Covid, con lockdown e Dad in crescita il fenomeno dei "ragazzi vampiri" attaccati al web

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Il problema è stato al centro di un convegno organizzato dalla Fondazione Ars Medica, "braccio" culturale dell'Ordine dei Medici di Venezia. Ecco i risultati emersi da un'indagine condotta presso un istituto superiore di Conegliano, in provincia di Treviso

Il cosiddetto fenomeno dei "ragazzi vampiri" attaccati al web, un problema certamente non nuovo ma che l'isolamento dovuto al lockdown e alla Dad sta facendo emergere in modo preoccupante, è stato al centro di un convegno organizzato dalla Fondazione Ars Medica, "braccio" culturale dell'Ordine dei Medici di Venezia. L'incontro è stato l'occasione per fare il punto su questo fenomeno e sulle azioni da intraprendere per cercare di contrastarlo. Per farlo, gli esperti sono partiti dai risultati emersi da un'indagine effettuata presso un istituto superiore di Conegliano, in provincia di Treviso. (COVID: LE ULTIME NOTIZIE IN DIRETTA - VACCINO COVID: DATI E GRAFICI SULLE SOMMINISTRAZIONI IN ITALIA, REGIONE PER REGIONE)

I risultati dell'indagine

La ricerca, condotta da Maria Serena tra i 367 studenti della scuola, ha fatto emergere che più di un ragazzo su tre (il 35,7%) chatta, naviga sui social, guarda online video o serie tv dopo la mezzanotte "per noia, solitudine, tristezza ma anche per semplice mancanza di stanchezza", spesso senza che la famiglia lo sappia e con conseguenze che potrebbero poi pesare sullo sviluppo psico-fisico.
Secondo gli esperti, si tratta di un problema che per qualche adolescente comincia ad assumere il profilo di una dipendenza, e che probabilmente è destinato a crescere nei prossimi anni. "Ce ne accorgiamo quando arrivano all'osservazione degli operatori per gli effetti della deprivazione del sonno: stanchezza, malessere generalizzato, calo del rendimento scolastico, alterazioni dell'appetito, fino ad arrivare a disturbi dell'umore, aggressività, abuso di droghe e di sostanze eccitanti", ha spiegato Emanuela Malorgio, pediatra esperta di disturbi del sonno.

Le possibili risposte

Secondo Silvia Faggian e Diego Saccon, specialisti dei Servizi Dipendenze dell'Ulss 3 Serenissima e dell'Ulss 4 Veneto Orientale, per cercare di ostacolare questo fenomeno, sarà necessario attrezzarsi sul territorio "con modalità di trattamento e spazi adeguati, vista anche l'età dei soggetti coinvolti".
Fondamentale sarà anche riuscire a coinvolgere i genitori, richiamando le famiglie alla loro responsabilità educativa o educandole a un uso responsabile dei dispositivi tecnologici. La risposta a questo problema passerà anche attraverso la creazione di una rete sul territorio tra famiglie, operatori, medici e insegnanti, con lo scopo di riuscire a individuare precocemente i segni del problema.
Verso questa direzione va il progetto "Piazza della Salute" dell'Enpam, ideato per studiare il fenomeno sui territori, coinvolgendo le scuole e organizzando iniziative di sensibilizzazione.

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