
Covid, la variante Delta trascina i contagi: 4 Regioni potrebbero rischiare la zona gialla
La tendenza alla crescita dei casi a causa della mutazione del virus ha portato all'aumento dell'incidenza in alcuni territori: Abruzzo, Campania, Marche e Sicilia su tutte. I valori sono comunque al momento ancora lontani dal parametro di 50 casi ogni 100mila che stabilisce il passaggio in zona gialla. E anche il governo rassicura: "La vera arma sono i vaccini", e non nuove restrizioni, sottolinea il ministro della Salute Roberto Speranza

La variante Delta prosegue la sua corsa e alcune Regioni temono il ritorno in zona gialla. L’impatto della mutazione - arrivata al 27,2% in Italia - sta facendo risalire i contagi con il tasso di positività che ieri 12 luglio ha superato la soglia dell’1% arrivando all’1,2%. Secondo Sergio Abrignani, immunologo e membro del Comitato Tecnico Scientifico, a causa della variante si potrebbe arrivare 30mila casi al giorno entro fine agosto
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Sono 19 regioni in cui si è registrato un aumento dei casi nell’ultima settimana, e in 10 di queste l'incremento è di oltre il 50%
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In base ai dati aggiornati al 12 luglio, nell'ultima settimana è stato il Molise a registrare l'incremento maggiore di contagi, con il 271%, con Sardegna (+168%) e Veneto (116%). Seguono a distanza, con valori superiori al 50%: Lazio (+90%), Emilia Romagna (+75%), Toscana (+60%), Liguria (+55%), Campania (+52%), provincia autonoma di Bolzano (+53%) e Sicilia (+52%)
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Secondo i parametri del ministero della Salute e del Cts si passa in zona gialla con un’incidenza di 50 casi ogni 100mila abitanti, oppure con un’occupazione dei posti letto in area medica deve essere uguale o inferiore al 30%, mentre in terapia intensiva deve essere uguale o inferiore al 20%. Stando all’andamento degli ultimi giorni, a preoccupare le Regioni è il primo parametro più che quello sulle ospedalizzazioni, visto che all’aumento dei casi al momento non è accompagnato da quello dei ricoveri
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Secondo l’ultimo monitoraggio settimanale dell’Iss l’incidenza più elevata si registra in Sicilia con 16.75 (in aumento rispetto alla rilevazione del precedente report quando era a 15.37) e in Abruzzo con 15.33 (in salita rispetto alla rilevazione precedente quando era a 11.36)
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Seguono la Campania a 12.89, in salita rispetto al 9.86 del precedente report e le Marche con 11.09, in netta crescita rispetto al 4.66 del report precedente
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Sono quindi Abruzzo, Campania, Marche e Sicilia a temere un trend di crescita dei contagi tale che le possa portare in zona gialla ancora in piena estate

Dal governo, comunque, arrivano rassicurazioni. Il ministro della Salute, Roberto Speranza, chiarisce che una risalita dei contagi era prevista ed è in corso, ma con numeri più bassi del passato. "Come abbiamo sempre fatto ci affideremo alla nostra squadra di tecnici che continueranno a fare questo lavoro di verifica, vediamo passo dopo passo come le cose vanno avanti", spiega Speranza, sottolineando ancora che "la vera arma per chiudere questa stagione è la campagna di vaccinazione, su cui bisogna insistere"

Prova a rassicurare anche il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri: “Al momento non vedo, con i numeri attuali, la necessità di un ritorno di alcune regioni in zona gialla. A oggi non c’è questo rischio, ma vediamo cosa accade nelle prossime settimane», ha detto il sottosegretario. “Abbiamo numeri bassi e non vedo al momento neanche il ritorno di restrizioni”

“Oggi dobbiamo osservare non tanto i contagi, ma i ricoveri in ospedale”, ha spiegato il sottosegretario alla Salute Andrea Costa. “L’augurio e l’auspicio è che l’Italia rimanga in bianco, ma occorre valutare i dati quotidianamente e settimanalmente. A oggi i dati non ci fanno presagire un cambio di colore», ha detto

Intanto, proprio alla luce dell’aumento dei contagi - ma in uno scenario diverso dal passato soprattutto grazie alla campagna di vaccinazione – e del rischio del ritorno delle zone “colorate” si riapre il dibattito sulla possibile revisione dei parametri che stabiliscono i profili di rischio e l'assegnazione delle zone. Le ipotesi vanno dalla soglia minima di tamponi da effettuare ogni 100mila abitanti - che alcuni esperti vorrebbero aumentare - al maggiore peso del tasso di occupazione dei posti letto rispetto a quello sull'incidenza

Tra le questioni poste, infatti, c'è quella di rendere più determinante, nell'ambito del monitoraggio settimanale, la valutazione dei rischi sulla pressione ospedaliera rispetto all'incidenza dei contagi, proprio in vista dell'alleggerimento delle strutture sanitarie dovute al calo dei casi gravi con l'avanzare delle vaccinazioni