
Marche, l’allarme del Consorzio di Bonifica: “I 13 fiumi principali sono a rischio"
I lavori di manutenzione mai iniziati o eseguiti sommariamente, la crisi climatica, la cementificazione e il consumo del suolo preoccupano gli esperti riguardo a potenziali esondazioni e dissesti. Il presidente del Consorzio Claudio Netti: "In ogni caso il rischio zero non esiste. Bisogna fare esercitazioni di protezione civile"

L’alluvione degli scorsi giorni nelle Marche che ha fatto esondare il fiume Misa preoccupa gli esperti. I 13 principali corsi d’acqua che scorrono sul territorio marchigiano sono “tutti potenzialmente a rischio”, spiega all’Ansa Claudio Netti, presidente del Consorzio di Bonifica Marche, ente strumentale della Regione. Il quadro è complicato, per più di un motivo: “Non solo per i lavori di manutenzione non eseguiti o fatti male – dice Netti - ma anche per la cementificazione e la crisi climatica" (in foto, il Misa nel 2014)
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Il Consorzio di Bonifica ha preparato due studi per capire i potenziali problemi che potrebbero presentarsi in futuro in riferimento ai fiumi delle Marche, dove il dissesto idrogeologico spaventa da decenni. Il primo studio mappa tutte le criticità dei principali corsi d'acqua regionali. Il secondo è stato invece realizzato sulla base delle direttive Ispra "con il metodo Idraim" – acronimo di 'Sistema di valutazione idromorfologica, analisi e monitoraggio' - e cerca di ricostruire quello “che il fiume era, è e sarà", spiega Netti (in foto, il Misa, 17/09/2022)
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Tra le principali criticità rilevate non c'è soltanto il sistema del Misa (in foto, l'esondazione del fiume nel 2014, Senigallia). A rischio, tra gli altri, sono anche il Nevola, l’Aso, il Tesino, il Tronto e il Tenna. Il Misa e il Nevola, suo affluente, presentano criticità concentrate “soprattutto su una strettoia al deflusso delle acque”, dice Netti. Con il verificarsi di nuovi eventi eccezionali, altri tratti dei due corsi d’acqua “possono esondare"
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Netti ricorda come Misa e Nevola erano considerati zone critiche "già negli anni '80”. Dal 1982 si parla infatti “della famosa cassa di laminazione o di espansione” come intervento da svolgere. I lavori “sono stati appaltati solo nei primi mesi di quest'anno". Alla manutenzione si accompagnano poi altre variabili, meno controllabili, come quelle legate ai cambiamenti climatici. In foto, il Misa esondato nel centro di Senigallia, 16/09/2022
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Giovedì scorso, in sette ore, nella zona di Cantiano si sono registrati 420 ml di pioggia caduta in solo sette ore. Solitamente, una simile quantità si raggiunge in sei mesi. "Se cadono 400 ml d'acqua sul territorio in due ore non c'è previsione che tenga", avverte Netti. Poi c'è un problema ancora. Si tratta della cementificazione e del consumo di suolo, sottolinea il presidente del Consorzio di Bonifica, “con abitazioni costruite troppo a ridosso dei corsi d'acqua e l'edificazione massiccia nella zona costiera". In foto: il Misa a Senigallia, 2014
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Su questo fronte, "qualcosa è stato fatto con la verifica di invarianza idraulica per avere il permesso di costruire, ma non basta". Secondo il Consorzio di Bonifica, la stima delle risorse necessarie per mettere in sicurezza il sistema si aggira su un miliardo di euro. In ogni caso, conclude Netti, “purtroppo il rischio zero non esiste". Per questo, oltre a fare i lavori per la mitigazione del rischio e al monitoraggio, "bisogna che ci sia una seria opera di sensibilizzazione e informazione dei cittadini e bisogna fare esercitazioni di protezione civile"