'Ndrangheta, giallo sulla scomparsa del figlio di un boss calabrese: trovati resti umani

Cronaca
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Dell'allevatore Antonio Strangio, 42enne originario di San Luca, non si hanno notizie da una settimana. E si fa largo l'ipotesi che siano suoi i resti trovati nel fuoristrada distrutto da un incendio

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Assume sempre più i contorni del giallo la scomparsa dell'allevatore Antonio Strangio, 42enne originario di San Luca, di cui non si hanno notizie da una settimana. E si fa sempre più concreta l'ipotesi che i resti umani trovati nel fuoristrada distrutto da un incendio individuato lunedì scorso in una zona di campagna, tra San Luca e Bovalino, di proprietà proprio di Strangio, appartengano a lui. Per averne certezza occorrerà attendere l'esito dell'esame del Dna, affidato ai carabinieri del Ris di Messina e disposto dalla Procura della Repubblica di Locri, che coordina al momento le indagini condotte dai carabinieri, in attesa di un'eventuale trasmissione del fascicolo d'inchiesta alla Dda di Reggio Calabria. I risultati dell'esame, comunque, non si conosceranno prima di alcune settimane.

Famiglia simbolo della 'ndrangheta di San Luca

Strangio, sposato e padre di quattro figli, era noto alle forze dell'ordine ma non aveva alcun precedente per fatti di 'ndrangheta. Al contrario del padre, Giuseppe, considerato un importante esponente della criminalità organizzata e che fu coinvolto nell'inchiesta sul sequestro di Cesare Casella, rrapito a Pavia nel 1988 e rilasciato il 30 gennaio del 1990 dietro pagamento di un consistente riscatto. Quella degli Strangio, è una delle famiglie che, sia pure divisa in vari gruppi e sottogruppi, ha fatto la storia della 'ndrangheta a San Luca. È stato significativo, in particolare, il suo ruolo nel campo dei sequestri di persona, un tempo maggiore fonte di finanziamento per le cosche. Col trascorrere degli anni, la 'ndrangheta ha spostato la sua attenzione soprattutto sui traffici internazionali di droga e sulle estorsioni, assicurandosi guadagni più facili e sicuri.

I manifesti affissi nelle strade del paese

Nella vicenda della scomparsa di Antonio Strangio s'inserisce, poi, un elemento abbastanza anomalo. Le famiglie dell'allevatore e della moglie hanno fatto preparare ed affiggere nelle strade di San Luca un manifesto dal contenuto quanto meno anomalo. "Le famiglie Strangio e Scalia" - è scritto - "ringraziano a tutta la popolazione ma dispensano dalle visite". Le visite cui si fa riferimento nel manifesto sono quelle che vengono effettuate, tradizionalmente, da amici e conoscenti di una persona deceduta in occasione di un lutto. Usanza che in Calabria è diffusa non soltanto nei piccoli centri. Il contenuto del manifesto, dunque, potrebbe fare pensare che i familiari di Strangio, riguardo la sorte del loro congiunto, sono preparati al peggio. Anche se, al momento, non c'è alcuna certezza che l'allevatore sia effettivamente morto.

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