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Filippo Facci, programma in bilico per frasi su La Russa. Floridia: "Rai prenda posizione"

Cronaca
©IPA/Fotogramma

Il giornalista, in un articolo pubblicato su Libero, parlando della ragazza che ha denunciato per violenza sessuale il figlio del presidente del Senato ha scritto: "Risulterà che una ragazza di 22 anni era indubbiamente fatta di cocaina prima di essere fatta anche da Leonardo Apache La Russa (una famiglia, una tribù)". Nel mirino è finita la striscia quotidiana che la Rai ha annunciato di avergli affidato per la prossima stagione, che potrebbe essere in bilico anche per un ammonimento per stalking ricevuto da Facci

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Non si placa la polemica esplosa dopo un articolo di Filippo Facci, pubblicato su Libero, dedicato al caso di Leonardo Apache La Russa, terzogenito del presidente del Senato denunciato per violenza sessuale da una 22enne. Una polemica esplosa anche alla luce della notizia che il giornalista è stato scelto dalla Rai per condurre, nella prossima stagione, una striscia dal lunedì al venerdì alle 12.55, prima del Tg2 delle 13. A quanto apprende l'Ansa, in ogni caso, il contratto attualmente non sarebbe ancora stato firmato. "Ci apprestiamo a lavorare sul nuovo contratto di servizio: sarebbe inutile, contraddittorio e soprattutto svilente parlare di inclusione, pari opportunità, lotta alla violenza di genere e al sessismo, se poi tutto questo possa anche solo correre il rischio di essere smentito nei fatti", ha scritto la presidente della Vigilanza, Barbara Floridia. "Il rispetto di determinati principi e valori è alla base della convivenza civile e del concetto stesso di servizio pubblico. Al netto dell'attenzione che la Vigilanza dedicherà al caso, mi aspetto una presa di posizione seria e rigorosa dall'azienda".

L’articolo di Facci

A finire nella bufera è stato un articolo firmato da Filippo Facci l’8 luglio su Libero. "Lei aveva in corpo Xanax (per l'ansia o per dormire), fluoxetina (è il vecchio Prozac, antidepressivo, ma anche anoressizzante o in uso nelle terapie per i disturbi dell'alimentazione) e poi una canna e poi cocaina: ma sotto inchiesta è lui - che lei ha baciato in pubblico - e che le avrebbe dato un ulteriore farmaco, di cui per ora tuttavia non si ha notizia o traccia. Messa così, è chiusa", scrive il giornalista. Poi sottolinea: "Dopodiché il presunto stupratore e la presunta stuprata potrebbero aver detto entrambi la verità o essere convinti di averla detta, ricordata o ricostruita: poi una potrà suonare più attendibile dell’altra, certo". Facci poi sottolinea che "la denuncia era su un giornale prima ancora di essere nella disponibilità cartacea dell’accusato, e che il racconto di lei, per emblematico che sia, sembra un format da movida milanese: il ricordo, quello vivido, è solo di aver bevuto due drink con un ragazzo e poi di essersi svegliata nel letto di lui l’indomani a mezzogiorno; quella che sta in mezzo è l’auto-ricostruzione mnemonica di una 22enne fondata su ‘sensazioni’". Ma la frase che più ha scatenato la polemica è il passaggio in cui Facci sostiene che "le sofisticate scienze forensi non impediscono che alla fine si scontri una parola contro l’altra, e che, nel caso, risulterà che una ragazza di 22 anni era indubbiamente fatta di cocaina prima di essere fatta anche da Leonardo Apache La Russa (una famiglia, una tribù) e che perciò ogni racconto di lei sarà reso equivoco dalla polvere presa prima di entrare in discoteca, prima di chiedere all’amica ‘sono stata drogata?’ anche se lo era già di suo".

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La replica del giornalista

Facci, dopo la pioggia di critiche, ha detto all’Ansa: "Riscriverei quella frase? No, perché conta un solo fatto: che la frase non ha portato niente di buono e che ha fatto malintendere un intero articolo. La professionalità innanzitutto, l'orgoglio personale poi". Poi ha parlato di "sconfitta professionale che consiste tipicamente nell'illudersi che leggano tutto l'articolo, conoscano i tuoi precedenti, abbiano cognizione di causa prima di attribuirti odiosi reati: che insomma non ti trasformeranno in carne da cannone" sono sotto gli occhi di tutti.

