Covid, ultime news. FVG entra in zona gialla e anticipa le misure del Super Green Pass
La Regione cambia colore a causa della forte diffusione dei contagi da coronavirus. Allerta per la variante Omicron: il G7 convoca una riunione d'urgenza dei ministi della Sanità. L'Oms invita però alla calma: "Non chiudere le frontiere, non sappiamo se è più trasmissibile o grave". Intanto, in Italia si registrano altri 12.932 contagi e 47 morti, con il tasso di positività al 2,5%. Il ministro dell'Interno Lamorgese incontra i prefetti per il piano dei controlli sul certificato verde
Variante Omicron, Washington elogia 'trasparenza' Sudafrica
Il punto sulle varianti: quali sono e cosa sappiamo
Nei mesi scorsi si sono diffuse molte mutazioni del virus SARS-CoV-2. Inizialmente chiamate con la zona di prima identificazione, ora i nuovi ceppi sono identificati con lettere dell'alfabeto greco. Dalla Alpha alla Delta, fino alla nuova variante scoperta a fine novembre 2021 in Sudafrica e ribattezzata Omicron dall'Oms. Ecco quali sono le principali
Prima "foto" della variante Omicron realizzata dai ricercatori del Bambino Gesù
L'immagine mostra la struttura della proteina Spike della nuova variante, nella quale emergono più mutazioni rispetto alla Delta, concentrate in una zona che interagisce con le cellule umane. "Ma non significa che Omicron sia più pericolosa", sottolineano i ricercatori. GUARDA LA FOTO
La variante Omicron si chiamerebbe così "per non offendere la Cina"
Ogni nuova variante del coronavirus viene di solito rinominata con la lettera successiva dell'alfabeto greco, ma questa volta l’Oms ne ha saltate due. Secondo un giornalista del Telegraph, che cita fonti anonime dell’Organizzazione, si sarebbe evitata la Nu per non creare confusione con “new” e Xi per “evitare di stigmatizzare una regione”. Il riferimento, dicono alcuni, è al cognome traslitterato del presidente cinese Xi Jinping e la scelta sarebbe stata fatta per non offendere il Paese
Iss: 1 caso su 4 in età scolare, impennata tra 6-11 anni. I DATI
Secondo l'Istituto superiore di Sanità, il livello di protezione dei vaccini rimane alto contro la malattia grave. Nell'ultimo mese il tasso di terapie intensive nei non vaccinati in Italia è a 6,7 per centomila, mentre nei vaccinati da meno di 6 mesi è allo 0,54 per centomila, ossia 12 volte più basso. Dopo 6 mesi però la protezione scende dal 72% al 41%. IL REPORT