Patrick Zaki condannato in Egitto. Dalla politica ad Amnesty: “Inaccettabile”

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La pronuncia con cui il tribunale di Mansura ha condannato il ricercatore a tre anni è "il peggiore degli scenari possibili", dice il portavoce di Amnesty International Italia Riccardo Noury. Il rettore dell'Alma Mater di Bologna, dove si era laureato il ragazzo lo scorso 5 luglio: "Una terribile notizia che giunge del tutto inattesa". Le opposizioni chiedono l'intervento del governo. La premier Meloni: “Il nostro impegno per una soluzione positiva del caso continua”

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Patrick Zaki è stato condannato a tre anni in carcere, nel processo che lo vede accusato – tra le altre cose – di aver diffuso notizie false. È “il peggiore degli scenari possibili”, secondo il portavoce di Amnesty International Italia Riccardo Noury, che definisce il verdetto "assurdo e scandaloso". Il ricercatore e attivista egiziano era stato arrestato il 7 febbraio 2020, appena rientrato nel Paese africano dall’Italia, dove frequentava un master all’Università Alma Mater di Bologna. Prima di essere liberato in attesa di sentenza nel 2021, era già stato in carcere 22 mesi. Adesso dovrà scontarne altre 14. Moltissimi i messaggi di vicinanza a Zaki, da parte della politica e non solo. "Il nostro impegno per una soluzione positiva del caso di Patrick Zaki non è mai cessato, continua, abbiamo ancora fiducia", ha detto la premier Giorgia Meloni. E le opposizioni chiedono al governo di intervenire (LE TAPPE DELLA VICENDA).

Il rettore dell’Università di Bologna: “Una terribile notizia del tutto inattesa”

"È una terribile notizia che giunge del tutto inattesa”, dice ad esempio Giovanni Molari, rettore dell'Università di Bologna, “mentre abbiamo ancora negli occhi l'immagine di Patrick neolaureato con lode nel corso che gli ha fatto scegliere Bologna". Soltanto lo scorso 5 luglio, Zaki aveva infatti concluso il suo percorso di studi, partecipando alla proclamazione con una cerimonia in videoconferenza. Molari si dice speranzoso che nei prossimi giorni possa succedere qualcosa che cambi le carte in tavola: "Speriamo non sia confermato che questa sentenza significa altri 14 mesi di carcere: sarebbe un'ingiustizia e un dolore immenso per Patrick, per tutti i suoi cari, per tutti coloro che in questi anni hanno sofferto e resistito con lui. Tutta l'Alma Mater gli è vicina in questi momenti". Molari ha poi detto di non pensare che Zaki sia “nelle migliori condizioni psichiche di affrontare una nuova carcerazione” e per questo “la cosa migliore da fare in questo momento è stargli vicino”.

Bonaccini: “Il governo chieda la sua liberazione”

Il presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini parla chiaro: “Ora più che mai continueremo a chiedere la liberazione di Patrick Zaki, così che possa tornare a Bologna. Lo stesso faccia il governo, agendo con le autorità egiziane". Il governatore dem definisce la condanna “una notizia terribile” che “rende ancora più drammatica la situazione di un ragazzo che sta pagando con la libertà il solo fatto di aver espresso la sua opinione". Il sindaco di Bologna, Matteo Lepore, chiede a Zaki di "non mollare”, ricordandogli che “Bologna è con te". 

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Le opposizioni chiedono intervento del governo

"Non ci sono parole per questa gravissima ingiustizia. Siamo di fronte a un verdetto scandaloso: ora serve la mobilitazione di tutte e tutti per riaffermare le ragioni del diritto e chiederne la liberazione. Il governo italiano batta ufficialmente un colpo: il ministro Tajani venga a riferire alle Camere", ha dichiarato la segretaria del Pd Elly Schlein in una nota. Sempre dalle file del Pd, il deputato Virginio Merola parla di una condanna “per un reato inesistente”, emessa “da un regime autoritario". Prima dell'inizio dei lavori in Aula alla Camera, nel pomeriggio di oggi, si è scagliato contro "una decisione che rappresenta un abuso e una violazione del diritto di opinione” e chiede al ministro degli Esteri Antonio Tajani di “riferire in Aula su questo fatto". Indignazione anche da Angelo Bonelli, Avs: "Pochi mesi fa il ministro Tajani aveva detto che l'Egitto stava collaborando" per i casi di Giulio Regeni e Patrick Zaki, "non si possono fare affari con chi viola i diritti umani". È "piena solidarietà e vicinanza alla famiglia di Zaki" quella che arriva dalla deputata 5S Federica Onori. Un’altra richiesta al governo "di non fare calare un velo di silenzio e sottovalutazione per i casi Zaki e Regeni" è invece quella di Benedetto Della Vedova, deputato di +Europa. "Il governo faccia sentire forte e chiara al Cairo l'indignazione delle nostre istituzioni e dell'opinione pubblica italiana", ha detto Ivan Scalfarotto, senatore di Azione-Italia Viva. "Nell'urlo della madre di Patrick Zaki sta lo sgomento di tutti noi, dopo questa terribile notizia. Il governo deve intraprendere ogni iniziativa utile affinché in Egitto si vigili sul pieno rispetto della persona e dei diritti di Zaki", ha commentato Carlo Calenda, leader di Azione.

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