Messina Denaro arrestato dopo una fuga di 30 anni. Andrà in carcere massima sicurezza

Il super latitante catturato dai carabinieri del Ros in una clinica privata di Palermo, dov'era stato operato in passato, sotto il falso nome di Andrea Bonafede, e dove doveva sottoporsi ad alcune terapie. È in buone condizioni di salute e non ha opposto resistenza agli agenti. Il procuratore del capoluogo siciliano: "Saldato debito con vittime di mafia, ma Cosa Nostra non è sconfitta". Meloni: "Una grande vittoria dello Stato". Vicina l'individuazione del covo del boss

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Dopo 30 anni di latitanza, Matteo Messina Denaro è stato catturato dai carabinieri del Ros in una clinica privata di Palermo, dov'era stato operato in passato, sotto il falso nome di Andrea Bonafede, e dove doveva sottoporsi ad alcune terapie. Il boss mafioso, condannato all'ergastolo per decine di omicidi, tra cui quello del piccolo Giuseppe Di Matteo, per le stragi del 1992, costate la vita ai giudici Falcone e Borsellino, e per gli attentati del 1993 a Milano, Firenze e Roma, non ha opposto resistenza agli agenti ed è stato preso in consegna senza manette. Per lui è già stato proposto il 41 bis, complici anche le buone condizioni in cui è stato trovato. Sarebbe vicina anche l'individuazione del covo. Il procuratore del capoluogo siciliano: "Saldato debito con vittime di mafia, ma Cosa Nostra non è sconfitta. Fondamentali le intercettazioni". Meloni: "Una grande vittoria dello Stato, che dimostra di non arrendersi alla criminalità".

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Messina Denaro, il boss tra vecchia e nuova Cosa Nostra dopo Riina e Provenzano

Matteo Messina Denaro è stato l'erede di Totò Riina e Bernardo Provenzano ed era l'unico boss mafioso ancora in libertà a conoscere i segreti delle stragi, a cominciare da quelle di Capaci e di via D'Amelio, per le quali è stato condannato all'ergastolo. Ha fatto da cerniera tra la vecchia Cosa Nostra e la nuova, segnando la fine dell'organizzazione verticistica e della sua struttura unitaria, intaccata dagli arresti e dalla frammentazione.

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Di Matteo: "Se collabora, lo Stato sia pronto alla verità"

Da Salvatore Borsellino, fratello del giudice ucciso dalla mafia nel 1992, al magistrato Nino di Matteo, passando per il ministro della Giustizia Carlo Nordio, il giornalista Paolo Borrometi allo studioso Enzo Ciconte: ecco come l'arresto del boss è stato commentato da chi conosce Cosa Nostra. LE REAZIONI

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Il momento dell'arresto del boss. VIDEO ESCLUSIVO SKY TG24

Nel video esclusivo le immagini dall'alto del momento in cui il boss mafioso superlatitante è stato catturato, con i carabinieri che portano Messina Denaro all'interno di un furgone per il successivo trasferimento. È stato arrestato quando ha cercato di tornare alla sua auto, visibile nel video. Oltre 100 uomini del Ros sono stati impegnati nel blitz. Era in una struttura sanitaria per seguire terapie mediche contro un tumore e doveva essere ricoverato in day hospital. Aveva dato un nome fittizio, Andrea Bonafede.

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Andrea Bonafede vaccinato tre volte come soggetto fragile

Tra il marzo e il dicembre 2021 Andrea Bonafede, che è il nome sulla carta d'identità utilizzata dal boss latitante Matteo Messina Denaro, sarebbe stato vaccinato tre volte contro il Covid a Castelvetrano come soggetto fragile. La prima dose è stata somministrata il 18 marzo 2021. Lo scrive Repubblica nella sua edizione online. Gli investigatori vogliono capire se a vaccinarsi sia stato il boss, in possesso della documentazione medica che attestava la sua fragilità quale malato oncologico, o il vero Bonafede che però non risulterebbe "soggetto fragile". Bonafede oggi è stato interrogato dai carabinieri.
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Sit-in a Castelvetrano, luogo natale del boss: 'Grazie per l'arresto'

