
Green Pass, ipotesi obbligo vaccinale sul luogo di lavoro. Il parere degli esperti
La ripartenza del mondo del lavoro e della scuola è sempre più vicina. La politica e le parti sociali si sono già espresse sul Green pass e sull’ipotesi dell'obbligo vaccinale per chi “lascia” lo smart working e torna a lavorare in azienda. Ecco che cosa ne pensano invece gli esponenti del mondo scientifico

Non solo medici e personale scolastico. Negli ultimi giorni si fa largo l’ipotesi di estendere l’obbligo vaccinale e, di conseguenza, il Green Pass anche ad altre categorie di lavoratori. Ecco il parere della comunità scientifica al riguardo
Green Pass, ipotesi obbligo vaccinale per i dipendenti sul luogo di lavoro: cosa sappiamo
Favorevole alla vaccinazione obbligatoria per lavoratori di certi settori è Francesco Vaia, direttore sanitario dello Spallanzani. In un'intervista al Corriere della Sera ha detto: “Premesso che questa è una decisione che spetta alla politica, penso che per alcune categorie, dal personale sanitario a quello scolastico, dalle forze dell’ordine alla grande distribuzione, sarebbe saggio e opportuno”
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Francesco Rocca, Presidente della Federazione Internazionale delle Società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa e Presidente nazionale Croce Rossa Italiana, si dice d’accordo al 100% con le posizioni delle organizzazioni sindacali. Intervenendo a margine del Meeting di Cl a Rimini, ha così precisato: “Credo sia compito del Governo individuare qual è la soluzione e non spostare la conflittualità sociale all'interno dei luoghi di lavoro. Vedrei sicuramente bene dei passi più chiari rispetto a questo. Il Green pass, invece, lo condivido al 100%"
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L’obbligo del Green pass per gli insegnanti è la posizione assunta da Walter Ricciardi, consigliere del ministro alla Salute Roberto Speranza. Il Certificato verde va introdotto "in tutti gli ambienti di vita e di lavoro e anche sui trasporti, per garantire la libertà di movimento ai vaccinati e agli immuni, oltre alla ripresa dell'economia”. Lo ha spiegato in un'intervista a La Repubblica. Sì all'obbligo "per i professionisti della sanità ma andrebbe introdotto anche per chi lavora nella scuola per proteggere i fragili con i quali si entra in contatto”, precisa

“La priorità è convincere gli esitanti a vaccinarsi, sulla base di dati scientifici oggettivi”. Lo ha detto al Corriere della Sera e a Il Messaggero Giorgio Palù, presidente dell'Agenzia italiana del farmaco e componente del Comitato tecnico scientifico (Cts). È "necessario interrogarsi sull'opportunità di introdurre l'obbligo vaccinale per chi ricopre una funzione pubblica: operatori sanitari, insegnanti, forze dell'ordine e altra categorie”. Per Palù ora è il caso di preoccuparsi "della protezione dalla malattia, che i vaccini garantiscono efficacemente”

Sostenitore dell'obbligo vaccinale è Sergio Abrignani, immunologo e membro del Cts. Intervistato dal QN si è così espresso: "Abbiamo vaccini efficaci e stiamo ancora a discutere sull'obbligatorietà. È prevista per la difterite e la polio, molto meno contagiosi e letali del Covid. È surreale”. Secondo l'immunologo qui "non è un problema di libertà, ma di protezione di mezzo milione di italiani fragili lasciati alla mercé di chi potrebbe ucciderli infettandoli”. L'obbligo vaccinale è indispensabile “perché le malattie infettive le contieni quando vaccini tutti”

Non in linea con i pareri degli altri esperti si è detto Guido Forni, già professore ordinario di università di Torino e accademico dei Lincei, che ritiene l’obbligo vaccinale “una soluzione disperata, che al momento sarebbe controproducente e sproporzionata rispetto sia all'andamento della campagna vaccinale sia alla situazione sanitaria". Forni ritiene “il Green Pass una misura delicata, che crea qualche problema di libertà”. Per questo motivo non ritiene giusto imporre l'obbligo: “Lo troverei sensato solo davanti a una grave recrudescenza della pandemia"

Per Matteo Bassetti, direttore della clinica di Malattie infettive dell'ospedale San Martino di Genova, il Green pass andrebbe rilasciato solo con il vaccino e "questo alla fine vuol dire obbligo vaccinale. Chi ha fatto il tampone potrebbe non essere positivo due giorni prima e diventarlo due giorni dopo. Credo si debba andare nella direzione in cui il green pass si ottenga solo con la vaccinazione, lasciando la possibilità di fare il tampone unicamente a chi non si può vaccinare”

Titubante sull’introduzione del Green Pass obbligatorio in azienda è il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri (che è anche medico). Al Corriere della Sera lo ha definito “una soluzione da tenere nel cassetto, da valutare con attenzione”. Sileri, che riconosce nel green pass un mezzo straordinario per mettere in sicurezza il Paese e non finire col fare un passo indietro, ritiene che "nessuno dovrà perdere il lavoro" e andranno fate scelte anche a seconda dei lavori, penso per esempio alla catena del freddo dove i rischi di contagio sono più alti”