
Green pass obbligatorio al lavoro, i nodi da sciogliere e i punti che restano da chiarire
Dal 15 ottobre il certificato sarà obbligatorio per poter accedere ai luoghi di lavoro. Ma chi lo controllerà in caso di partite Iva? Le mascherine negli spazi chiusi dovranno essere utilizzate anche se tutti hanno il pass? Ecco cosa ancora non è stato stabilito

Dal 15 ottobre il Green pass sarà obbligatorio per poter accedere ai luoghi di lavoro. La misura, come annunciato dal governo, riguarderà circa 23 milioni di lavoratori, tra uffici pubblici e privati e contando anche gli autonomi. Ma chi controlla il certificato verde in caso di partite Iva? Le mascherine negli spazi chiusi dovranno essere utilizzate anche se tutti hanno il pass? Ecco i punti che restano ancora da chiarire
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MASCHERINE – Con decreto del sei agosto, il governo ha previsto che a scuola, nelle classi di studenti tutti vaccinati, si può fare a meno di indossare la mascherina. Nessuna indicazione su ipotesi simili per quanto riguarda i luoghi di lavoro
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GREEN PASS FALSI – La legge prevede la sospensione dal posto di lavoro, senza stipendio, per i lavoratori pubblici (dopo cinque giorni di irregolarità) e privati (immediata) non muniti di Green pass, oltre a una multa dai 600 ai 1500 euro. Viene previsto il divieto di licenziamento, con diritto a rientrare a lavoro una volta ottenuto un pass valido. Cosa succede invece se un lavoratore presenta un certificato falso? La legge non disciplina questa ipotesi
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CONTROLLI A CAMPIONE – Viene prevista la possibilità per i datori di lavoro, sia pubblici che privati, di effettuare “controlli anche a campione” per verificare la validità dei pass dei dipendenti. Non vengono però chiarite né le modalità di questi controlli né le percentuali di lavoratori che potrebbero essere controllati
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CONTROLLI SULL’IMPRENDITORE – La legge stabilisce che è il datore di lavoro a dover controllare i Green pass dei lavoratori, prevedendo anche sanzioni in caso contrario (da 400 a mille euro). Non è previsto alcun meccanismo di controllo sull’imprenditore stesso, per verificare che effettivamente svolga i controlli previsti dalla normativa

CHI CONTROLLA I LAVORATORI AUTONOMI – Il ministro della Pubblica Amministrazione Renato Brunetta ha specificato che le regole valgono “per l’accesso in qualsiasi luogo di lavoro”. Anche il medico autonomo che fa visita a un paziente, o l’idraulico che entra in casa di un cliente in linea di principio devono quindi mostrare un pass valido prima di poter prestare i loro servizi

Stando alla lettera della legge, dovranno essere i padroni di casa a controllare i pass. Sono attese linee guida per quanto riguarda in particolare i lavoratori domestici. Il nodo tocca però soprattutto chi lavora in nero: come far sì che non sfuggano ai controlli badanti e colf non regolarizzate o elettricisti che, ad esempio, non presentano alcuna fattura?

I LAVORATORI IN SMART WORKING – A logica, i lavoratori in smart working non dovrebbero essere tenuti ad avere un pass valido, non dovendo fisicamente entrare in uffici condivisi con altre persone. Tuttavia, c’è chi interpreta la nozione di “luogo di lavoro” in modo da estenderla anche all’abitazione del lavoratore in smart working

PERCENTUALE DI LAVORATORI IN PRESENZA – Il testo del decreto non stabilisce la percentuale di lavoratori ammessa in ufficio allo scattare delle nuove regole sul Green pass

MISURE DI SICUREZZA – Nei luoghi di lavoro è necessario applicare i protocolli per la sicurezza siglati ad aprile 2020, che prevedono il distanziamento fisico, l’uso delle mascherine, la sanificazione regolare dei locali e la presenza di gel igienizzanti per le mani. Con l’obbligo di Green pass le regole verranno modificate?