
Covid, verso un calo dei contagi dalla seconda metà di febbraio: l'analisi
Secondo l'analisi di Carlo La Vecchia, docente di Statistica medica dell'Università di Milano, nelle prossime settimane il numero dei contagi potrebbe continuare a diminuire, mentre a fine marzo potrebbe ridursi il carico sugli ospedali. Ma è ancora presto per veder scendere il numero dei decessi

A partire dalla seconda metà di febbraio il numero dei contagi Covid potrebbe cominciare a diminuire, mentre a fine marzo potrebbe ridursi il carico sugli ospedali, ma è ancora presto per veder scendere il numero dei decessi: è l'analisi di Carlo La Vecchia, docente di Statistica medica dell'Università di Milano
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A incoraggiare è il calo progressivo dei ricoveri, sia nei reparti ordinari sia nelle unità di terapia intensiva: un ottimo segnale, tanto quanto lo è l'indice di contagio Rt, ormai sotto 1 in tutte le rilevazioni: dallo 0,93 calcolato dall'Istituto Superiore di Sanità (Iss) allo 0,83 del sito CovidStati dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn), allo 0,8 del sito CovidTrends e allo 0,69 calcolato dal fisico Roberto Battiston, dell'Università di Trento
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"È probabile che in primavera e in estate avremo un lungo periodo di tranquillità, anche se resta il punto interrogativo dei contagi", ha detto l'esperto
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"Il numero dei casi positivi scenderà soprattutto fra la seconda metà di febbraio e metà marzo, anche se resta l'incognita dell'arrivo della sotto-variante BA.2 della Omicron"
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Secondo La Vecchia, in Italia potrebbe accadere quanto è avvenuto nei Paesi in cui questa sotto-variante ha circolato di più, come Danimarca e Gran Bretagna, dove si è registrato un maggior numero di casi ma non di ricoveri

Se la sotto-variante, appena identificata in Italia, non dovesse diffondersi nel nostro Paese, "in marzo i casi positivi potrebbero scendere a poche migliaia", ma se la BA.2 si espanderà, allora "il numero dei casi resterà alto". Per avere una riduzione dei decessi è necessario aspettare ancora un po', considerando che il loro numero viene definito come "tutti coloro che muoiono entro 28 giorni dalla diagnosi di positività". Di conseguenza, ha osservato, difficilmente scenderà in tempi brevi

In generale, secondo l’esperto, si può prevedere "un carico ridotto sugli ospedali a fine marzo. A quel punto la decisione sulla fine dello stato di emergenza sarà solo politica", prosegue il docente

Con l'arrivo della bella stagione e le temperature più alte dell'estate si possono ipotizzare "settimane nelle quali i numeri dell'epidemia saranno bassi", prosegue lo studioso

Uno scenario, ha proseguito, nel quale avranno il suo peso sia il 90% della popolazione vaccinata, sia coloro che hanno avuto l'infezione da Omicron e che potrebbero verosimilmente essere più numerosi dei 6 milioni finora registrati

L’autunno probabilmente “sarà più tranquillo rispetto a quelli del 2020 e del 2021", anche se "difficilmente il virus SarsCoV2 scomparirà. La malattia potrebbe continuare a esistere, ma in forma sempre meno grave, salvo l'improbabile arrivo di una variante più contagiosa e aggressiva"

In sostanza il virus potrebbe avviarsi a diventare endemico, vale a dire che resterà una sorta di "sottofondo di frequenza di questo virus che, come tutti i virus respiratori, aumenterà d'inverno. Se la malattia clinica resterà moderata, il SarsCoV2 potrà diventare uno dei virus respiratori che conosciamo"

Dati tutti questi aspetti e queste incognite, al momento risulta quindi prematuro parlare di quarta dose del vaccino e di tempistiche per l’eventuale somministrazione