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Milano, imprenditore russo Artem Uss evade da domiciliari: doveva essere estradato in Usa

Cronaca

Ieri pomeriggio il manager di 40 anni, arrestato lo scorso 17 ottobre su mandato d'arresto internazionale della Procura federale di New York, ha rotto il braccialetto elettronico. Si travava in un appartamento a Basiglio, comune dell'hinterland sud del capoluogo lombardo

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L'imprenditore russo Artem Uss è evaso dagli arresti domiciliari all'indomani della concessione della Corte di appello di Milano dell'estradizione negli Stati Uniti. L'uomo, figlio del governatore di una regione siberiana, era stato bloccato il 17 ottobre su mandato d'arresto internazionale dell'autorità giudiziaria di New York. Da quanto si è appreso, Uss, in attesa di impugnare il provvedimento dei giudici, è scomparso, dopo aver rotto il braccialetto elettronico, dalla abitazione di sua proprietà nel Milanese, a Basiglio, dove si trovava ieri pomeriggio.  Prima dei domiciliari si trovava in carcere. Uno dei membri della squadra difensiva di Uss,  l'avvocato Aleksandr Surzhin, che lavora a Strasburgo, ha dichiarato di non sapere dove si trovi il suo assistito in questo momento. Le ricerche sono condotte insieme agli specialisti della sezione 'Catturandi' del nucleo investigativo dei carabinieri di via della Moscova.  (GUERRA RUSSIA-UCRAINA, LE NEWS IN DIRETTA).

In ottobre Peskov aveva garantito che Mosca si sarebbe mossa per proteggere Uss

L'imprenditore 40enne è finito al centro di un caso delicato che tocca i rapporti tra Stati, in particolare Usa e Russia, in uno scenario internazionale complesso, data la guerra in corso in Ucraina. La difesa di Uss aveva fatto notare in un'udienza che l'arresto dell'uomo sarebbe stato finalizzato, così avevano detto i legali, ad uno "scambio di prigionieri", perché gli Stati Uniti sarebbero stati interessati ad ottenere il rilascio di Paul Whelan, uomo d'affari condannato a Mosca a 16 anni nel 2020. E il 21 ottobre il portavoce di Putin, Dmitri Peskov, aveva affermato che "le missioni diplomatiche russe faranno del loro meglio per proteggere gli interessi di Uss". Solo per due accuse su quattro, contestate dalle autorità americane, la Corte d'Appello aveva dato il via libera all'estradizione negli Usa. 

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I legali dell'imprenditore russo stavano facendo ricorso in Cassazione contro l'estradizione

Per l'imputazione più delicata, proprio dato lo scenario internazionale, che riguardava "l'esportazione illegale" di "tecnologie militari e sensibili", le cosiddette 'dual use', per milioni di dollari "dagli Stati Uniti alla Russia", i giudici non hanno trovato prove di un suo "contributo causale". Con la sentenza di due giorni fa la quinta penale (giudici Nova-Barbara-Arnaldi) ha dichiarato che "sussistono le condizioni per l'estradizione" di Uss "limitatamente al secondo e al terzo capo d'accusa", ossia la "violazione dell'embargo" nei confronti del Venezuela in una vicenda di contrabbando di petrolio verso Cina e Russia e una presunta "frode bancaria". E hanno stabilito anche che "le condizioni per l'estradizione non sussistono con riferimento agli altri due capi d'accusa per mancanza di prova del contributo causale", sul fronte delle tecnologie militari, e per "difetto di doppia incriminabilità" su un presunto riciclaggio. I suoi legali, gli avvocati Vinicio Nardo e Fabio De Matteis, erano pronti, nel termine dei 15 giorni, a fare ricorso in Cassazione. E sull'imprenditore pendeva pure una richiesta di estradizione di Mosca, arrivata in Italia a novembre, per una non meglio precisata ipotesi di riciclaggio. 

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