Nel capoluogo lombardo lo stop potrebbe riguardare i dipendenti Atm. Non sono ancora stati segnalati dettagli sugli orari ma dovrebbero essere garantite le fasce di garanzia
Uno sciopero proclamato a livello nazionale e previsto per venerdì 17 febbraio. E’ stato proposto dal sindacato Usb, durerà 24 ore e servirà a protestare “contro le privatizzazioni selvagge, il carovita e per la sicurezza e il salario”, così come si legge in una nota diffusa online. A Milano, lo sciopero potrebbe riguardare i dipendenti di Atm, la società che gestisce il trasporto pubblico nel capoluogo lombardo. Ad essere a rischio potrebbero essere i treni delle cinque linee metropolitane, gli autobus ed i tram. Ad oggi non sono ancora state diffuse altre informazioni nel dettaglio e nemmeno gli orari dello stop, sebbene sia possibile che le solite fasce di garanzia non vengano coinvolte dallo sciopero.
Le motivazioni legate allo sciopero
Usb, nel comunicato pubblicato sul proprio sito, spiega di voler denunciare “il susseguirsi di rinnovi contrattuali ‘farsa’, di aumenti salariali irrisori in cambio della crescente svendita dei diritti”, rilanciando allo stesso tempo “il documento piattaforma di proposta contrattuale nazionale del settore, ‘Trasportiamo Diritti’, in cui queste tematiche sono affrontate in modo approfondito con l'obbiettivo di rimettere al centro la qualità della mobilità cittadina e la qualità del lavoro, rendere possibile un servizio pubblico sicuro e dignitoso che risponda in modo efficiente alle reali esigenze dei territori in un contesto di lavoro sano e rispettoso degli operatori del settore”. Il sindacato, tra l’altro, rivendica “la parificazione contrattuale tra aziende pubbliche e private, una nuova scala parametrale che garantisca aumenti salariali e annienti le penalizzazioni economiche ai nuovi assunti e la diminuzione dell’orario di lavoro a 35 ore settimanali a parità di salario”. Inoltre, anche “la necessità di una politica generale dei servizi pubblici essenziali tesa a ripristinare la gestione diretta dell’ente pubblico, avviare un Piano Nazionale dei Trasporti pensato e costruito per i bisogni del Paese, la reinternalizzazione di tutte le attività esternalizzate ad aziende appaltatrici, con relativo assorbimento dei lavoratori attualmente impiegati, garantendo loro anzianità lavorativa ed applicazione dei contratti integrativi utilizzati nelle aziende appaltanti, una maggiore tutela sulla sicurezza e salute sul lavoro ed il riconoscimento delle malattie professionali e garanzie per il personale inidoneo”.