Le condizioni del capomafia, che ha un tumore al colon al quarto stadio, sono peggiorate nei giorni scorsi da quando non è più riuscito a mangiare autonomamente
Matteo Messina Denaro, secondo quanto comunicato dall'ospedale dove è ricoverato, risulta essere in sedazione profonda (non ventilato su sua richiesta). A quanto si è appreso al boss, ricoverato nel reparto detenuti dell'ospedale San Salvatore dell'Aquila, è stata sospesa l'alimentazione parenterale per endovena. Le condizioni del capomafia, che ha un tumore al colon al quarto stadio, sono peggiorate nei giorni scorsi da quando non è più riuscito ad alimentarsi autonomamente. Le sue condizioni sono ulteriormente peggiorate ieri pomeriggio per un forte sanguinamento, un collasso e l'occlusione intestinale diventata cronica (LA STORIA DI MATTEO MESSINA DENARO).
Le condizioni di Matteo Messina Denaro
Dopo l'arresto il boss di Castelvetrano è stato portato nel supercarcere de L'Aquila dove è stato sottoposto alle cure per il cancro al colon scoperto a fine 2020. Seguito costantemente dall'equipe dell'Oncologia dell'ospedale de L'Aquila, è stato curato in cella dove è stata allestita per lui una sorta di infermeria. Messina Denaro è stato in discrete condizioni fino a un mese fa, poi, dopo due interventi, la situazione è precipitata e ne è stato disposto il ricovero nel reparto detenuti del nosocomio. Negli ultimi giorni, visto il peggioramento delle sue condizioni di salute, il capomafia è stato prima sottoposto alla terapia del dolore e poi sedato. Le visite dei pochi familiari ammessi le scorse settimane sono state sospese. Messina Denaro, però, ha potuto riconoscere la figlia Lorenza Alagna, avuta durante la latitanza e le ha dato il suo cognome. Non ci sono stati incontri tra i due perché il boss avrebbe preferito non farsi vedere dalla figlia nelle gravi condizioni in cui era.
Rafforzate le misure di sicurezza
Sia la Direzione sanitaria della Asl dell'Aquila che le istituzioni, all'erta dall'8 agosto scorso, giorno del ricovero, stanno organizzando le fasi successive alla morte del boss e quelle della riconsegna della salma alla famiglia, rappresentata dalla nipote e legale Lorenza Guttadauro e dalla giovane figlia Lorenza. In questo quadro sono state rafforzate le misure di sicurezza assicurate da polizia, carabinieri e guardia di finanza con il sostegno dell'esercito. Oltre a tanti uomini in borghese che da circa un mese e mezzo presidiano la struttura sanitaria.