Emesso un decreto di sequestro del telefono del figlio di Ignazio La Russa, indagato per violenza sessuale dopo la denuncia di una 22enne. Nel dispositivo, che è stato consegnato, sarà fatta una ricerca con precise parole chiave. Non sequestrata la sim, perché intestata a una società che fa capo allo studio legale del senatore. In giornata si era parlato di una richiesta a Palazzo Madama. Lo staff: “Il presidente si asterrà da commenti, ha piena fiducia nei magistrati. Da un punto di vista mediatico, passato segno”
La procura di Milano ha sequestrato il cellulare di Leonardo Apache La Russa, figlio del presidente del Senato Ignazio, che è indagato per violenza sessuale dopo la denuncia di un’ex compagna di liceo. Il decreto di sequestro è stato anticipato da Il Fatto Quotidiano e poi confermato da altri media. La consegna dello smartphone è avvenuta alla presenza del difensore, Adriano Bazzoni. Da quanto si apprende da fonti investigative, la ricerca all’interno del dispositivo verrà fatta dalla polizia giudiziaria con precise parole chiave per cercare di ricostruire le eventuali interazioni a partire dal 19 maggio scorso, quando ci sarebbe stata la presunta violenza. I Pm milanesi non hanno sequestrato la sim del cellulare, perché intestata a una società che fa capo allo studio legale del padre Ignazio, presidente di Palazzo Madama. Dal cellulare del giovane non saranno copiate e acquisite tutte le chat del ragazzo con soggetti che sono tutelati dalle garanzie costituzionali. La precisazione riportata nel provvedimento esclude quindi le conversazioni che il ragazzo ha avuto con il padre-presidente del Senato ed eventuali con altri parlamentari.
In giornata si era parlato di un’eventuale richiesta alla Giunta per l'autorizzazione a procedere del Senato. "Il presidente La Russa si asterrà da qualsiasi commento diretto o indiretto sulla vicenda, avendo piena fiducia nell'operato dei magistrati della Procura di Milano. Da un punto di vista mediatico risulta, però, ormai passato il segno", aveva fatto sapere nelle scorse ore lo staff del senatore. Ancora: "Non risulta più tollerabile la condotta di chi si sostituisce ai Pm con pretese di indagine e richieste istruttorie. Si rinnova l'invito ad affidarsi unicamente al lavoro degli inquirenti e ci si augura che termini ogni speculazione politica della vicenda". Per tutelare la propria onorabilità e quella di altri membri della famiglia, spiega ancora lo staff, Ignazio La Russa ha nominato un avvocato.
Continuano le indagini
Ieri era emerso che il telefono di Leonardo non era sequestrabile: la sim è intestata al presidente del Senato e dunque 'coperta' dalle garanzie previste per i parlamentari. Intanto, sempre ieri, uno dei titolari del club Apophis è stato sentito dai pm che indagano sul caso. Le audizioni, già programmate, sono proseguite oggi e saranno concluse, per quanto riguarda la prima tornata di deposizioni, entro il fine settimana. Nell'ambito dell'inchiesta, inoltre, sono state effettuate anche le copie dei telefoni della presunta vittima e delle sue amiche, sentite due giorni fa, e sono stati acquisiti i contenuti dei dispositivi, tra cui tutte le chat.
Il racconto della ragazza
Nella denuncia, depositata il 29 giugno scorso dal suo legale Stefano Benvenuto, la 22enne ha raccontato di essersi risvegliata nel letto di Leonardo, ex compagno di liceo, dopo averlo incontrato nel locale e che non ricordava più nulla di quanto accaduto. Chattando quel mattino con l'amica, la ragazza ha detto che lui potrebbe averla "drogata" offrendole un cocktail. Nella sua ricostruzione, la ragazza ha affermato che "Leonardo dichiarò che Nico si era fermato a dormire in un'altra stanza nel medesimo appartamento. Mi avevano spogliato (...). Scioccata, tremavo e scrivevo alle mie amiche mentre ero nel letto, richiedendo anche alla mia amica il perché fossi da sola a casa di Leonardo e dove lei si trovasse". Dal referto medico stilato al centro antiviolenza della clinica Mangiagalli, è risultato che la ragazza aveva assunto cannabinoidi, cocaina e tranquillanti, questi ultimi, a suo dire, per problemi d'ansia. Dopo il 3 luglio, ricevuta la querela, la Procura ha aperto un'inchiesta per violenza sessuale a carico di La Russa.