Oltre cento persone hanno partecipato questa sera, a Castelvetrano (Trapani), al sit-in organizzato dopo l'arresto di Matteo Messina Denaro. Tra cittadini comuni, scout, professionisti e amministratori sono state gridate a gran voce parole di ringraziamenti alle forze dell'ordine.
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Piantedosi: "Fortuna essere ministro in giorno come questo"

"Vivo l'emozione di essere il ministro che ha visto compiersi l'ultimo grande arresto di un grande boss di mafia e penso a più di 30 anni fa, allorquando muovevo i primi passi nell'amministrazione dell'Interno, nei giorni in cui si verificavano gli episodi peggiori della guerra di mafia. Penso alla fortuna di oggi, vivere da ministro dell'Interno questa giornata che mi ripaga dell'indignazione di quei giorni". Lo ha detto il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, in visita alla caserma del Ros a Palermo
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Meloni: "Intercettazioni fondamentali, non in discussione"

"Per me le intercettazioni, per come sono utilizzate per i procedimenti di mafia, sono fondamentali, sono uno strumento di indagine di cui non si può fare a meno e nessuno per questo genere di reati li ha mai messi in discussione". Così la presidente del Consiglio Giorgia Meloni in una intervista che andrà in onda stasera a Quarta Repubblica su Rete 4.
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Meloni: "Non serve accordarsi con la mafia per batterla"

"Qualcuno vuole dire che non abbiamo magistrati, inquirenti, forze dell'ordine all'altezza di sconfiggere la mafia? È una tesi che non sosterrò mai. Non c'è bisogno di mettersi d'accordo con la mafia per batterla. Si può fare. E oggi l'Italia lo ha dimostrato. Ci sono quelli che stanno facendo complottismo, magari per attaccare il governo, perché l'obiettivo è sempre il tema della politica. Ma ci sono delle materie in cui la politica dovrebbe passare in secondo piano. Oggi una cosa è andata bene e qualcuno lo deve dire". Così la premier Giorgia Meloni, in un'intervista in onda questa sera a Quarta Repubblica, su Rete 4.
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Piantedosi visita Ros Palermo: "Avete reso orgogliosi italiani"

"Oggi avete reso orgogliosi tutti gli italiani che da tanto tempo aspettavano la cattura di Messina Denaro. Non vedevo l'ora di venire qui per dirvi grazie e dare onore e merito al vostro grandissimo lavoro, a quello dei colleghi che vi hanno preceduto, a cominciare da quelli che sono stati vittime della mafia. Oggi ho raccolto tantissimi riconoscimenti che giro interamente a voi". Lo ha detto il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, in visita alla caserma del Ros a Palermo.
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Messina Denaro: Tajani, lo Stato vince sempre e mafia perde

La cattura di Matteo Messina Denaro "mi pare un successo straordinario" ed è "un successo del governo, delle forze dell'ordine e dello Stato, che vince sulla mafia. Può passare tanto tempo, ma lo Stato vince". Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri Antonio Tajani a Zapping in onda su Rai Radio 1.
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Per il boss già proposto il 41 bis

"Al momento le condizioni sono compatibili con la detenzione in carcere. Ancora, in questo momento, non possiamo rispondere su quale sara' la struttura penitenziaria a cui sarà destinato Matteo Messina Denaro". Lo ha detto il procuratore aggiunto Paolo Guido rispondendo alle domande dei cronisti nel corso della conferenza stampa per l'arresto del boss Matteo Messina Denaro. È stato già proposto il 41 bis per il detenuto. 
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Meloni: "Cattura Messina Denaro dipende da valore inquirenti"

