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Vannacci torna ad attaccare gli omosessuali: "Ultraprotetti, non si possono criticare"

Cronaca

Il generale ha presentato il suo libro da Borri Books, alla stazione Termini di Roma. "La normalità non è offensiva", ha sottolineato. E sulla sua possibile discesa in politica: "Se mi presenterò in altra veste ve lo farò sapere"

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Tornano a far discutere le dichiarazioni del generale Roberto Vannacci, che ha presentato il suo libro "Il mondo al contrario" da Borri Books alla stazione Termini di Roma. "Grandissime espressioni del mondo di oggi marciano al contrario del buonsenso. I criminali in libertà e i tutori dell'ordine in ospedale, le maggioranze subiscono le minoranze per effetto dei media. Ci sono classi protette che non si possono più criticare: la frase sugli omosessuali brucia perché non se ne può parlare che bene", ha affermato a margine della presentazione. "La normalità non è offensiva, la semantica non è un opinione, non è un termine offensivo - ha spiegato ancora -. È una categoria ultraprotetta e la maggioranza non può più esprimersi, negli ultimi anni si sono sentiti intoccabili. Studiosi come la Scaraffia hanno detto che il mio libro non è omofobo né offensivo: io non capisco nulla di femminismo? Questo è vero ma io non ne parlo. Io non ho scritto un capitolo sulle donne ma sulla famiglia: questo prova che chi mi critica non mi ha letto".

"Non critico l'omosessualità ma l'omosessualismo"

Poi Vannacci ha attaccato il deputato del Pd Alessandro Zan. "Ieri mi ha detto cose che non stanno né in cielo né in terra. La capacità di comprendere si chiama alfabetismo funzionale, forse deve rivedere la sua abilità: non ho mai detto che omosessuali, graffitari e criminali abbiano qualcosa in comune. Klaus Davi ha detto che come omosessuale non si è sentito offeso. E tanti altri in privato me lo hanno detto". Secondo il generale "il mondo Lgbt plus plus.... sta diventando un codice fiscale, entra nei gusti e delle prediliezioni, non si può disputare. Io non critico l'omosessualità ma l'omosessualismo che può diventare antipatico". 

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"Sono pacifista, nessuno come me odia le armi"

Vannacci si è poi soffermato sul faccia a faccia avuto con il ministro della Difesa Crosetto, che l'ha destituito proprio a causa del suo libro: "Il mio incontro? I contenuti li sappiamo solo io e lui". Rispetto alla decisione di Crosetto di istituire una commissione sull'uranio impoverito "le decisioni del ministro, in quanto ministro, sono tutte condivisibili. Non credo che ci sia collegamento con quanto ho fatto 4 anni fa e che derivava dalle mie responsabilità di comandante, e le decisioni che ha preso in questa circostanza". Sulla possibilità di scendere in politica, ha spiegato: "Io faccio il soldato. Se mi presenterò in qualche altro mondo che non è solo la politica, può essere quello dell'imprenditoria o dell'industria o delle relazioni internazionali sarò il primo a farvelo sapere". Poi ha rivelato: "Sono pacifista. Nessuno più di me odia usare le armi anche se le ho usate spesso con grande efficacia. Mi auguro che non ci siano più guerre. Ma non per questo mi hanno cacciato dall'esercito. Perché oggi che ho scritto il libro mi si dice che potrei domani essere discriminante?".

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"Essere militari non è solo eseguire ordini"

"Guai se un militare si limitasse a eseguire ordini o fosse imbrigliato dell'iniziativa: il militare deve avere iniziativa perché la guerra è il regno dell'imprevisto, altrimenti saremmo sostituibili con le macchine", ha detto ancora il generale nel corso della presentazione del suo libro. "Il vero militare invece nella comprensione dell'obiettivo della missione - aggiunge - sa di non limitarsi alla semplice esecuzione degli ordini. È luogo comune che i militari non possano esprimere la loro opinione. Hanno delle restrizioni che pero non riguardano i concetti del mio libro. Io sono terzo e neutrale, da 35 anni di carriera. Contro di me c'è stato un processo alle intenzioni. Questa è discriminazione. Servirebbe la polizia del pensiero ma non è questo lo stato della democrazia. Non ho offeso nessuno, se qualcuno si è sentito offeso dipende dall'interpretazione che ne ha dato". 

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