L'ex membro dei Proletari Armati per il Comunismo detenuto nella casa circondariale di Parma ha denunciato al tribunale di sorveglianza di aver subito "un'aggressione fisica e verbale da parte degli agenti della polizia penitenziaria"
Cesare Battisti ha presentato un reclamo al Tribunale di Sorveglianza di Reggio Emilia in cui lamenta "un'aggressione fisica e verbale" da parte di alcuni agenti della polizia penitenziaria del carcere di Parma, dove è detenuto. Gli agenti, afferma l'ex militante dei Pac (Proletari armati comunisti), si sarebbero resi responsabili del "danneggiamento di oggetti personali, tra cui il computer", il tutto "nel disegno di un'accanita persecuzione" nei suoi confronti. Secondo quanto scritto dallo stesso Cesare Battisti, il fatto sarebbe accaduto lo scorso 2 marzo: "Alle 8 del mattino un assistente capo in servizio con aria spavalda e fare minaccioso supportato da un nugolo di agenti dalle impressionanti prestanze fisiche, faceva irruzione nella mia cella con la manifesta volontà di voler provocare reazioni inconsulte, aggredendo verbalmente e fisicamente il sottoscritto".
"Accanita persecuzione nei miei confronti"
L'ex militante afferma inoltre di avere subito "un trattamento selvaggio", e aggiunge: "non viene rispettata la mia privacy neanche quando vado in bagno. Ho avuto un colpo al cuore quando mi sono accorto che il pc avava gravi danni, computer che utilizzo come strumento di lavoro come scrittore ed editor di Artisti dentro, ma anche l'unico mezzo per mantenere un equilibrio psichico in circostanze tanto avverse". La richiesta alla Sorveglianza è di accertare eventuali ipotesi di reato e di intervenire "per un ritorno alla legalità, tesa a garantire i diritti inviolabili dell'uomo". L'ex terrorista si trova presso il carcere di Parma dallo scorso settembre, quando fu trasferito dalla casa circondariale di Ferrara e declassificato come detenuto comune.