Da Salvatore Borsellino, fratello del giudice ucciso dalla mafia nel 1992, al magistrato Nino di Matteo, passando per il ministro della Giustizia Carlo Nordio, il giornalista Paolo Borrometi allo studioso Enzo Ciconte: ecco come l'arresto del boss è stato commentato da chi conosce Cosa Nostra
Nino Di Matteo, magistrato e componente del Csm
Nino Di Matteo pensa a cosa potrebbe rappresentare l'arresto di Messina Denaro: "Mi auguro che faccia una scelta di collaborazione. Sarebbe davvero importante, una svolta decisiva nella lotta a Cosa Nostra". E aggiunge ai microfoni di Sky TG24: "La collaborazione è auspiscabile nel momento in cui lo Stato dimostri di volerla, quella collaborazione. Se, come credo, Messina Denaro è a conoscenza di segreti importanti è importante che lo Stato faccia comprendere che non ha paura di affrontare determinate questioni" (GLI AGGIORNAMENTI IN DIRETTA - LA STORIA DELLA LATITANZA - I LATITANTI ITALIANI - COSA SUCCEDE ORA).
Paolo Borrometi, giornalista sotto scorta
"Messina Denaro rappresenta l'anello di congiunzione con la vecchia mafia che si è saputa modernizzare", sottolinea Borrometi, giornalista dell'agenzia Agi. "Anche se - continua - Messina Denaro probabilmente non era il capo della cupola di Cosa Nostra, era soprattutto il capo del mandamento di Castelvetrano. Grazie a questo arresto ci si ritrova una risorsa importante per continuare a capire chi c'è oggi veramente alla testa della cupola di Cosa Nostra"
Enzo Ciconte, docente di Storia delle mafie all'università di Pavia
"La stagione dei grandi latitanti oggi si è chiusa definitivamente - sottolinea Ciconte - ma non è chiusa la storia della mafia". Cosa accadrà adesso? "Si aprirà una stagione diversa - spiega il docente - quella di tentare di penetrare nelle attività legali, aumentando il business e la penetrazione nei settori finanziari economici non solo della Sicilia".
Salvatore Borsellino, fratello del giudice Paolo ucciso dalla mafia
"C'è anche un grave sospetto, che questa liberazione, questa cattura sia il risultato ancora una volta di una scellerata trattativa, cioè la presa di Matteo Messina Denaro, a fronte della concessione di quei punti e del papello di Totò Riina, che ancora non erano stati soddisfatti, cioè abolizione all'ergastolo ostativo e quanto altro si sta sentendo e non soltanto in questi giorni", ha detto Salvatore Borsellino fratello del giudice Paolo ucciso dalla mafia il 19 luglio del 1992.
Caselli, ex magistrato ed ex capo della procura di Palermo
Per l'ex magistrato Gian Carlo Caselli, anche con l'arresto del superlatintante Messina Denaro la mafia continuerà ad andare avanti. "Cosa Nostra è una cosa strutturata, che può purtroppo sopravvivere, purtroppo anche a un arresto di questa portata", ha spiegato a Sky TG24. "Dato atto a carabinieri e magistratura di aver fatto una grande, grandissima operazione, ecco, non dimentichiamoci, non se lo dimentichi soprattutto la politica che è un pezzo di mosaico importante, ma ce ne è ancora tanti altri da raccogliere e incastonare al posto giusto. E l'attenzione della politica, troppe volte in questi ultimi anni, tutta la politica è trasversalmente disattenta, distratta, è fondamentale", ha sottolineato l'ex capo della Procura di Palermo.
Carlo Nordio, ministro della Giustizia
Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha affermato che "oggi è una bella giornata per la giustizia italiana, perché è stato catturato il più pericoloso dei latitanti mafiosi. Questo dimostra, attraverso la benemerita opera della magistratura e delle forze dell'ordine, l'insegnamento di Giovanni Falcone". Nordio, citando il giudice Falcone, ha sottolienato che "la mafia è un fenomeno umano e come tutti i fenomeni umani può e deve finire. E può essere vinta secondo gli intendimenti e l'operazione del nostro Governo".
Cafiero De Raho, Ex magistrato
“Se Messina Denaro collaborasse quelle nebbie che si sono infittite finalmente potrebbe essere disvelate". Anche l'ex magistrato guarda alla possibilità-speranza di una futura collaborazione del boss per riuscire a chiarire i misteri ancora irrisolti.
Sebastiano Ardita, magistrato
"La finanza di Messina Denaro è diversa da quella di Riina e Provenzano, fino a 10 anni fa perché la tecnologia sta più avanti, perché il mondo è cambiato e perché è diffiicle sfuggire ai controllo delle forze di polizia", questo il contesto in cui si muoveva il boss catturato oggi dopo 30 anni di latitanza.