"Si dice che tutti sapevano dov'era e lo hanno preso ora che c'è questo governo. Quindi la tesi era che finché c'era la sinistra al governo non lo andavano ad acchiappare? Quelli che sostengono questa tesi, per paradosso sono quelli che al governo ci stavano. Cosa ci stanno dicendo, che tutti sapevano dove si trovava ma gli altri partiti al governo non sono andati a prenderlo? Non lo so. Io posso garantire che oggi c'è un governo di centrodestra e questo latitante è stato preso. Io credo che questo dipenda dal valore e dalla capacità degli inquirenti". Così Giorgia Meloni, in un'intervista in onda questa sera a Quarta Repubblica.
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De Lucia: "Latitanza in tante parti d'Italia"

La latitanza di Matteo Messina Denaro si è svolta in tante parti del territorio nazionale, nell'ultima parte nelle province di Palermo e Trapani". Lo ha detto il procuratore di Palermo, Maurizio De Lucia nel corso della conferenza stampa sulla cattura di Messina Denaro. "Non lo abbiamo ancora interrogato, sono state raccolte solo due battute con la polizia giudiziaria", ha aggiunto.
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Inquirenti sulle tracce del covo di Messina Denaro

Sarebbero vicinissimi a individuare il covo di Messina Denaro gli investigatori che oggi l'hanno arrestato. La zona di Campobello di Mazara e Castelvetrano è battuta da questa mattina palmo a palmo dai carabinieri che starebbero usando anche delle ruspe nelle ricerche.
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Al polso aveva un orologio da 35 mila euro

Al momento dell'arresto, il boss Matteo Messina Denaro "indossava un prestigioso orologio di marca molto particolare. Da quello che abbiamo accertato, il valore dovrebbe aggirarsi intorno ai 30-35 mila euro".  Lo ha detto il Giuseppe Arcidiacono, comandante provincia dei carabinieri di Palermo, durante la conferenza stampa sull'arresto di Matteo Messina Denaro, presso la sede della Legione carabinieri Sicilia, a Palermo.
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La testimonianza di una donna: "'Ha fatto la chemio con me"

"Faceva la chemio con me ogni lunedì. Stavamo anche nella stessa stanza, era una persona gentile, molto gentile". Così una donna, in un video di Tv2000 anticipato stasera dal Tg2000, racconta di aver condiviso le sedute di chemioterapia con Matteo Messina Denaro all'interno della clinica privata La Maddalena di Palermo in cui stamane il boss mafioso è stato catturato dai Carabinieri del Ros. Nel video la paziente spiega: "Ci sono anche mie amiche che hanno il suo numero di telefono. Lui mandava messaggi a tutti. Ha scambiato messaggi con una mia amica fino a questa mattina. Lei è ora sotto choc a casa". "Lui veniva chiamato Andrea", prosegue la donna. "Ho fatto la chemio con un boss, incredibile", ripete la signora nel video di Tv2000, "ho fatto terapia da maggio a novembre. Abbiamo fatto la terapia insieme per tutta l'estate e lui veniva anche con la camicia a maniche lunghe".
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Procuratore Antimafia: "Ora indagini su rete protezione Messina Denaro"

"Faremo il punto sulle indagini e sulle cose che vanno ancora fatte riguardo alla rete di protezione, della logistica e della latitanza di Matteo Messina Denaro". Lo ha detto il procuratore nazionale Antimafia, Pasquale Melillo, che ha spiegato: "Domani andrò a Palermo per una riunione con i colleghi della Dda di Palermo, che hanno lavorato splendidamente in costante coordinamento informativo con la procura nazionale e ai quali va tutta la mia ammirazione per il modo riservato e paziente con cui hanno lavorato".
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De Lucia: "Lavoreremo per dare risposte a tutte vittime"

"Nessuna delle vittime resterà senza risposta. Io, il mio ufficio e le forze dell'ordine continueremo a rivolgere i nostri sforzi in questo senso". Così durante la conferenza stampa sulla cattura di Messina Denaro il procuratore di Palermo Maurizio de Lucia ha risposto al padre dell'agente Nino Agostino, ucciso dalla mafia. Agostino aveva chiesto se, dopo la cattura del capomafia, si riuscirà ad avere risposte sui delitti irrisolti come quello del figlio.
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