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Le polemiche politiche

Fra i primi ad attaccare Facci c’è stato Sandro Ruotolo, responsabile informazione del Partito Democratico: "Conviene alla Rai, al servizio pubblico affidare un programma a Filippo Facci che si esprime così sul giornale? Può la tv pubblica essere affidata a chi fa vittimizzazione secondaria?. E che dice il comitato etico della Rai? Il servizio pubblico può consentire una lettura del genere sulle donne? Pensateci bene dirigenti di viale Mazzini. Il servizio pubblico è di tutti ma non può esserlo dei sessisti, dei razzisti e del pensiero fascista". Sul fronte delle opposizioni, dai dem al M5S, si è chiesto un intervento del presidente del Consiglio Giorgia Meloni e si è parlato di sessismo, misoginia, volgarità, disservizio pubblico, bullismo verso la vittima e vittimizzazione secondaria. Il deputato di Alleanza verdi e sinistra Angelo Bonelli ha annunciato un’interrogazione alla commissione di Vigilanza Rai.

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Ordine dei giornalisti, Fnsi, Usigrai e GiULiA giornaliste

Sulla vicenda sono intervenuti anche Ordine dei giornalisti, Fnsi, Usigrai e GiULiA giornaliste, che si riservano una denuncia al Consiglio di disciplina dell'Ordine dei giornalisti di Milano: "Le leggi, le norme deontologiche, il Manifesto di Venezia. Ma prima di tutto il principio di umanità e di rispetto primario verso le persone, rendono intollerabile quanto scritto da Filippo Facci sulla violenza denunciata a Milano da una ragazza di 22 anni e non è schermo il fatto che la denuncia della giovane si sia trasformata in un caso politico, come se questo consentisse l'oltraggio verso la querelante". E il presidente Fnsi Vincenzo di Trapani ha aggiunto: "Il linguaggio usato da Filippo Facci è incompatibile con la Rai Servizio Pubblico".

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Per Facci anche un ammonimento per stalking

A mettere in bilico la posizione di Facci di fronte alla Rai potrebbe essere anche la notizia che la Divisione Anticrimine della Questura di Milano gli ha inviato nei giorni scorsi - secondo quanto riferito dall’Agi -  un provvedimento di ammonimento per stalking . "È un atto dovuto legato molto banalmente a delle mail che io e la madre dei miei figli ci siamo scambiati e che non le sono piaciute - ha detto il giornalista all’agenzia di stampa - È un atto amministrativo e impugnabile davanti al Tar il cui peso è talmente poco considerevole che non so nemmeno se lo impugneremo". L'ammonimento è un provvedimento amministrativo previsto dalla legge a tutela di una presunta vittima di stalking con natura preventiva e dissuasiva per evitare danni più gravi alla persona che riferisce di aver subito atti persecutori.

Facci: “Sono il pretesto per attaccare il governo'

In un'intervista a Repubblica, Facci ha detto: "Io sono il pretesto per cannoneggiare il governo. Qualsiasi giornalista in questa fase si trova a vivere una specie di ricatto". Il giornalista sostiene anche di non essere affatto rassegnato a perdere la conduzione della nuova striscia quotidiana pensata per Rai2, dopo le polemiche per il suo articolo. "Sono un pretesto per battaglie molto più grandi di me, addirittura vengo messo assieme a Eugenia Roccella quando poi è una vita che le scrivo contro per le sue posizioni anti-abortiste". Facci commenta anche la decisione presa dalla Questura di Milano, sul provvedimento di ammonimento per stalking: "Questione di pochissimo conto, parliamo di una persona che io ho lasciato nel 2019, non è la mia ex moglie ma la madre dei miei figli. Lo stalking non è di chi lascia, no? E l'ho lasciata per un'altra donna con cui andrò a convivere. Comunque si tratta di uno scambio di mail e basta, tra l'altro questa persona l'ho anche denunciata io perché mi ha messo le mani addosso davanti ad altre persone".