Il dato emerge dal report annuale "Wildlife Strike Relazione Annuale 2022", il quale riferisce degli impatti tra aerei e animali selvatici avvenuti l'anno scorso. Si tratta di episodi che si sono verificati in gran parte nelle aree aeroportuali sotto i 300 piedi di altezza. In 1.917 casi non ci sono state conseguenze specifiche
L'ipotesi più accreditata sulla causa dello schianto della Freccia Tricolore a Caselle Torinese è il wildlife strike, ovvero l'impatto di un aereo con animali selvatici, solitamente uccelli, come probabilmente nel caso dell'incidente avvenuto nel Torinese, oppure altri mammiferi. Ma è un fenomeno molto diffuso? Quanti sono i casi? Una risposta a queste domande arriva dal report annuale dell'Enac "Wildlife Strike Relazione Annuale 2022", il quale riferisce di 2.168 impatti avvenuti l'anno scorso in gran parte nelle aree aeroportuali sotto i 300 piedi di altezza. In 1.917 casi non ci sono state conseguenze specifiche mentre sono 40 gli impatti con danni, 121 quelli multipli e 103 quelli con "indigestione", cioè con un animale finito nei motori.
Gli episodi a Caselle
Il rapporto indica procedure e rimedi attuati con informazioni sui singoli aeroporti, compreso quello di Caselle. Nel 2017 nello scalo torinese su 42.641 'movimenti' sono stati registrati 17 impatti con uccelli, un numero limitato anche se in crescita sui 10 del 2021 e sui 13 del 2020. Sull'aeroporto, emerge dal report, sono state adottate pratiche specifiche e sistemi di dissuasione, come l'utilizzo di auto con sirena bitonale, ma anche 22 falconidi addestrati, stabili nell'aeroporto, e due cani di razza border collie impiegati per allontanare in generale la fauna selvatica.
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Il ruolo dell'Enac
Garantire la regolarità e la sicurezza della navigazione aerea per uno sviluppo armonico del trasporto aereo, "attuando ogni misura idonea a prevenire e ridurre i rischi per la navigazione - si legge nel report -, come il wildlife strike, nel rispetto dell'ambiente", rientra nella missione dell'Enac, Autorità unica di regolazione, certificazione e sorveglianza nel settore del trasporto aereo. Monitoraggio, sistemi di dissuasione diretta, sensibilizzazione e formazione sono tra le parole chiave della "mission" di prevenzione nella necessità di "rendere ostile agli uccelli l'ambiente aeroportuale", oltre alla puntuale e completa segnalazione degli impatti (o presunti tali) che si verificano. Il primo incidente documentato tra un uccello e un aereo risale al 1905 e sin da subito le autorità aeronautiche di tutto il mondo si sono occupate di questo problema con crescente preoccupazione.
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Fenomeno in aumento
"Il wildlife strike è in costante aumento in tutto il mondo. Ciò è dovuto principalmente all'aumento progressivo del traffico aereo, ma anche all'incremento numerico di molte popolazioni di animali selvatici nel corso degli ultimi decenni - si legge nel report di Enac -. Il 70% degli eventi di wildlife strike avviene al di sotto dei 200 piedi di quota, l'85% al di sotto degli 800 piedi e oltre il 90% sotto i 2.000 piedi". Le parti dell'aereo maggiormente colpite - spiega il rapporto - sono risultate il muso, i motori, il parabrezza, l'ala e la fusoliera; in pratica tutte le parti anteriori dell'aeromobile. Il motore è la parte che nel 2022 ha subito più danni (12% dei casi di impatto) insieme all'ala pari al 7% dei casi. Tra i sistemi di dissuasione utilizzati ci sono "i dispositivi acustici, visivi e combinati, associati all'adozione della politica dell'erba alta (incentrata sul mantenimento del manto erboso ad un'altezza media di 20-35 cm,), che sono risultati essere quelli più utilizzati per la loro efficienza", si legge nel rapporto.