Caso Morisi, dal ritrovamento della fiala alla cocaina in casa: come è partita l’inchiesta

Cronaca
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A metà agosto, i vicini di casa hanno chiamato i carabinieri che hanno poi fermato alcuni giovani in una macchina dove è stata rinvenuta una fiala con del liquido. Secondo loro si tratterebbe di “droga dello stupro” e hanno indicato il nome di Morisi come colui che gliel’avrebbe data. È scattata così la perquisizione nella cascina che ha portato all’iscrizione nel registro degli indagati dell’ex guru dei social della Lega

Emergono nuovi dettagli nell'inchiesta, che ha portato all’iscrizione nel registro degli indagati di Luca Morisi, l’ex guru dei social della Lega, per sospetta detenzione e cessione di sostanza stupefacente "sulla cui natura si attende l'esito delle analisi”. Due grammi di cocaina in casa, i telefoni sequestrati e l’indagine partita dopo che alcuni giovani lo avrebbero indicano come colui che avrebbe ceduto loro droga liquida, anche se le analisi non hanno ancora confermato il contenuto di quella boccetta.

Come è partita l’indagine

Secondo quanto ricostruito da Open, a metà agosto nella cascina a Belfiore, in provincia di Verona, dove vive Morisi, i carabinieri sono arrivati perché chiamati dai vicini di casa. Tra il 13 e il 14 agosto a casa di Morisi sarebbero arrivati due ragazzi di cittadinanza rumena di circa venti anni che vivono nei pressi di Verona. Probabilmente conosciuti online. “Non sappiamo i dettagli del rapporto di Morisi con queste due persone, ma si tratta di una frequentazione assolutamente saltuaria”, hanno riferito gli investigatori. Gli ospiti sarebbero rimasti almeno 12 ore a casa sua, insieme a un altro amico. Open parla di un presunto "festino. Poi, quando se ne sono andati, sono stati fermati dai carabinieri. Nell’ispezione dell’auto è stata trovata una fiala di liquido, che secondo i ragazzi sarebbe Ghb, la cosiddetta “droga dello stupro”, e i due indicano Morisci come la persona che gliel’avrebbe data. 

Luca Morisi during the demonstration of the center right "Orgoglio Italiano" (Italian Pride) against the government in Rome, Italy, 19 October 2019. ANSA/ALESSANDRO DI MEO

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La perquisizione

Investigatori ed inquirenti hanno chiarito che quindi non c'è stata alcuna attività preventiva di monitoraggio dell'abitazione di Morisi. Solo dopo aver fermato i giovani è scattata la perquisizione in casa in cui sono stati trovati i due grammi di cocaina che viene definita “per uso personale”, quindi considerata un illecito amministrativo. Morisi è stato quindi iscritto nel registro degli indagati. Dopo aver preventivamente lasciato ogni ruolo che lo legava alla Lega, ha detto: "Non ho commesso alcun reato. Sono caduto come uomo".

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Salvini: “Schifezza mediatica”

Matteo Salvini, leader del Carroccio, nelle ore successive al caso ormai di dominio pubblico ha detto: “Luca ha sbagliato, ma potrà sempre contare su di me". Il 28 settembre ha aggiunto: "Sono spiaciuto della schifezza mediatica che condanna le persone prima che sia un giudice, un tribunale a farlo. Non conosco la vicenda, sono vicende personali" ha detto, ripetendo che "Luca è una gran brava persona, un amico".

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