Sotto accusa gli strumenti normativi e i rimborsi non adeguati se paragonati alle scelte di altri Paesi europei. “Gli aiuti – ha sottolineato il portavoce Pasquale Naccari - sono stati briciole fino ad ora. Coprono al massimo il 4% del fatturato mensile”
Sono da alcuni giorni in presidio a oltranza in piazza Montecitorio, a Roma. Un gruppo di imprenditori appartenenti a Tni – Tutela Nazionale Imprese ristoratori Toscana, hanno annunciato battaglia per difendere il settore della ristorazione, uno dei comporti dell’economia nazionale più colpiti durante i mesi del lockdown e in quelli con la divisione delle regioni in zone gialle, arancio e rosse (CORONAVIRUS, IL LIVEBLOG - I NUMERI DELLA PANDEMIA)
La protesta della ristorazione
Al tribunale civile di Roma si è tenuta ieri la prima udienza del ricorso presentato da oltre 100 aziende della ristorazione aderenti a Tni – Tutela Nazionale Imprese ristoratori Toscana contro il governo Conte per i danni causati dal lockdown e dai dpcm, con cui sono state chiuse le attività per 160 giorni nel 2020. Un’azione collettiva contro l’esecutivo dell’ex premier (presentata il 22 febbraio 2021) per i danni causati da quelle chiusure e “per opporsi alle decisioni messe in atto tramite i Dpcm e che limitano la libertà di impresa”. “Le nostre attività, fin dallo scoppio della pandemia, hanno dimostrato di non essere un luogo di contagio" ha sottolineato Raffaele Madeo, presidente di Tni Italia. "Dal 1 settembre scorso i clienti che mangiano all'interno di bar e ristoranti devono avere il green pass. Dal 15 ottobre l'obbligo sarà esteso anche a tutti coloro che ci lavorano. Non vediamo perché, dunque, se il governo ritiene che il green pass sia sufficiente a rendere sicuri i luoghi pubblici e privati, dobbiamo continuare a lavorare con il distanziamento di un metro tra i tavoli. Chiediamo perciò al governo di togliere i limiti alla capienza anche ai ristoranti”.
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Sotto accusa
Sotto accusa gli strumenti normativi e i rimborsi non adeguati se paragonati alle scelte di altri Paesi europei. Spiega Tni: “I danni sono dovuti all'impossibilità di esercitare l'attività per effetto dei provvedimenti normativi che si sono susseguiti nel corso di tutta la pandemia”. “Gli aiuti – ha sottolineato il portavoce Pasquale Naccari - sono stati briciole fino ad ora. Coprono al massimo il 4% del fatturato mensile. Siamo stanchi delle promesse, vogliamo fatti”. La delegazione di ristoratori ha incontrato nei giorni scorsi il capo politico del Movimento 5 stelle, Vito Crimi, poi il presidente del gruppo della Lega alla Camera, Riccardo Molinari, e la delegazione dei deputati di Fratelli d'Italia, alla quale il portavoce Naccari ha avanzato le richieste della categoria.