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Strage di Bologna, De Angelis: "Io al rogo, pagherò con orgoglio"

Cronaca

Cresce la polemica sul capo comunicazione della Regione Lazio che in un post su Facebook aveva scritto: "Fioravanti e Mambro non c'entrano con la strage di Bologna". "Io al rogo come Giordano Bruno, pagherò con orgoglio", dichiara oggi De Angelis, mentre dalle opposizioni continuano le richieste al governatore Rocca di destituirlo. La segretaria dem Schlein: "Le sue parole sono ignobili, la premier Meloni intervenga". Rocca: "De Angelis parla a titolo personale, valuterò"

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"Ho espresso il mio dissenso. E sono finito sul rogo. Da uomo libero". Lo ha scritto su Facebook, Marcello De Angelis, responsabile della comunicazione Istituzionale della Regione Lazio, dopo le polemiche nate per il post scritto sulla strage di Bologna, nel quale sosteneva l'innocenza di Fioravanti, Mambro e Ciavardini. "Come ogni libero cittadino di questa Nazione, ho esercitato il diritto di esprimere la mia opinione su un evento solstiziale della nostra storia, fondata su decenni di inchiesta svolta come giornalista e parlamentare", ha continuato De Angelis in un altro post. L'ex sindaco di Roma Gianni Alemanno ha condiviso su Facebook il primo post di De Angelis scrivendo "Il coraggio di Marcello De Angelis sulla Strage di Bologna" (COSA E' SUCCESSO IL 2 AGOSTO 1980).

Presa di posizione

Nell'ultimo post De Angelis ha spiegato che "certo, non lo nego, animato dalla passione di chi ha avuto un fratello morto, vittima di uno degli accertati depistaggi orditi per impedire l'accertamento della verità, con l'utilizzo della falsa testimonianza del massacratore del Circeo Angelo Izzo - ricorda De Angelis -. E quindi con il diritto personale e familiare di chiedere di approfondire ogni analisi finché non sia dissipato qualunque dubbio". Infine: "Ho detto quello che penso senza timore delle conseguenze. Se dovrò pagare per questo e andare sul rogo come Giordano Bruno per aver violato il dogma, ne sono orgoglioso", conclude De Angelis.

 

Francesco Rocca: "De Angelis parla a titolo personale"

Dopo la bufera scoppiata sulle parole di De Angelis, è arrivata anche la risposta del presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca. "Marcello De Angelis ha parlato a titolo personale, mosso da una storia familiare che lo ha segnato profondamente e nella quale ha perso affetti importanti", afferma Rocca, sottolineando che al momento il responsabile della comunicazione istituzionale della Regione resta al suo posto. "Essendo il dialogo il faro del mio operato, valuterò con attenzione nei prossimi giorni il da farsi, solo dopo averlo incontrato". Il presidente della Regione Lazio ha poi aggiunto in una nota che "la stagione delle stragi in Italia, di cui Bologna è stato l'episodio più straziante, è ancora una ferita aperta per il nostro Paese". Poi aggiunge: "Le sentenze si rispettano e vista la mia professione di avvocato non posso che ribadire questo. Il rispetto per le sentenze non esime dalla volontà di ricerca continua della verità, specialmente su una stagione torbida dove gli interessi di servizi segreti, apparati deviati e mafia si sono incontrati". 

Alessandra Zeppieri: "Chiedo le sue dimissioni"

Intanto, Alessandra Zeppieri, consigliera regionale del Lazio, ne ha chiesto le dimissioni: "E' nostro dovere non permettere a nessuno di riscrivere la storia. Soprattutto quella storia che ha portato con sé lutti, dolore e sofferenza. Ed è nostro dovere non far passare nessun revisionismo riguardante i fatti conclatamente attribuiti alle matrici fasciste e neofasciste. Le affermazioni di Marcello De Angelis, nominato dal Presidente Rocca capo della comunicazione della Regione Lazio, sono di una gravità inaudita. La sua già inopportuna nomina diventa ora insostenibile, inaccettabile. Chiedo con forza le sue dimissioni da un ruolo che in questo momento risulta come un avallo da parte della Giunta regionale delle sue raccapriccianti affermazioni sulla strage di Bologna". Così, invece, il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini: "Ignobile e bugiardo. Venga a dirle a Bologna queste cose. Guardando negli occhi i famigliari delle vittime della strage fascista del due agosto".

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Schlein: “Parole ignobili, Meloni intervenga”

"Ignobili", così la segretaria Pd, Elly Schlein, ha definito le parole di De Angelis chiedendo "dimissioni immediate". "Se non riescono a farlo i vertici della Regione Lazio sia la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, a prendere provvedimenti immediati. È grave che Meloni il giorno della commemorazione non sia riuscita a dire che quella di Bologna sia stata una strage neofascista, sarebbe gravissimo se continuasse a permettere ai suoi sodali di stravolgere la verità processuale. Ponga fine, una volta per tutte, a questa scellerata aggressione alla storia".

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Anpi Catanzaro: "No alla presenza di De Angelis a Montauro"

Sulla questione ha preso posizione l'Anpi di Catanzaro: "Il solo pensiero che un ambiguo personaggio come Marcello De Angelis, amico e parente di fascisti passati e presenti sia invitato a parlare nella nostra regione ci fa inorridire. Ancor di più oggi dopo le vergognose affermazioni sulla strage di Bologna in pieno sfregio di tutte le sentenze che, dopo decenni di indagini, in modo definitivo hanno condannato all'ergastolo i suoi amici fascisti. Ci ha pensato qualche giorno fa il Presidente  Sergio Mattarella a ricordare la storia di quella orribile strage e il ruolo dei fascisti come esecutori materiali. La verità non la cancella nessuno, nemmeno questo De Angelis che non si sa perché ricopre il ruolo di responsabile della comunicazione nella regione Lazio". Sono le parole di Mario Vallone, Presidente del Comitato provinciale Anpi di Catanzaro che aggiunge: "Bene ha fatto il presidente dei familiari delle vittime Paolo Bolognesi a dire che siamo stanchi di questi pallonari. Bene ha fatto l'Anpi nazionale a insorgere. Ci pensino bene gli organizzatori dell'evento a Montauro, avete invitato non solo un fascista ma un ex parlamentare che non rispetta i valori costituzionali e infanga impunemente la memoria di decine di vittime innocenti. Si può fare a meno di questa presenza, saltare un appuntamento non è così grave quando di mezzo c'è la verità storica e giudiziaria oltre al rispetto di tante vite spezzate dalla barbarie fascista". 

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