Condanna Zaki, la fidanzata: "Svolta drammatica, preparavamo il matrimonio"

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Reny Iskander si sfoga in un'intervista a La Repubblica dopo la condanna a tre anni del ricercatore egiziano: "Era impensabile. Patrick non ha fatto nulla in queste settimane o in questi mesi per cui dovesse tornare in carcere". E racconta delle nozze previste per settembre: "Vorrei solo che tornasse libero in tempo"

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"Non ci aspettavamo questa svolta drammatica. Siamo stati presi in contropiede". Sono le parole di Reny Iskander, la fidanzata di Patrick Zaki, affidate a La Repubblica dopo la condanna di ieri da parte della Procura di Mansoura ad altri 14 mesi di carcere - oltre ai 22 già scontati - dopo l'arresto del ricercatore oggi 32enne nel febbraio 2020 (LE TAPPE DELLA VICENDA). Zaki e Iskander dovrebbero sposarsi a settembre. "Vogliamo solo iniziare la nostra vita insieme”, aveva scritto la ragazza ieri sera in un post su Facebook, dopo che le sue urla di disperazione, insieme alla  madre Hela hanno accompagnato la fine dell'undicesima udienza del processo che si è svolto a porte chiuse a Mansura con un verdetto che non immaginavano: "Tre anni".

"Un verdetto impensabile"

"Pensavamo ci sarebbe stato un altro rinvio, o una data per il verdetto", racconta la ragazza ancora incredula al quotidiano, "non il verdetto. Era impensabile: Patrick non ha fatto nulla in queste settimane o in questi mesi per cui dovesse tornare in carcere. Prima di arrivare a Mansoura abbiamo parlato del fatto che avremmo fatto rientro al Cairo, appena finita l'udienza, come sempre abbiamo fatto in questi mesi: udienza dopo udienza. E del fatto che saremmo andati al mare nel fine settimana: per festeggiare insieme la nostra laurea", dice Iskander.

La proposta di nozze dopo il carcere

"Poco dopo essere uscito di prigione mi ha chiesto ufficialmente di sposarlo", racconta ancora la ragazza. "Naturalmente ho detto sì e abbiamo fatto la festa di fidanzamento. Abbiamo fatto moltissime cose, cercando di recuperare il tempo perduto. Abbiamo studiato, abbiamo scritto le nostre tesi in contemporanea e in contemporanea le abbiamo discusse e ci siamo laureati: io ero a Bologna e lui al Cairo. Era dispiaciuto di non essere con me all'università, ma felice della laurea, del voto, delle reazioni della gente. Allo stesso tempo abbiamo cercato una casa dove andare a vivere dopo il matrimonio e dopo tanto cercare l'abbiamo finalmente trovata. La stiamo rinnovando in questi giorni, dovrebbe essere pronta per la fine del mese".

"Tutto pronto per il matrimonio"

"Adesso vorrei solo che tornasse libero in tempo per il nostro matrimonio", aggiunge. "Ho il vestito pronto e la casa sarà pronta: tutto è pronto, ma ora tutto rischia di essere inutile e io non posso crederci". "Io e Patrick vogliamo solo iniziare la nostra vita insieme: una vita, ci tengo a dirlo, che non sarà lontana dall'Egitto. Il nostro futuro è qui. Patrick non vuole scappare né andare a vivere all'estero. Andremo all'estero per esplorare nuove opportunità, se ci saranno, e se e quando il suo divieto di espatrio sarà revocato. Ma sarà solo per un po'. Le nostre famiglie sono qui, i nostri amici sono qui, la nostra vita insieme sarà qui. Amiamo il nostro Paese, non abbiamo nessuna intenzione di abbandonarlo".

Bologna - Bologna - Piazza Scaravilli: Manifestazione del gruppo universitario di Amnesty International per esprimere solidarietà a Patrick Zaki, in occasione dell'udienza del processo che si terrà il 29 novembre in Egitto.
nella foto: Alessandro Bergonzoni (Bologna - 2022-11-28, SERGIO AGAZZI) p.s. la foto e' utilizzabile nel rispetto del contesto in cui e' stata scattata, e senza intento diffamatorio del decoro delle persone rappresentate

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