Unico centro per orsi in Italia, ospita anche Papillon che nel 2019 riuscì a scappare due volte dai recinti. Ora è considerato luogo "a rischio" a causa delle manifestazioni di protesta organizzate per il 23 aprile da parte delle associazioni che contestano la struttura. Per questo sarà rafforzata la vigilanza sia esterna sia interna dalle forze dell'ordine e dalla forestale
L’orsa Jj4, responsabile dell'aggressione mortale ai danni di Andrea Papi, 26enne di Caldes, dopo essere stata catturata la scorsa notte è stata trasferita nel recinto del Centro di recupero della fauna alpina di Casteller, a Trento. L’animale, su pende un'ordinanza di abbattimento per ora sospesa dal Tar, sarà tenuto in cattività fino alla decisione finale del Tribunale amministrativo. Non si prevede il trasferimento, come avvenuto in passato per altri esemplari ritenuti problematici. Lo ha spiegato il Dirigente del dipartimento protezione civile, foreste e fauna della Provincia di Trento, Raffaele De Col, che ha precisato come il centro sia al momento l'unica struttura in Italia adeguata allo scopo. "Abbiamo chiesto ai custodi del centro di prestare particolare attenzione a Jj4, evitando di avvicinarla in quanto particolarmente pericolosa", ha detto De Col.
Centro nato come ospedale per animali selvatici
Il centro, posto a breve distanza dalla città di Trento, è nato come vero e proprio ospedale per animali selvatici in una zona riqualificata e rinaturalizzata allo scopo negli anni Sessanta. Solitamente, accoglie per un breve periodo gli esemplari feriti e non più in grado di vivere in modo autonomo. Una volta guariti, gli animali vengono liberati in un ambiente adatto a loro solo se sono in grado di vivere allo stato selvatico, mentre gli esemplari che non possono tornare in libertà vengono accolti in ampi recinti. Il centro, che ovviamente è off limits per visitatori, dispone di tre recinti e ospita anche l'orso M49. L'esemplare, noto a livello nazionale come Papillon, è salito alla ribalta delle cronache per le due fughe rocambolesche che lo hanno visto protagonista. Catturato nel 2019 perché ritenuto confidente, a seguito di diverse incursioni, razzie e predazioni di animali da allevamento, l'orso è riuscito a scavalcare il recinto a poche ore dal prelievo, avvenuto in valle Rendena. Come vi sia riuscito è tuttora un mistero, dato che le pareti della gabbia sono di quattro metri, dotate di fili elettrificati.
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La struttura al centro delle contestazioni degli animalisti
La seconda fuga, invece, è avvenuta un anno più tardi, nel luglio del 2020, quando M49 è riuscito ad abbattere le inferriate della recinzione. In passato, nel centro sono stati ospitati anche gli esemplari M57 e Dj3, poi trasferiti rispettivamente in due parchi in Ungheria e Germania. Proprio per la presenza delle gabbie per gli orsi, la struttura è stata al centro di diverse proteste da parte degli animalisti. Con l'arrivo di Jj4 il centro faunistico è stato segnalato come un luogo "a rischio". Infatti, la vigilanza sia esterna che interna sarà rafforzata dalle forze dell'ordine e dalla forestale. Il motivo è legato alle manifestazioni di protesta organizzate per il 23 aprile dalle associazioni animaliste che portano avanti la campagna "StopCasteller". Secondo quanto specificato in conferenza stampa dal presidente della Provincia, Maurizio Fugatti, ad ogni modo, per Jj4 non si prevede il trasferimento, ma si attenderà il parere del Tar di Trento sulla soppressione. "Un orso non è un gatto domestico - ha precisato De Col - e questo esemplare deve essere custodito perché particolarmente aggressivo. Al momento, siamo gli unici in Italia a disporre di una struttura con recinti in grado di poter accogliere questi animali. Certo non possiamo fare del centro del Casteller un carcere per orsi, e i tre recinti a disposizione, anche in vista del programma di riduzione degli esemplari, sono insufficienti".