
Covid, vaccini in azienda: verso inizio della campagna a giugno
Il commissario straordinario all’emergenza Figliuolo punta a far partire la campagna di somministrazione dei farmaci anticoronavirus nei luoghi di lavoro dal prossimo mese. L’Inail sta lavorando a un documento che individua le classi produttive che saranno vaccinate per prime, sulla base del rischio di contagio. Tra queste industria alimentare, commercio, trasporti, parrucchieri ed estetisti

Mentre la campagna vaccinale anti-coronavirus in Italia continua a procedere e alcune Regioni iniziano ad aprire le prenotazioni anche alle fasce d’età under 50 e 40, iniziano a emergere i primi dettagli sulla somministrazione dei farmaci in azienda
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Il mese di inizio sarà quello di giugno. L’intenzione è quella di “dare una sorta di via libera parallela e multipla su tutte le classi di età, e aprire altri hub nelle aziende”, ha detto il generale Francesco Paolo Figliuolo, commissario straordinario per l’emergenza coronavirus
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La programmazione dettagliata inizierà “quando avrò la programmazione certa dei vaccini in arrivo a giugno, se sarà coerente con le mie stime da 20 milioni di dosi in su, e una volta che saranno al sicuro gli over 80, i fragili e gli over 65”, ha dichiarato Figliuolo
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La campagna di vaccinazione in azienda sarà scandita e programmata sulla base di un documento a cui sta lavorando in questi giorni l’Inail – Istituto Nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro – sulla base delle indicazioni ricevute dalle Regioni
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Il protocollo dovrà essere poi firmato dai ministri competenti, in primis quello della Salute Roberto Speranza e quello del Lavoro Andrea Orlando, per poi approdare in Conferenza Stato Regioni

Il piano individua una serie di categorie prioritarie tra le diverse classi produttive. I lavoratori che sono più esposti al rischio di contagio durante lo svolgimento delle proprie mansioni sono quelli che dovrebbero essere vaccinati per primi

Quattro i criteri utilizzati per stabilire a quali classi produttive somministrare i vaccini in ordine di tempo: esposizione, aggregazione e prossimità; evidenze scientifiche del rischio di contagio nell’ambiente lavorativo; focolai nei contesti produttivi e sul numero di denunce per infortuni da coronavirus presentate e registrate dall’Inail fino allo scorso 31 marzo

Stando alla bozza del piano, scrive l’HuffingtonPost, la vaccinazione nelle aziende dovrebbe partire da gruppo di “priorità elevata”: commercio al dettaglio, trasporti, industrie alimentari, stabilimenti di pelletteria

Nella stessa fascia di rischio, che comprenderebbe un totale di 27 tipologie di attività, sono inclusi anche i lavoratori adibiti alla gestione delle reti fognarie, raccolta e smaltimento di rifiuti, ristorazione, cura della persona (parrucchiere ed estetisti), vigilanza, attività sportive e intrattenimento

Nella seconda fascia (28 attività): coltivazioni agricole, pesca e acquacoltura, industria tessile, industria delle bevande, attività editoriali e telecomunicazioni, attività di organizzazioni associative, fabbricazione di prodotti chimici, parrocchie e altri riti religiosi

Nella terza fascia di priorità, con un totale di 32 attività, sono compresi i lavoratori del campo della sivicoltura e dell’utilizzo delle aree forestali, la fabbricazione di prodotti di carta e dei mobili, industria del legno, ingegneria civile, ricerca scientifica e servizi veterinari

Il piano di vaccinazione aziendale coinvolgerà, potenzialmente, oltre 17 milioni e 872 mila lavoratori. Di questi, 12 milioni e 384mila non hanno ancora ricevuto la prima dose di vaccino