Il presidente dell’Istituto nazionale Assicurazioni infortuni sul Lavoro, Franco Bettoni, ha dato la stima delle persone maggiormente esposte al rischio di contagio: "Utilizzare il canale aziendale come parallelo alla rete di vaccinazione ordinaria è determinante per la ripresa in piena sicurezza". Intanto un rapporto Onu conferma che la pandemia ha ridotto in povertà oltre 100 milioni di lavoratori
Sono 6 milioni e 839mila i lavoratori con una maggiore esposizione al rischio contagio da Covid-19 che devono essere vaccinati. A fare questa stima è l’Inail, che aggiunge come i lavoratori con la priorità 1 nel settore alimentare e centri commerciali siano oltre 2 milioni
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A confermare l’urgenza di questa vaccinazione è il presidente dell'Inail, Franco Bettoni, secondo cui "utilizzare il canale aziendale come parallelo alla rete di vaccinazione ordinaria è determinante per la ripresa in piena sicurezza"
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Lo stesso Bettoni aggiunge: "L'Inail ha fornito il proprio supporto: dalla sottoscrizione del Protocollo fino al documento elaborato con Ministeri, Regioni e il Commissario Figliuolo, che definisce le priorità della somministrazione nei luoghi di lavoro, considerando i lavoratori esposti maggiormente a rischio contagio Covid"
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Nelle scorse settimane oltre 700 imprese hanno dato la propria disponibilità per la somministrazione di dosi nei luoghi di lavoro. Ma il possibile impiego di queste strutture sarà deciso dai territori in base ai diversi piani regionali
Intanto secondo quanto afferma un rapporto dell’Onu, la pandemia ha ridotto in povertà oltre 100 milioni di lavoratori nel mondo: "Cinque anni di progressi verso l'eliminazione dell'impoverimento del lavoro sono stati annullati" per la diminuzione delle ore e la scomparsa di impieghi di qualità
Il report dell'Organizzazione internazionale del lavoro spiega infatti che rispetto al 2019, oltre 108 milioni di lavoratori in più in tutto il mondo sono stati classificati come poveri o estremamente poveri
Secondo il rapporto, intitolato "Prospettive occupazionali e sociali nel mondo. Tendenze 2021", il deficit di posti di lavoro e di ore lavorate "si aggiunge ad una situazione pre-pandemia che già faceva registrare livelli di disoccupazione alti, di sottoutilizzo della manodopera e di cattive condizioni di lavoro"
Di conseguenza, il numero di disoccupati dovrebbe raggiungere i 205 milioni di persone nel 2022, contro i 187 milioni nel 2019, con un tasso di disoccupazione del 5,7%, il più alto dal 2013. Le regioni più colpite nella prima metà del 2021, spiega il rapporto, sono state l'America Latina e i Caraibi, e l'Europa e l'Asia centrale
La crisi ha anche colpito le donne in modo sproporzionato. L'occupazione femminile è infatti diminuita del 5% nel 2020, rispetto al 3,9% di quella maschile. Inoltre, l''occupazione giovanile è scesa dell'8,7 % (3,7 % per gli adulti)