Alessandro Parini, in Italia la salma del giovane morto a Tel Aviv. Giovedì i funerali

Cronaca
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E' atterrato ieri all'aeroporto di Ciampino il volo di Stato con la salma di Alessandro Parini, il giovane avvocato romano rimasto vittima di un attentato a Tel Aviv. Ad accogliere il feretro i familiari, il presidente Mattarella e il ministro degli Esteri Tajani. Funerali giovedì alle 15 nella basilica dei santi Pietro e Paolo. Sentiti dai carabinieri del Ros alcuni amici di Parini che erano con lui a Tel Aviv venerdì sera. La Procura di Roma disporrà l'autopsia sulla salma del giovane

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È atterrato ieri, nel primo pomeriggio, all'aeroporto di Ciampino il volo di Stato con la salma di Alessandro Parini, il 35enne romano rimasto vittima di un attentato a Tel Aviv. L'Airbus A319 con a bordo il feretro è atterrato alle 14:50 sulla pista. Ad accogliere la salma i familiari, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il ministro degli Esteri Antonio Tajani, il sindaco di Roma Roberto Gualtieri. La salma è stata poi trasferita all'ospedale Gemelli per l'esame autoptico disposto dalla Procura di Roma, che indaga per attentato con finalità di terrorismo, omicidio e lesioni. I funerali del 35enne sono previsti giovedì, nella basilica dei santi Pietro e Paolo a Roma. I medici israeliani hanno escluso che l'attentatore abbia avuto un ictus mentre era alla guida dell'auto piombata sulla folla: è stata scartata, perciò, l’ipotesi che si sia trattato di un incidente.

Cosa è successo

Venerdì scorso l'arabo-israeliano Yousef Abu Jaber ha lanciato la sua auto a tutta velocità sulla passeggiata di tel Aviv, prospiciente il mare, per uccidere. Una folle corsa che ha falciato oltre Parini anche altri 7 turisti tra cui due italiani: uno di loro, Roberto Nicoli (39 anni), bergamasco, è ancora ricoverato per le ferite in ospedale a Tel Aviv da dove dovrebbe essere dimesso forse nel fine settimana, dopo aver subito un intervento chirurgico.

Sentiti dagli inquirenti amici di Parini

Intanto sono stati sentiti dai carabinieri del Ros alcuni amici dell'avvocato Alessandro Parini che erano con lui a Tel Aviv venerdì sera. I testimoni hanno raccontato di essere arrivati nella città a nord di Gerusalemme poche ore prima del tragico attentato e di essersi recati in albergo. Da lì si sono poi mossi in direzione del lungomare, un percorso di circa 10 minuti a piedi, per raggiungere un altro gruppo di amici. I testimoni hanno affermato di avere sentito il rumore di una auto che procedeva ad alta velocità e poi degli spari. Gli amici di Parini non ricordano nulla dell'impatto ma hanno affermato di esseri in un primo momento allontanati di corsa per poi tornare indietro e individuare il corpo di Parini e la sua testa insanguinati. Gli amici hanno atteso l'arrivo dell'ambulanza e poi si sono recati tutti in ospedale dove hanno appurato della morte del giovane avvocato romano. 

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“Il popolo israeliano è in lutto”

"Il governo e il popolo di Israele - è scritto nel necrologio pubblicato sui giornali - sono a lutto per la morte di Alessandro Parini, cittadino italiano, che è stato ucciso in un attentato terroristico venerdì sera sul lungomare di Tel Aviv da un maledetto terrorista". E "partecipano allo strazio indicibile della famiglia colpita". I palestinesi "hanno celebrato l'uccisione del cittadino italiano Alessandro Parini" ha denunciato su Twitter il premier Benyamin Netanyahu accludendo un video con immagini di festeggiamenti dopo l'attentato. "Immagini deplorevoli e disgustose che spero vengano condannate da tutti, nessuno escluso", ha commentato il vicepremier Matteo Salvini sui social condividendo il tweet del premier israeliano.

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L’uomo alla guida

Le prime indagini forensi sul corpo della vittima effettuate all'Istituto di medicina legale Abu Kabir di Giaffa non hanno riscontrato alcun colpo d'arma da fuoco sul corpo del giovane che è stato ucciso invece dal violento impatto con l'auto. Le consistenti ferite alla testa e alla schiena - hanno constatato i medici - sono compatibili con il colpo. Le indagini - hanno spiegato le stesse fonti - hanno mostrato che Abu Jaber - poi ucciso da due agenti arrivati sul posto con una dinamica non del tutto chiara sul fatto se fosse armato - ha guidato direttamente dal suo luogo di residenza, Kafr Kassem, fino a Tel Aviv ad alta velocità. E questo - hanno proseguito - rafforza la posizione che sia stato un attacco terroristico e che Abu Jaber intendesse investire gli israeliani che camminavano sul lungomare. Il guidatore - hanno ancora spiegato - "ha rapidamente manovrato tra i blocchi di cemento (sui marciapiedi) per raggiungere di proposito la pista ciclabile e colpire quante più persone possibile". "Mentre guidava all'impazzata - hanno sottolineato - ha intenzionalmente accelerato e colpito un gruppo di persone. Ha poi continuato ad accelerare e ha investito ancora altra gente".

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Le tensioni

Un portavoce della polizia di Tel Aviv ha quindi evidenziato che le forze dell'ordine "sono state dell'idea fin dall'inizio che fosse un attentato terroristico. E più indaghiamo e più arriviamo al fatto che è stato un attacco motivato da ragioni nazionalistiche". Continua il pellegrinaggio di molti sul luogo dell'attentato dove un bandiera italiana si intreccia a quella israeliana. La situazione in Israele resta ad alta tensione e non accenna a diminuire. In violenti scontri con l'esercito israeliano vicino Gerico, in Cisgiordania, è stato ucciso un giovane palestinese. Mentre è morta in ospedale per le ferite subite l'israeliana Lea Lucy Dee, madre delle due sorelle uccise venerdì in un attentato palestinese a Hamra, nella valle del Giordano in Cisgiordania.

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