Meeting Rimini 2023, cardinale Zuppi: “Trovare pace giusta, non con armi ma col dialogo”
CronacaL’arcivescovo di Bologna e presidente della Cei è stato intervistato durante l’evento di Cl. “Dobbiamo cercare tutti gli strumenti che possano ricomporre i conflitti, perché il dialogo non è tradire le ragioni, non è accettare una pace ingiusta”, ha detto. In mattinata, nell’omelia della messa che ha aperto il Meeting: “L'aria è inquinata da tante epidemie d'inimicizia. Razzismi e intolleranze mai innocui e inerti”
Occorre “trovare una pace giusta e sicura, non con le armi ma con il dialogo. Questo credo che sia indispensabile per questa tragica guerra in Ucraina”. A dirlo è stato il cardinale Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, intervistato nel pomeriggio al Meeting di Cl in corso a Rimini. “Dobbiamo cercare tutti gli strumenti che possano ricomporre i conflitti, perché il dialogo non è tradire le ragioni, non è accettare una pace ingiusta”, ha aggiunto Zuppi (GUERRA IN UCRAINA: LO SPECIALE - GLI AGGIORNAMENTI).
Zuppi nell’omelia: “Razzismi e intolleranze mai innocui e inerti”
La 44esima edizione del Meeting dell'Amicizia tra i popoli si è aperta stamattina con la celebrazione eucaristica presieduta dal cardinale Zuppi e si concluderà venerdì con l'intervento del presidente della Repubblica Sergio Mattarella (IL PROGRAMMA). "Quanto c'è bisogno di un mondo che diventa amico, e anche in cui ognuno può essere amico, costruendo comunione per l'intera famiglia umana!", ha detto Zuppi durante la messa. "Certo – ha proseguito nella sua omelia –, il sogno di un'amicizia di tutti i popoli, e lo sappiamo, si scontra con la tentazione di restare ripiegati su se stessi, o peggio di cercare sicurezza alzando nuove frontiere. Con antagonismi e polarizzazioni che perdono l'insieme: è sempre pericoloso, perché vuol dire anche non capire e non aiutare a trovare le soluzioni. Con dei pregiudizi, che danno sicurezza, resistenti e amplificati dal digitale. Con razzismi e intolleranze mai innocui e inerti, perché sappiamo quanto avvelenano e armano menti, cuori e mani". "L'aria è inquinata da tante epidemie d'inimicizia. Poi quando uno è un po' intossicato non se ne rende più conto, peggio, perché vuol dire che non ci sono più i sensori”, ha aggiunto Zuppi.