
Esperienze all’estero, tirocinio e tipo di laurea: cosa aiuta a trovare lavoro
Il Rapporto AlmaLaurea 2021 evidenzia che chi ha svolto esperienze di lavoro curriculari ha il 12,2% in più di possibilità di essere occupato a un anno dalla fine degli studi rispetto a chi non lo ha fatto. Richieste anche le esperienze all’estero, sia per scelta personale che per percorso di studi. Informatica, ingegneria ed economia i corsi di laurea più richiesti

Non sempre si riesce a trovare lavoro subito dopo la laurea. Molti studenti si concentrano solamente sugli esami, e -una volta discussa la tesi- si ritrovano a passare qualche mese a cercare un’occupazione. Il Rapporto 2021 di AlmaLaurea sul profilo dei laureati aiuta a capire come velocizzare questo percorso: ecco i risultati dell’analisi
Le lauree più richieste entro il 2025
Fare un’esperienza di tirocinio formativo e orientamento svolta e riconosciuta nell’ambito del corso di laurea può aiutare nell’inserimento sul mercato del lavoro. A parità di condizioni, chi ha svolto un tirocinio curriculare ha il 12,2% di probabilità in più di essere occupato a un anno dal conseguimento del titolo di laurea rispetto a chi non ha svolto attività simili
Università, fuga di cervelli: in 8 anni +41,8%
Anche chi ha svolto un periodo di studio all'estero -ad esempio in Erasmus- ha maggiori probabilità di essere occupato rispetto a chi non lo ha mai fatto. Qua, a essere premiata, è l’esperienza in sé, più che il suo inserimento nel percorso formativo. Il periodo trascorso fuori dal proprio Paese, se riconosciuto dalla propria Università, aumenta del 14,4% le possibilità di trovare lavoro in fretta. Funzionano anche i mesi passati all’estero per iniziativa personale, che aumentano le probabilità di impiego del 10,3%
I diplomi più richiesti nei prossimi 5 anni: lo studio
In ogni caso, il report di AlmaLaurea evidenzia che la laurea non è “solo un pezzo di carta”. All’aumentare del livello del titolo di studio posseduto, diminuisce infatti il rischio di rimanere disoccupati a lungo tempo
Le aziende dove le donne lavorano meglio
I vantaggi occupazionali dei laureati, rispetto ai diplomati di scuola secondaria, durerebbero tutto l’arco della vita lavorativa. Secondo l’Istat, il tasso di occupazione della fascia d’età compresa tra i 20 e i 64 anni è pari al 78% tra i laureati, mentre scende al 65,1% rispetto a chi ha solo il diploma

La più recente analisi Oecd -Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico- evidenzia che, nel 2018, un laureato poteva guadagnare il 37% in più rispetto a un diplomato di scuola secondaria di secondo grado

Se è vero che la scelta dell’università a cui iscriversi rimane sempre in prima battuta legata alle proprie attitudini personali, il report di AlmaLaurea può aiutare a orientarsi tra diverse opzioni. A cinque anni dal conseguimento del titolo di laurea, si registrano differenze in campo occupazionale tra i laureati di diversi gruppi disciplinari

I laureati dei gruppi in informatica e tecnologie ICT, ingegneria industriale e dell'informazione, economia, architettura e ingegneria civile mostrano le migliori performance occupazionali: il loro tasso di occupazione supera il 90%

Discorso diverso per chi ha frequentato corsi di arte, design, oppure di materie letterarie-umanistiche o di educazione e formazione. Il tasso di occupazione per questi gruppi è inferiore all’81%

Anche tra i laureati magistrali a ciclo unico, intervistati dopo 5 anni dal conseguimento del titolo, si evidenziano importanti differenze tra i gruppi disciplinari: i laureati del gruppo medico e farmaceutico hanno le più elevate performance occupazionali, registrando un tasso di occupazione pari al 93,3%. Al di sotto della media, invece, i laureati del gruppo giuridico, dove il tasso di occupazione si ferma all'80%