicina e Chirurgia a La Sapienza di Roma. 

Parla di fretta, le frasi sono interrotte dal suono dello scotch staccato con i denti per attaccare manifesti in tutta la città. Si trova insieme ai suoi compagni di università: Luca La Barbera, 26 anni, studente di Sociologia; Alessandro Pancalli, 23 anni, che studia Relazioni internazionali; e Dafne Tomasetto, 23 anni, iscritta alla Facoltà di Giurisprudenza. Insieme hanno fondato l’associazione studentesca ‘Minerva’ e hanno iniziato la loro attività riempiendo Roma di volantini per promuovere la campagna “Non solo esami”. 

Volantini "Non solo esami" affissi dall'associazione Minerva a Roma

Università, non un luogo di passaggio ma uno spazio da abitare 

L’obiettivo è elaborare una proposta di legge chiedendo che vengano finanziati progetti nuovi come laboratori teatrali, band musicali, competizioni sportive, attività di tirocinio, corsi di informatica, spazi di sviluppo creativo. Gianluca ci tiene a precisarlo: “Non ci rifacciamo a modelli già esistenti in altre università estere, non guardiamo a uno schema ‘americano’ e a nessun altro esempio. Vogliamo dare vita a qualcosa di nuovo”. I ragazzi e le ragazze di Minerva chiedono attività che incentivino gli studenti a restare anche dopo le ore di lezione, spazi che possano offrire occasioni di approfondimento delle cose studiate in aula o possibilità di coltivare passioni, spesso messe da parte da chi studia nel momento in cui ‘dare l’esame’ diventa una priorità assoluta. 

“Pensiamo al benessere mentale degli studenti, pensiamo ai tanti ragazzi e ragazze fuorisede per cui l’università può diventare un luogo di incontro e di scambio” dice Gagliano. 

L’idea portata avanti dai ragazzi è che lo studio non sia solo finalizzato al conseguimento di un titolo perché ritengono fondamentale “garantire la costruzione di spazi di partecipazione. L’incontro tra le persone è la premessa per affrontare i grandi temi di oggi: attraverso lo scambio di conoscenze si realizzano tavoli di interdisciplinarità; attraverso la condivisione delle esperienze si sviluppa umana solidarietà e coesione” . 

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Studiare senza rinunciare a interessi e passioni

La proposta dei giovani e delle giovani dell’associazione Minerva nasce da un profondo disagio condiviso. “Abitare l’università oggi significa, da studenti, investire anni della propria vita senza la certezza di realizzare il proprio futuro. Da ricercatori e professori, rimanere inascoltati e paralizzati dal rischio della precarietà senza vedere il proprio valore riconosciuto. In questo contesto, la politica universitaria si riduce ad un’amministrazione del quotidiano e ad una perdita di visione: in una realtà in cui corrono individui, sentiamo la mancanza dei tempi per fermarci: riflettere, proporre, costruire comunità. Vogliamo riportare al centro la collettività di chi vive la Sapienza, coinvolgendola nei suoi meccanismi e nell’elaborazione di una prospettiva”. 

 

Il 25 settembre, studenti e studentesse dell’associazione ‘Minerva’ hanno lanciato la campagna di sensibilizzazione per avvicinare sempre più studenti al loro progetto. L’obiettivo è arrivare in tutti gli atenei di Roma per dare vita a un testo che riassuma le necessità collettive. “Crediamo nell’istituzione università, nel suo ruolo sociale, civile e territoriale: da questo nasce la passione che ci porta ad impegnarci per il cambiamento”. 

Volantini "Non solo esami" affissi dall'associazione Minerva a Roma

I primi passi per arrivare in Parlamento

“Continueremo a mettere manifesti e volantini per le prossime settimane senza stop per poi, il 3 ottobre, andare dalla rettrice (Antonella Polimeni, ndr) e presentare l’idea della proposta di legge. Verso fine ottobre puntiamo a presentare il testo” dice Gianluca Gagliano, raccontando che la cosa che li motiva è la consapevolezza che l’università non è solo un luogo di passaggio, è il posto in cui si forma la società di domani, in cui si strutturano idee, si fanno le scoperte che rivoluzionano il futuro. “Bisogna pensare anche al benessere psico-fisico di chi frequenta gli Atenei” senza che l’obiettivo dell’esame sia totalizzante, perché ritengono che sia necessario “star bene nel proprio percorso coltivando i propri interessi e le proprie passioni. L’accessibilità, materiale e immateriale, è il presupposto perché chiunque possa scegliere di partecipare e offrire il proprio contributo. Per tutto ciò, è necessaria una sincera apertura nei confronti delle collettività: delle istituzioni verso gli

studenti e degli studenti verso la società”.