Cospito dal carcere "Pronto a morire". Onu: "L'Italia rispetti gli standard di detenzione"

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"Porterò avanti la mia linea fino alle estreme conseguenze, non per un ricatto ma perché questa non è vita", ha detto l'anarchico che sta scontando il 41-bis

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Dopo la lettera che Alfredo Cospito ha scritto dal carcere dove dichiarava di essere "pronto a morire per far conoscere al mondo cosa è veramente il 41 bis", è arrivata la reazione dell’Onu che ha richiamato l'Italia sul caso dell’anarchico invitandola a rispettare i diritti umani e politici. Cospito, che in carcere sta facendo lo sciopero della fame, non intende scendere a compromessi "Porterò avanti la mia linea fino alle estreme conseguenze - ha affermato - non per un ricatto ma perché questa non è vita. Se l'obbiettivo dello Stato italiano è quello di farmi dissociare dalle azioni degli anarchici fuori, sappia che io ricatti non ne subisco da buon anarchico".

 

La nota del Comitato Onu per i Diritti Umani

"In attesa della decisione sul merito della petizione individuale presentata per Alfredo Cospito, il Comitato per i Diritti Umani delle Nazioni Unite ha deciso di applicare una misura provvisoria che consiste nel richiedere all'Italia di assicurare il rispetto degli standard internazionali e degli articoli 7 (divieto di tortura e trattamenti o punizioni disumane o degradanti e divieto di sottoposizione, senza libero consenso, a sperimentazioni mediche o scientifiche) e 10 (umanità di trattamento e rispetto della dignità umana di ogni persona privata della libertà personale) del Patto Internazionale sui Diritti Civili e Politici in relazione alle condizioni detentive di Alfredo Cospito", si legge nella nota dell'Onu.

 

Manifestazione degli anarchici in solidarietà ad Alfredo Cospito, il primo militante anarchico a cui è stato applicato il 41 bis, che nel penitenziario di Sassari è in sciopero della fame dal 20 ottobre contro il regime di carcere duro, in piazza dei Crociferi a Roma, 15 dicembre 2022 
ANSA/MASSIMO PERCOSSI

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Nessuna iniziativa è stata assunta dal Ministro della Giustizia  

Nonostante la richiesta dell'Onu di adottare misure urgenti a protezione del detenuto, trascorsi quasi due giorni dalla notifica del provvedimento, nessuna iniziativa è stata assunta dal Ministro della Giustizia per revocare o quantomeno migliorare la condizione detentiva del 55enne. Ma dalle parole di Cospito si capisce che non ha intenzione di arrendersi: “Sono convinto che la mia morte porrà un intoppo a questo regime e che i 750 che subiscono da decenni il 41 bis possano vivere una vita degna di essere vissuta, qualunque cosa abbiano fatto”.  

Alfredo Cospito uno dei due anarchici imputati per il ferimento dell'AD di Ansaldo Nucleare, 30 ottobre 2013 a Genova.
ANSA/LUCA ZENNARO

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