Saman Abbas, padre intercettato: "Ho ucciso mia figlia". Familiari infuriati per un bacio
CronacaDagli atti del processo, che inizierà a febbraio, emerge come il papà della ragazza, scomparsa da Novellara nella notte fra il 30 aprile e l'1 maggio 2021, abbia detto al telefono a un parente: "L'ho uccisa per la mia dignità e per il mio onore. Noi l'abbiamo uccisa". L'avvocato: "Da quegli stralci non si può ricavare nulla". Ad alimentare la rabbia dei familiari della giovane, secondo le indagini, sarebbe stata la foto di un bacio tra Saman Abbas e il suo fidanzato, da lei postata sui social
“Ho ucciso mia figlia”. Poco più di un mese dopo la scomparsa di Saman Abbas, il padre avrebbe detto queste parole riguardo al delitto durante una telefonata a un parente in Italia. L’8 giugno 2021, quando ormai era fuggito in Pakistan e a un mese dalla scomparsa di sua figlia, avrebbe rivelato a un suo parente in Italia quanto successo nella notte del 30 aprile. La conversazione è stata intercettata dai carabinieri e messa agli atti del processo, che inizierà a febbraio a carico dei familiari della diciottenne sparita dalla notte del 30 aprile 2021 da Novellara, in provincia di Reggio Emilia, e che gli inquirenti, Procura e carabinieri sono sicuri sia stata assassinata perché rifiutava di sposare un cugino in patria e voleva andarsene di casa. "Da quegli stralci non si può ricavare nulla", ha detto l'avvocato dell'uomo. Dalle indagini, inoltre, è emerso che ad alimentare la rabbia dei familiari sarebbe stata anche la foto di un bacio con il fidanzato postata dalla ragazza sui social.
Cosa dice la telefonata
"Per me la dignità degli altri non è più importante della mia (...) - diceva Shabbar Abbas al parente nella telefonata intercettata - Io ho lasciato mio figlio in Italia (il fratello minorenne di Saman ora affidato a una comunità protetta, ndr). Ho ucciso mia figlia e sono venuto, non me ne frega nulla di nessuno". Lo stesso familiare, sentito dai carabinieri il 25 giugno di quell'anno, ha riferito che il padre di Saman lo aveva chiamato per intimargli di non parlare di lui. "Io sono già rovinato - le parole di Abbas nel racconto del parente - avete parlato di me in giro, non lascerò in pace la vostra famiglia". E ancora: "Io sono già morto, l'ho uccisa io, l'ho uccisa per la mia dignità e per il mio onore. Noi l'abbiamo uccisa", senza fare nomi specifici, ma intendendo con 'noi', ha spiegato sempre il parente ai carabinieri, il contesto familiare. "Da quegli stralci non si può ricavare nulla, addirittura leggo che c'è qualcuno che parla di confessione, ma lì non abbiamo nemmeno contezza effettivamente di chi sia l'interlocutore e gli stralci che sono stati estrapolati possono essere letti anche in chiave figurativa. Oltretutto stiamo parlando di intercettazioni di soggetti che parlavano in pakistano, magari in un dialetto: quindi parlare di confessione è completamente ridicolo", ha detto Simone Servillo, legale d'ufficio del padre di Saman Abbas, in un'intervista a Fanpage.
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Ad alimentare la rabbia dei familiari, la foto di un bacio
Mentre la famiglia di Saman Abbas voleva che lei sposasse un cugino in Pakistan, la ragazza frequentava un altro ragazzo in Italia. Secondo quanto accertato dalle indagini, una delle scintille che alimentò la rabbia dei familiari della giovane fu una foto della coppia postata da lei sui social. In particolare, la foto di un bacio tra i due ragazzi per le vie di Bologna, pubblicata online tra la fine del 2020 e l'inizio del 2021. Lo scatto risale al periodo in cui la ragazza viveva in una comunità protetta. Un cugino, sentito dai carabinieri di Reggio Emilia, ha riferito di aver ricevuto l'immagine e che il padre Shabbar, la madre Nazia e il fratello della diciottenne "si lamentavano in continuazione di tale situazione".
Il processo
Il 10 febbraio 2023 andranno a processo a Reggio Emilia i tre familiari di Saman arrestati all'estero, Francia e Spagna, nei mesi scorsi: lo zio Danish Hasnain e i due cugini Ikram Ijaz e Nomanhulaq Nomanhulaq, oltre ai genitori, Shabbar Abbas e Nazia Shaheen, entrambi ancora latitanti in Pakistan, dove si sono rifugiati con un volo da Milano pochi giorni dopo la scomparsa della figlia. Le indagini degli inquirenti hanno permesso di riportare in Italia alcuni dei parenti, ma non tutti.
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Cosa successe quella sera
Come evidenzia Repubblica, di quella notte del 30 aprile ci sono le ultime immagini di Saman: in un video, da poco pubblicato, si vede la ragazzina allontanarsi coi genitori verso i campi nove minuti dopo la mezzanotte. Scarpe da ginnastica e felpa lei, niqab fino ai piedi la madre Nazia che l'accompagnava a morire. Lo zaino che aveva in spalle Saman dopo pochi minuti lo si vede sulla spalla del padre. La telecamera aveva anche ripreso nei giorni precedenti un via vai inequivocabile di zii e cugini con pale e piedi di porco seguiti, pochi giorni dopo il 30 aprile, da una sorta di “rito funebre”. Eppure gli inquirenti non sono mai riusciti a trovare il corpo della ragazzina, nonostante abbiano scandagliato a fondo l’azienda agricola.