La ragazza si gettò dalla Rupe atenea dopo aver lasciato una lettera d'addio su Facebook. Ai quattro indagati gli inquirenti, oltre allo stupro di gruppo ai danni di una minorenno, contestano anche la produzione di materiale pedopornografico
Una ragazza di 17 anni si sarebbe uccisa il 18 maggio del 2017 perché costretta, due anni prima, a fare sesso di gruppo mentre la scena veniva filmata. È questa l'ipotesi che la procura di Palermo ha fatto notificare l'avviso di conclusione delle indagini preliminari, atto che prelude alla richiesta di rinvio a giudizio, per i due maggiorenni coinvolti nell'inchiesta. Sul fatto c'è anche un'indagine della Procura dei minorenni nei confronti di altre due persone che all'epoca ancora non avevano ancora compiuto i 18 anni.
La lettera su Facebook: "Non dimenticherò mai"
La ragazzina, il cui corpo senza vita è stato trovato alla Rupe Atenea di Agrigento, da dove si era lanciata nel vuoto, aveva annunciato il suo gesto con un lungo e straziante post pubblicato su Facebook. "Nessuno di voi sa e saprà mai con cosa ho dovuto convivere da un periodo a questa parte. Quello che mi è successo non poteva essere detto, io non potevo e questo segreto dentro di me mi sta divorando", si leggeva nel messaggio. "Ho provato a conviverci e in alcuni momenti ci riuscivo così bene che me ne fregavo, ma dimenticarlo mai”, spiegava la 17enne.
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I pm di Palermo: "I 4 indagati hanno abusato dell'inferiorità fisica e psichica della ragazza"
La squadra mobile, indagando su questo episodio, dopo avere scartato alcune piste come, ad esempio, quella delle sette sataniche, è risalita ad alcuni video che immortalavano la diciassettenne, due anni prima, mentre faceva sesso di gruppo con quattro ragazzi, di cui due all'epoca minorenni. I quattro giovanissimi – è l'atto di accusa dei pm della procura di Palermo Luisa Bettiol e Giulia Amodeo - avrebbero abusato delle sue condizioni di inferiorità fisica e psichica "legata al consumo di sostanze alcoliche". Alla ragazza sarebbe stato intimato di restare ferma e non si sarebbero fermati neppure davanti al suo espresso rifiuto. All'accusa di violenza sessuale di gruppo ai danni di minore si aggiunge quella di produzione di materiale pedopornografico: ed è questa l'ipotesi di reato che ha fatto scattare la competenza della procura di Palermo, alla quale i colleghi di Agrigento hanno trasmesso gli atti.
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Già concluse le indagini preliminari per due indagati
Ai quattro indagati si contesta di avere realizzato e prodotto materiale pedopornografico con una quindicenne costretta "con violenza e abuso" a subire i rapporti. Due le aggravanti contestate: l'avere realizzato i video con una minore di 16 anni e l'averlo commesso "in più persone riunite". I pm della procura di Palermo hanno concluso le indagini preliminari per i due maggiorenni coinvolti nell'inchiesta, entrambi 27enni, mentre per i due minorenni sta procedendo la procura minorile. Con l'avviso di fine inchiesta i difensori dei due indagati - gli avvocati Daniela Posante e Antonio Provenzani - avranno venti giorni di tempo per prendere visione di tutti gli atti, produrre memorie, atti difensivi o sollecitare ulteriori atti di indagine. Il passo successivo potrebbe essere la richiesta di rinvio a giudizio.