
Pubblicato documento su disinformazione russa declassificato da Gabrielli: cosa contiene
Il testo è lungo 7 pagine. A seguito delle polemiche su una presunta indagine del Copasir, il sottosegretario ha deciso di pubblicare i dati del “Bollettino ibrido” curato dal Dis. "Il perdurare di una campagna diffamatoria circa una presunta attività di dossieraggio da parte della comunità di intelligence (in realtà inesistente), mi ha convinto a chiedere al Dis di declassificare il tanto evocato ed equivocato Bollettino sulla disinformazione", ha detto

A seguito delle polemiche su una presunta indagine del Copasir, basata su un documento sulla disinformation in Italia, il sottosegretario e autorità delegata per la sicurezza della Repubblica Franco Gabrielli ha deciso di declassificare il “Bollettino ibrido” curato dal Dis. Nel testo di 7 pagine si segnala una "inversione di trend della disinformazione russa" che ha "subito un forte rallentamento nella sua intensità e l'adozione di una postura difensiva"
GUARDA IL VIDEO: Ucraina, Gabrielli: "Fuga di notizie gravissima"
Gabrielli, in mattinata, aveva spiegato in una nota che "il perdurare di una campagna diffamatoria circa una presunta attività di dossieraggio da parte della comunità di intelligence (in realtà inesistente), mi ha convinto a chiedere al Dis di declassificare il tanto evocato ed equivocato Bollettino sulla disinformazione”. "Auspico - aveva aggiunto - che la sua lettura integrale porti alla definitiva cessazione di ogni infamante sospetto sull'attività dell'Intelligence nazionale o su fantomatici indirizzi governativi volti a limitare il diritto di informazione”
"putin ha un cancro", il report Usa
Dal Bollettino si registrano anche critiche all'operato del premier Mario Draghi tra le "narrative inedite" diffuse a partire dalla seconda metà di aprile. "Non esiste un Grande Fratello, una Spectre in Italia: nessuno vuole investigare sulle opinioni delle persone", ha detto l'Autorità delegata alla sicurezza della Repubblica. In merito alle accuse di dossieraggio ha poi aggiunto: "Si riesumano tempi e circostanze che ci eravamo lasciati alle spalle"
GUARDA IL VIDEO: Gabrielli: "Antidoto alla propaganda è libera informazione"
Gabrielli ha segnalato che "il documento è arrivato nelle mani dei giornalisti non perché sceso dal cielo, è stato editato il 3 giugno, le stesse tempistiche fanno pensare che ci sia stata una mano solerte. Il fatto stesso che un documento classificato che doveva rimanere nell'ambito della disponibilità dei relatori è stato diffuso è una cosa gravissima. E nulla rimarrà impunito. Lo dobbiamo al Paese e alla credibilità di un comparto. Dovremo dare adeguate risposte"

Sulla diffusione di informazioni non veritiere, il sottosegretario ha aggiunto che "le opinioni sono rispettate sempre, cosa diversa sono le fake news e la loro orchestrazione che, qualora accertata, potrebbe essere oggetto di un'attività di altro tipo". Gabrielli ha poi sottolineato che "l'unico antidoto alla propaganda è la libera informazione, tutto ciò che è un diverso pensiero è una ricchezza"

Gabrielli ha evidenziato che “la disinformazione è figlia della minaccia ibrida" e il tavolo istituito nel 2019 e coordinato dal Dis non porta avanti "un'attività iniziata con la guerra in Ucraina, ma prima della pandemia, su sollecitazione della Ue e dei partner atlantici affinché i Paesi alleati si dotassero di sistemi di monitoraggio della minaccia ibrida”

Sul documento desecretato oggi, il sottosegretario ha chiarito che “il report era a conoscenza dello staff, i 4 bollettini non avevano mai evidenziato particolari significative emergenze che sono state da me rappresentate specificamente al presidente del Consiglio. Il report è stato trasmesso al Copasir. È stato protocollato il 3 di giugno e il Copasir lo ha ricevuto il 6”

Per Gabrielli, il fatto che il bollettino fosse riservato rispondeva “all'esigenza delle persone” coinvolte. Il tema non attiene alla sicurezza nazionale ha aggiunto, "ma a salvaguardare le persone che sono citate nei documenti". Spiegando che con "due fugaci riferimenti a persone" non si può "sostenere che questa attività ha a che fare con le opinioni dei cittadini di questo Paese”

In conferenza stampa il sottosegretario ha infine sottolineato che "non ci sono giornalisti né politici" tra le persone monitorate dall'intelligence: "L'ho detto anche in occasione del viaggio di Salvini in Russia. Ciò non ricade nell'attività oggetto dei nostri servizi. Ecco perchè mi ha dato particolarmente fastidio che sul giornale si insinuasse il sospetto che un parlamentare, Vito Petrocelli, fosse oggetto di monitoraggio". COSA CONTIENE IL BOLLETTINO

BOLLETTINO IBRIDO: 5 ITALIANI CITATI MA NON ATTENZIONATI - Nel bollettino sulla disinformazione russa prodotto dal Dis ci sono 5 italiani citati ma "non attenzionati". Si tratta di Alberto Fazolo, del freelance Giorgio Bianchi, dell'eurodeputata Francesca Donato , di Rosangela Mattei, nipote di Enrico, e della blogger Francesca Totolo, Rolando Dubini

Fazolo, economista iscritto all'albo dei giornalisti del Lazio come pubblicista, ha parlato dell'uccisione di diversi giornalisti in territorio ucraino; Bianchi, si trova in Ucraina "con finalità di propaganda filo-russa"; Donato, è stata descritta sull'emittente Russia Today come "colei che ha votato contro l'invio di armi in Ucraina"

Mattei, una sua intervista è stata rilanciata sui social da noti influencer antigovernativi e filorussi; Totolo, ha ripreso un tweet di campagna mediatica contro il presidente Zelensky; Dubini è l'amministratore di un gruppo Facebook, uno degli utenti più attivi sui canali italiani filo-russi, dei quali fanno parte utenti afferenti alla galassia No vax

AMBASCIATA RUSSA IN ITALIA - Nel documento viene citata anche l'ambasciata russa in Italia in merito alla narrativa sulla "delegittimazione nell'attività di informazione dei media occidentali circa il conflitto in corso". Il suo account ha anche dato "ampia visibilità alle numerose interviste rilasciate da rappresentanti istituzionali russi su emittenti televisive italiane"

MINACCIA IBRIDA - Citate le strategie che aprono alla minaccia ibrida. Il Dis registra "l'ingerenza e la manipolazione informatica russa" che continua a declinarsi "verso l'esterno, puntando anche all'utilizzo di risorse intellettuali di pregio, nella forma di cittadini russi residenti all'estero". Il Cremlino starebbe provvedendo "al reclutamento dei principali esponenti dell'intellighenzia per creare consenso nella popolazione russa. Ciò avviene anche online, dove il gruppo Cyber Front Z avrebbe avviato una campagna di reclutamento di gestori di canali telegram"

"MEDIA FILO-RUSSI" - Nel bollettino tra i vari "media filo-russi" vengono citati il canale “Giubbe rosse” che "ha fortemente criticato il capo del Copasir". Sui gruppi e canali creati su Telegram (come “Russia Amica”) è stata rilevata un'adesione media tra le 50mila e 10mila utenze. Sulla stessa piattaforma anche il Centro culturale russo a Roma "ha intensificato la propria attività". Tra i siti web di disinformazione ci sono “Visione tv”, “L’Antidiplomatico”, il blog “Maurizoblondet.it”, il canale @baosptnk, riconducibile a Sputnik, e l'emittente Russia Today